Giuffrè regala ai brindisini l’incubo “Tap”: ribaltato il no del Consiglio comunale

Il commissario prefettizio di Brindisi, nominato dal governo di centrosinistra e dunque anch’egli un “politico” e per giunta con poteri straordinari, ha ribaltato il parere espresso dal Consiglio comunale eletto democraticamente dai cittadini fornendo parere favorevole alla realizzazione del metanodotto “Tap” che attraverserà anche le campagne del territorio comunale del capoluogo.
Il “Tap” (Trans Adriatic Pipeline) è il progetto per la realizzazione di un gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa e contro il quale a Marina di Melendugno lottano da mesi.
A Brindisi, senza alcun tipo di consultazione e senza tenere minimamente in considerazione l’indirizzo politico della passata amministrazione, Santi Giuffrè ha adottato la deliberazione con i poteri del Consiglio comunale.
Il gasdotto, arrivando dal mare a Melendugno, giungerà in sequenza a Vernole, Castrì di Lecce, Lizzanello, Surbo, Torchiarolo, San Pietro Vernotico e infine giungerà nel territorio comunale di Brindisi per oltre dieci chilometri, sino a connettersi con la rete nazionale di distribuzione già esistente in corrispondenza dell’impianto di Masseria Matagiola, in località Restino, poco lontano dalla Cittadella della ricerca.
Gli scavi autorizzati da Giuffrè dovrebbero lambire la zona abitata di Tuturano, intercettando i canali Siedi, Foggia di Rau, Fiume Grande e un affluente del Canale Cillarese, bypassando l’alveo sottovuoto tramite un micro tunnel, attraversando l’area di rispetto del cimitero di Tuturano, giungendo in un’area che secondo il Prg dovrebbe essere di viabilità al servizio di Tuturano, coinvolgendo inoltre la strada provinciale n.81 (via Stazione-Tuturano), la strada provinciale n.79 per Brindisi, la strada provinciale n.80 e una serie di strade comunali.
Insomma non un intervento di poco conto che il commissario prefettizio avallerà nella conferenza di servizi in programma a Roma il 17 ottobre prossimo. E soprattutto scelte che spetterebbero ai cittadini attraverso i loro rappresentanti politici democraticamente eletti e non a stretto giro di posta con un rappresentante nominato dal governo. E’ proprio il governo infatti che sta spingendo per la realizzazione di un’opera i cui rischi non sono stati totalmente chiariti e sui quali la popolazione ha il diritto di esprimersi. E non si essere silenziosa spettatrice.