Trent’anni senza Lupetto: il 10 giugno 1988 moriva Claudio Malagoli

Trent’anni fa, il 10 giugno 1988, in un incidente stradale moriva Claudio Malagoli, soprannominato “Lupetto”, uno dei più grandi giocatori italiani di basket, il più amato dai tifosi brindisini. A Brindisi giocò dal 1979 al 1983 contribuendo alla doppia promozione dalla serie B all’A1 realizzando 3.108 punti in 126 partite, poi tornò a giocare in serie C1 con la Buen Cafè Brindisi e infine riprese a giocare con la Pallacanestro Brindisi in serie A2 giocando altre 29 partite. L’anno successivo si trasferì alla Scaligera Verona, l’ultima maglia indossata.

Ecco il suo ritratto su Wikipedia. Soprannominato Lupetto, già a diciotto anni vinse il suo primo scudetto, con la Pallacanestro Varese nel 1968-69. Bissò la stagione successiva. Esordì giovanissimo nella nazionale italiana, il 23 novembre 1971 in Italia-All Stars 94-113 e con la quale detiene il quarto posto assoluto per punti segnati in una partita, quella di Istanbul, contro la Turchia con 40 punti messi a segno il 25 maggio 1978.

Malagoli, al suo primo anno a Brindisi, con coach Pasini.
Dal 1970-71 al 1975-76 giocò nella Snaidero Udine. Dal 1976-77 è alla Mecap Vigevano, con cui conquista una promozione dall’A2 all’A1, ma la società lombarda retrocederà subito.

Nel 1979-80 veste la maglia della Pallacanestro Brindisi disputando il campionato di Serie B. Al primo anno conquista subito la promozione in A2 realizzando 26.2 punti a partita. La squadra pugliese, soprannominata Stella del Sud, ottiene degli ottimi risultati anche in A2 e Malagoli è uno dei leader della cavalcata in A1 grazie ai quasi 29 punti di media messi a segno. Viene ricordato anche per una partita contro la Virtus Bologna, in cui diede molti problemi all’avversario Gianni Bertolotti. Dopo una breve parentesi “senese” con la Mens Sana Siena, tornò a Brindisi per altre due stagioni.

Oramai brindisino di adozione, pur di rimanere nella città adriatica, scelse di giocare in una delle tante squadre minori di Brindisi che militavano in C1, la Buen Caffè Brindisi del presidente Giovanni Di Bella. Nella stagione 1984-1985 in campionato realizza 32.0 punti a partita, 897 totali in 28 gare. Nella corsa alla promozione però la Buen Caffè viene sconfitta nei playoff dal Monte di Procida, nonostante i 28 punti di media di Malagoli nelle tre sfide coi campani. Nel campionato di C1 1985-1986 “Lupetto” si supera: segna la bellezza di 1.096 punti in 29 presenze, alla media di 37.8 punti a partita. Il 13 aprile 1986 contro la Virtus Ragusa realizza addirittura 65 punti, suo record personale, con la sua Brindisi che vince per 104 a 84. Malagoli chiude la stagione con ben 25 gare da almeno 30 punti e 14 prove da 40 o più punti, compresi i 65 sopracitati. I suoi 37.8 di media del 1985-1986 sono una delle medie più alte mai registrate a livello di campionati FIP. Nel 1986-1987 con una Pallacanestro Brindisi targata Ifil disputa il campionato di serie B1: oltre 26 punti di media in 29 presenze per concludere la sua esperienza brindisina. Chiude poi nel Citrosil Verona.

È morto nel 1988 all’età di 36 anni in un incidente stradale proprio come Elio Pentassuglia, suo estimatore, anch’egli nello stesso anno.

Davide Micalich ha dedicato a Claudio Malagoli il libro La mano come una colt edito nel 2007.

Questo l’articolo di Repubblica del giorno successivo all’incidente.
Claudio Malagoli, giocatore di basket della Citrosil Verona, è morto giovedì sera in un incidente stradale avvenuto a Bidasio di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Malagoli, che aveva 37 anni, viaggiava alla guida della sua Volvo 740. Per cause che non sono state ancora accertate ha perso il controllo della vettura che è sbandata ed ha urtato violentemente due alberi e si è poi capovolta. Il giocatore è morto sul colpo. Malagoli, giocava nel ruolo di ala ed aveva collezionato molte presenze in nazionale tra il 1970 e il 1976. Aveva cominciato nel basket di alto livello giocando nell’ Ignis Varese, nella quale aveva partecipato alla conquista di due scudetti. Aveva giocato a Udine, Brindisi e Siena. A Verona aveva contribuito alla promozione in A2.