Caro sindaco Rossi, adesso salga a bordo

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Caro sindaco Riccardo Rossi, in questi giorni la sua decisione di nominare uno staff esterno, composto da due donne che andranno a occupare rispettivamente il ruolo di portavoce e di segretaria particolare, ha sollevato numerose e prevedibili polemiche. Immediatamente la “rete”, che nulla dimentica, ha ripescato dal recentissimo passato una serie di documenti che attestano, sembra ombra di dubbio, la sua precedente ferma contrarietà all’assunzione di personale esterno all’Amministrazione comunale, circostanza questa che considerava un inutile spreco di risorse pubbliche oltre che – diceva – l’occasione per sistemare gli “amici degli amici”.
In particolare qualcuno ha pubblicato lo stralcio di una trasmissione web del popolare duo satirico “Tindilo” durante la quale lei criticava fortemente l’allora sindaca Angela Carluccio per la sua scelta di aver nominato un suo staff e annunciando di voler votare contro quella scelta.
Altre sue dichiarazioni, molto più recenti, (erano le ore immediatamente successive alla sua elezione a sindaco) confermavano quel suo orientamento annunciando pubblicamente che avrebbe rinunciato alla nomina di uno staff esterno, per avvalersi esclusivamente delle risorse già presenti nella struttura comunale.
Ora, alla luce di queste premesse e di quanto poi lei ha deciso negli ultimi giorni (con l’avallo di una delibera di giunta che ha reso ufficiale la scelta) le opposizioni hanno legittimamente colto l’occasione per evidenziare tali evidenti contraddizioni e la polemica, come ormai inevitabile, è stata amplificata attraverso i social network.
Seppure comprendendo le cause che l’hanno innescato, però, non ci sentiamo di condividere tale ondata di “sdegno”, pur riconoscendo alle opposizioni il diritto di criticare, anche aspramente, l’operato del sindaco.
In effetti esiste un’apparente contraddizione tra la sua guerra allo staff della Carluccio (del quale per altro chi scrive, come forse ricorderà, faceva parte), rinforzate poi dalle sue dichiarazioni post-elezione, rispetto a quanto poi lei ha effettivamente deciso una volta preso coscienza delle difficoltà riscontrate nelle vesti di primo cittadino.
Ma in realtà non è così.
Quando più volte nell’aula consiliare, e ai microfoni di Tindilo e di altre trasmissioni, dichiarò che lo staff era una spesa inutile rivestiva “solo” il ruolo di consigliere comunale d’opposizione, in quanto i cittadini avevano scelto come sindaco un’altra persona. Il consigliere comunale d’opposizione, vivendo al di fuori del Palazzo di Città, non ha la percezione esatta di quali siano le reali situazioni interne, le condizioni lavorative, le dinamiche degli uffici.
Egli assume il ruolo di “controllore” dell’operato dell’Amministrazione, spesso facendo riferimento solo alle carte che ha la possibilità di leggere, alle voci che riesce a raccogliere e alla necessità di far sentire comunque la propria presenza.
Così, calcolatrice alla mano, è semplice intravedere in qualsiasi spesa extra il possibile sperpero di denaro. Si tratta di una visione superficiale ma piuttosto frequente.
Quando il consigliere Rossi contestava lo staff della sindaca, non aveva minimamente idea di quanto il lavoro di quei professionisti (così come di quelli che hanno affiancato gli altri primi cittadini nel corso degli anni) fosse prezioso per l’Amministrazione comunale, garantendo servizi che all’interno del Palazzo non è possibile trovare.
Nel momento in cui lei è diventato sindaco, probabilmente preso dall’entusiasmo e ancora “contaminato” dalle convinzioni maturate come consigliere d’opposizione, ha ribadito che avrebbe rinunciato allo staff.
Salvo rendersi conto sin dalle prime settimane della sua amministrazione che si tratta di uno strumento indispensabile. Così ha cambiato idea e ha deciso.
Ecco, sindaco. Sarebbe stato molto più grave se lei, rendendosi conto di aver sbagliato, perseverando nel suo errore, avesse preferito non dotarsi dello staff. Ma ha deciso. Magari avrebbe anche potuto chiarire pubblicamente i motivi della sua decisione e speriamo che il suo portavoce le spieghi quanto sia importante anche ammettere di aver sbagliato, quanto valore abbia avere un dialogo schietto con i cittadini.?Ma comunque ha deciso.
Ecco, ha deciso.
Durante queste prime settimane da sindaco avrà avuto il tempo di comprendere quanto diverso sia, per responsabilità e impegni, il suo ruolo rispetto a quello di un consigliere d’opposizione e come cambi all’improvviso ogni prospettiva di valutazione.
Ma soprattutto la gestione amministrativa di una città è tutt’altra cosa rispetto a quella di un movimento politico (Brindisi Bene Comune) che, per sua formazione, è stato costruito sul dibattito, sulla condivisione, sul confronto.
Caro sindaco, così come si è reso conto che una parte delle battaglie condotte durante la sua permanenza all’opposizione non potranno essere riproposte negli stessi termini ora che è alla guida della città o dovranno essere addirittura ribaltate (vedi staff), probabilmente è arrivato anche il momento di assumere la consapevolezza che la città si aspetta da lei un maggiore decisionismo, un’impronta precisa delle sue volontà.
Gli incontri pubblici, i cartelloni scritti con i pennarelli, i sit-in, le audizioni dei cittadini ogni volta che bisogna compiere una scelta sono suggestivi ed è giusto che continuino a tenerli i ragazzi del suo movimento, in un’ottica di crescita democratica e di confronto con la gente. Ma ciò di cui Brindisi ha bisogno in questo momento è di intravedere nel suo sindaco un uomo che è nelle condizioni di assumersi le proprie responsabilità, che abbia le sue idee e le imponga.
In queste prime settimane ciò che forse ci è mancato di più è sentire il «polso» di chi ci guida, come se ancora il vero sindaco non si fosse manifestato con tutta la sua personalità e con il carisma di cui tutti sentiamo il bisogno.
Nessuno le chiede di ritornare alla “giunta inconsapevole” della quale si vantava Giovanni Antonino e che firmava le delibere da lui imposte senza neanche conoscerne i contenuti. Fortunatamente ha una squadra di grande valore e che può supportarla sia sul piano tecnico che umano. La sfrutti bene.
Ma è lei il sindaco. Decida, nel bene e nel male. Dia una sua impronta a questa città. Si conceda anche la possibilità di sbagliare perché solo chi non decide non sbaglia mai. Faccia sentire la sua voce. Cambi quello che ritiene vada male e dia forza a ciò che funziona.
Non dimentichi completamente ciò che è stato il Rossi battagliero, quello pronto ad alzare la voce quando pretendeva di farsi sentire ed era convinto di avere ragione.
Questa città ha bisogno di un timoniere che salga a bordo senza timore delle tempeste e conduca questa nave in acque sicure. Salga a bordo,?Rossi.?Dimostri di poter essere lei quel timoniere.