Parco Maniglio, impedito l’ingresso a un ragazzino disabile con bici a tre ruote. La mamma via in lacrime

Al parco “Mauro Maniglio”, nel cuore del rione Bozzano, domenica scorsa hanno inaugurato l’altalena per bambini disabili. Ma oggi hanno impedito a un ragazzino portatore di handicap di entrare nel parco-giochi con la sua bicicletta e la madre, in lacrime e umiliata, è stata costretta a portarlo via.
E’ accaduto alle 12.15, in una bella domenica mattina di sole. Il parco, intitolato a un ragazzino brindisino ucciso per errore poco più di vent’anni fa, è grande e ospita una zona giochi, le panchine e anche un campo di pallacanestro regolamentare.
Il ragazzino disabile, di 13 anni, è entrato con la sua speciale bicicletta a tre ruote nel parco, accompagnato dalla mamma. Ma, all’altezza del bar, è stato bloccato da uno dei custodi della struttura comunale: “La bicicletta è troppo grande e quindi non può circolare qui dentro”, ha sentenziato il custode. Non considerando evidentemente che era più grande delle altre solo per consentire al ragazzino di muoversi come tutti gli altri, senza il rischio di cadere.
La mamma, con grande educazione e dignità, ha cercato di spiegarlo al custode. Ma l’uomo è stato irremovibile e ha indicato al ragazzino la via dell’uscita. La mamma è andata via piangendo, umiliata da una nuova discriminazione.
Alla scena hanno assistito sconcertate decine di persone che hanno tentato invano di intercedere: il custode è stato irremovibile. “E’ stata una scena terribile”, racconta un’altra madre che aveva portato i suoi bimbi nel parco di Bozzano. “Tutti hanno diritto di vivere liberamente il proprio handicap senza gente di questo tipo che li faccia sentire dei diversi”, aggiunge la donna.
Proprio una settimana fa il parco Maniglio era stato dotato di una delle due altalene per ragazzini disabili acquistate grazie agli “Amici della Conca”. Scelto perché frequentato e perché potesse diventare punto di riferimento per i bambini disabili. Ma lo sconcertante episodio di questa mattina ci fa capire che la strada è ancora lunga.