“Gravi motivi di salute”: clamorosa scarcerazione del boss ergastolano Ciro Bruno

Ciro Bruno è libero: uno dei boss storici della Sacra corona unita, condannato a due ergastoli e protagonista della stagione più sanguinaria della criminalità organizzata brindisina, è stato scarcerato per gravi motivi di salute e ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Sulmona. Ne dà notizia questa mattina il “Nuovo Quotidiano di Puglia”.
La clamorosa scarcerazione è stata decisa dal Tribunale di sorveglianza. Le condizioni di salute di Bruno, oggi 57enne e detenuto dalla fine degli anni Ottanta, non sarebbero compatibili con il regime carcerario.
Ciro Bruno, capo del clan di Torre Santa Susanna (del quale facevano parte i fratelli Antonio e Andrea) fu uno degli uomini fiducia del boss Pino Rogoli e protagonista di una sanguinaria mattanza avvenuta tra Torre, Erchie e San Pancrazio Salentino. Nella masseria Canali in quegli anni furono stabiliti omicidi e gestiti traffico di droga ed estorsioni.
In questi anni di detenzione il boss avrebbe mantenuto un comportamento impeccabile partecipando persino a progetti teatrali di livello.
Ciro Bruno è l’autore materiale degli omicidi di Cosimo Persano e Romolo Guerriero: per entrambi è stato condannato al carcere a vita, dopo l’assoluzione in primo grado. Ma pesano come un macigno alcuni casi di lupara bianca mai chiariti: la scomparsa dei genitori di Romolo Guerriero, quella di Silvana Foglietta (compagna di Persano), la strage di San Pancrazio Salentino in cui seppelliti in un campo furono trovati i cadaveri di quattro giovani.
Ora sarebbe gravemente malato e incompatibile con il regime carcerario. Dopo la scarcerazione non ha fatto ritorno a Torre, dopo il provvedimento che gli ha concesso la libertà. I suoi spostamenti sarebbero monitorati dai carabinieri. La sua scarcerazione però è destinata a fare discutere.