Se i problemoni li risolve Scuppittoni (perché è stato sbagliato premiare nonno Vito)

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Nonno Vito Cisternino è senza dubbio un uomo dai sani princìpi. Raccontano che per anni ha svolto attività di volontariato nelle parrocchie della città e che ha messo sempre il suo tempo libero a disposizione del prossimo. Nelle ultime settimane è diventato famoso, anche ben oltre i confini cittadini (potenza del web) perché avendo probabilmente esaurito gli impegni domestici ha deciso di sistemare a modo suo la città. Armato di secchio, vernice e pennelli ha iniziato a scartavetrare pubbliche pareti, ridisegnare cordoli stradali e ringhiere, dipingere i muri delle scuole, eliminare le scritte dai sottopassaggi. In breve è diventato un eroe cittadino, tanto che il sindaco lo ha invitato a Palazzo di Città e lo ha premiato, i giornalisti lo hanno intervistato, gli assessori si sono autotassati per comprargli altri pittura e pennelli.
Il giorno successivo Nonno Vito è stato bloccato dalla Polizia locale mentre era impegnato a riverniciare la facciata del Duomo. Che ho fatto di male? Si è chiesto, giustamente, il pensionato-muratore. Ma come, mi avete premiato perché tengo in ordine la città, mi avete pure ricomprato la vernice e poi non posso fare “neanche” una ripassata alla facciata della Cattedrale?
Nonno Vito ha ragione. Sono gli altri che hanno sbagliato. Prima.
Il senso civico è una virtù e va premiata, ma la cosa pubblica non può essere toccata, neanche animati delle migliori intenzioni, come sicuramente nel caso del nostro pensionato. Ai cittadini è richiesto di non sporcare, di rispettare le strade, le piazze, i muri, di mantenere un comportamento decoroso. Ma non di intervenire al posto delle istituzioni. Il patrimonio cittadino non va toccato, neanche per migliorarlo secondo il proprio gusto, come ha fatto in queste settimane nonno Vito.
Armato di pennelli e della vernice che ha scelto di usare (probabilmente la più economica), con la tecnica da autodidatta – come egli stesso ha ammesso – di cui è in possesso e senza che nessuno controllasse davvero la qualità dei lavori che effettuava sul pubblico suolo, al pensionato è stato consentito di sostituire chi dovrebbe essere deputato istituzionalmente a svolgere queste attività ed è giustamente sottoposto a controlli accurati perché quei lavori vengano effettuati con cura.
Non solo. La sua opera è stata legittimata dall’Amministrazione comunale che lo ha indicato come esempio da seguire, ricomprandogli la pittura per effettuare nuovi interventi e donandogli un modellino della Colonna romana al cui originale si spera egli non pensi un giorno di andare a fare una ripassata.
Se il suo esempio dovesse essere seguito, così come auspicato nell’incontro al Comune, immaginiamo stuoli di pensionati che abbandoneranno la placida osservazione dei cantieri stradali per diventare essi stessi eroici operai al servizio della collettività: ridipingeranno le strisce pedonali e le linee di mezzeria, si arrampicheranno sulle palme per una potatura a modo, cambieranno le lampade dei semafori e quelle dei lampioni, passeranno il catrame sulla statua di Cesare Augusto e daranno una botta di calce a quella di Virgilio.
E persino quell’imbecille di 19 anni che si è fatto riprendere col telefonino dall’amica, mentre imbrattava con scarabocchi il portone di un condominio del Centro, pretenderà di avere ragione: i vigili lo hanno beccato nelle stesse ore in cui fermavano nonno Vito mentre stuccava il Duomo.?Cosa volete che sia in confronto un portone? Ora andate voi a spiegargli la differenza tra un vandalo e Scuppittoni.