AAA Comune di Brindisi vende immobili: valori al ribasso

di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine

La gestione commissariale del Comune di Brindisi, ritiene di poter incassare, circa 27 milioni di euro dalla dismissione del patrimonio immobiliare non “funzionale all’attività amministrativa”.
Quattro sono le tipologie immobiliari di riferimento, quella che proviene dal processo di federalismo demaniale, quelli a destinazione abitativa, quella commerciale e quella ricettiva.
L’ottimistica previsione d’incasso, si potrebbe realizzare in un triennio e a condizione di riuscire a “piazzare” tutti i beni del lungo elenco.
Semplicemente passando in rassegna l’elenco dei beni si comprende qualcosa, ovvero, la dichiarazione di crisi di una politica legata all’amministrazione del patrimonio immobiliare, non sempre chiara, non sempre all’altezza della necessità.
Gli ex beni demaniali in vendita, oggi del comune di Brindisi sono: la batteria Brin, diversi terreni e fabbricati in località Materdomini; alcuni ex alloggi popolari del quartiere Paradiso; la ex postazione B/933; il palazzo delle finanze, che fino a qualche tempo fa ospitava la sede dell’Agenzia delle entrate. Nonostante il palazzone di Via Nazario Sauro sia in condizioni di precarietà statica, il comune ha valutato, prontuario dei valori dell’osservatorio immobiliare alla mano, di poter incassare almeno 3 milioni di euro. Sulle somme incassate da questo settore immobliare, il25%sarà devoluto allo Stato.
Gli immobili a destinazione abitativa in vendita sono: l’area del Villaggio Pescatori, via Campania, via Toscana, via Giulio Cesare, via Monsignor De Filippis, via Cappuccini, via Nardelli, via Aleandro, via Lanzelotti, via Sant’Angelo, via Tommaso Valeri, via Gioacchino Rossini, vico Rischinieri, via Santa Margherita, via Indipendenza.
Il numero totale degli immobili immessi sul mercato abitativo saranno circa 700.
Nel triennio è previsto un incasso totale di 17 milioni di euro, ma con una procedura di vendita che seguirà con attenzione e risolvendo le criticità delle particolari condizioni di chi vi abita. Ad ognuno degli abitanti, verrà chiesto nel termine di 60 giorni dall’apertura delle procedure di vendita di esercitare il proprio diritto, altrimenti gli immobili seguiranno le procedure di vendita previste dal bando pubblico.
I locali con destinazione d’uso di tipo commerciale: piazza Mercato e via Santa Maria Ausiliatrice, via Sant’Angelo, via Aleandro, via dei Tulipani, viale Arno.
Il totale incasso previsto è di circa 3 milioni e mezzo di euro. Le procedure di vendita seguiranno, nel bando, le procedure di asta pubblica. L’ultimo elenco di immobili in vendita è quello degli immobili a destinazione ricettiva: si tratta sostanzialmente dell’ex cinema Di Giulio, per cui si chiede un controvalore di 1,2 milioni di euro.
Con i 27 milioni di euro, che alla fine di un possibile triennio, che partirà solo e allorqauando la prossima giunta comunale ne dovesse confermare lo start, il Comune di Brindisi assegnerebbe le somme, per una serie di spese che altrimenti non troverebbero copertura finanziaria.
Tra i desiderata della Gestione Commissariale: le demolizioni di immobili abusivi, anche sulla fascia costiera; la messa in sicurezza idrogeologica: la realizzazione di parcheggi e rotatorie, miglioramento del sistema di trattamento delle acque e adeguamento della rete fognaria cittadina; adeguamento e miglioramento della discarica comunale; ammodernamento dell’impianto comunale di frantumazione; riqualificazione di strade e marciapiedi nei quartieri della città.
Nel pieno rispetto delle procedure di una corretta amministrazione, nulla da eccepire, se non che l’azione sarà esercitata da un soggetto politico-amministrativo che molte volte a Brindisi ha testimoniato incertezze e non ultima, la pessima gestione del patrimonio.
La nuova Giunta sarà chiamata ad eseguire ciò che l’attuale commissario ha definito, ma tempi e modi potrebbero dilatare sino a rendere evanescente lo sforzo di un corretto percorso programmatico.
L’immissione sul mercato immobiliare, di un’offerta per decine di milioni di euro, ha una ricaduta più che evidente sul mercato che vedrebbe, nel medio periodo, stressare la domanda comprimendo i valori: detto papale papale, al già difficile momento delle compravendite che fanno percepire un timido risveglio, una simile offerta immobiliare, determinerà la contrazione dei valori del patrimonio immobiliare, che già di suo, a Brindisi ha visto un decremento di oltre il 30% nell’ultimo decennio.
A partire dal 22 di aprile è entrata in vigore la norma che prevede la liberalizzazione di ben 58 categorie d’intervento per la manutenzione, il miglioramento, la valorizzazione degli immobili. La legge prescrive la sua adozione, su tutto il territorio nazionale. Non saranno più necessari nulla-osta e permessi da parte dell’amministrazione comunale. Il «glossario dell’edilizia libera» è operativo, una volta pubblicato in Gazzetta, senza cioè necessità di adozione o recepimento con atto regionale o comunale. Nessuno dal 22 di aprile potrà eccepire.
In edilizia libera c’è un ampio elenco di opere di arredo da giardino: muretti, fontane, ripostigli per attrezzi, ricoveri per animali. Nessuna autorizzazione sarà necessaria anche per i pannelli solari e fotovoltaici, fuori però dai centri storici. Lo stesso vale per l’adeguamento degli impianti di estrazione fumi: interventi molto importanti per le piccole attività produttive.
Per quel che riguarda l’interno degli appartamenti, la lista ricomprende non solo tutta la manutenzione ordinaria, compreso il rifacimento di tutti gli impianti, ma anche le modifiche che non alterano in maniera significativa lo stato dell’immobile e che, di conseguenza, non richiedono la necessità di variazioni catastali una portate a termine.
Il rifacimento degli intonaci e degli infissi, l’installazione di inferriate, parapetti, grondaie, controsoffitti e l’installazione di scale interne d’arredo.
Via libera anche a rampe, montascale e ascensori per abbattere le barriere architettoniche, purché realizzati all’interno degli edifici e senza interventi sulle parti strutturali.
Un elenco destinato ad allungarsi, che ha l’obiettivo di facilitare e bypassare un percorso autorizzativo che aveva finito col caricarsi di significati opachi, non ultimo, forse il più dannoso, il pesante ed asfissiante peso della burocrazia, percepita come peggiore della vessante azione della criminalità, per non arrivare a parlare della pessima abitudine di dover subire le interpretazioni artificiose da parte di chi, mostra imperfetta gestione delle pratiche.
Il fatto di sapere, da subito, fin dove ci si può spingere, senza coinvolgere il professionista tecnico o doversi rivolgere all’amico del conoscente del consigliere supplente, è un bel traguardo.