False invalidità, confermate le condanne per i medici brindisini

La Corte di Cassazione ha confermato, dichiarando inammissibili i ricorsi, le condanne a pene fra i 5 anni e 6 mesi e un anno di reclusione inflitte nei confronti di 7 imputati accusati di false certificazioni di invalidità finalizzate, in alcuni casi, a forniture non dovute di ossigenoterapia presso la Asl di Brindisi.
I giudici della Suprema Corte hanno inoltre ridotto a 6 anni di reclusione la pena inflitta nei confronti di Vincenzo Manisco, medico pneumologo, e hanno annullato con rinvio la sentenza di confisca e interdizione per la società Linde Medicale Srl. Le indagini dei Carabinieri del Nas, coordinate dalla della Procura di Brindisi, portarono nell’ottobre 2007 all’arresto di 15 persone. Inizialmente gli imputati erano 49, fra medici, dipendenti Asl, avvocati, farmacisti e cittadini che usufruivano delle prestazioni.
Due i filoni d’inchiesta confluiti in questo procedimento: le prescrizioni di ossigenoterapia a pazienti che non ne avevano bisogno al solo fine di lucro, avvalendosi di medici e farmacisti compiacenti; le false perizie per conseguire pensioni di invalidità civile e indennità di accompagnamento per persone prive dei requisiti. Al termine dei tre gradi di giudizio la Cassazione ha anche confermato le condanne ai risarcimenti per le parti civili: Inps, Miur e Asl di Brindisi.
I fatti contestati risalgono agli anni 2003-2005. La vicenda giudiziaria relativa alle responsabilità penali di medici e professionisti si conclude così dopo circa 15 anni con complessive 17 condanne. Dovrà, invece, celebrarsi dinanzi alla Corte di Appello di Lecce un nuovo processo limitatamente alla posizione della società Linde Medicale, difesa dagli avvocati Gaetano Castellaneta e Luigi Biamonti, il cui ricorso contro la confisca di 90 mila euro e l’interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione per un anno è stato accolto dalla Cassazione.