Acque Chiare: ecco come gli aspiranti sindaco vorrebbero risolvere la questione

di Lucia Portolano per IL7 Magazine

Dalla possibilità di fare ricorso al Condhotel a quella della creazione di un villaggio sportivo, le villette di Acque Chiare, sorte lungo il litorale nord di Brindisi sotto sequestrato da dieci anni per lottizzazione abusiva, vengono menzionate in quasi tutti i programmi elettorali dei candidati sindaco. Una questione che si intreccia nel più ampio discorso della riqualificazione della costa brindisina e quindi della redazione del Piano della costa. La maggior parte dei candidati conosce molto bene la vicenda giudiziaria visto la professione di avvocato. Il futuro del villaggio è appeso alla Cassazione.

Roberto Cavalera, candidato sindaco per il centrodestra, parla di un sistema giudiziario in sofferenza. “In disparte dalle responsabilità che verranno accertate o meno – dice – stante la pendenza del giudizio dinanzi la Suprema Corte di Cassazione, la circostanza che siano trascorsi dieci anni dal sequestro del complesso turistico di Acque Chiare dimostra che il sistema giudiziario del nostro Paese è in grave sofferenza. A complicare le cose, è intervenuta la declaratoria di fallimento della società costruttrice, mentre i proprietari delle abitazioni continuano a sostenere ingenti spese senza aver mai potuto usufruire delle abitazioni, acquistate in buona fede e con grandi sacrifici. Esiste, dunque, un problema di giustizia formale e di giustizia sostanziale che, come nel caso di Acque Chiare, purtroppo non coincidono”. Secondo Cavalera questo ha scoraggiato qualsiasi investimento turistico sul litorale. “Oggi più che mai, si rende necessario un deciso intervento dell’Amministrazione Comunale in campo urbanistico- aggiunge – Il Piano della costa e il varo del Piano urbanistico generale rappresentano, dunque, passaggi importanti che dovranno essere compiuti senza ulteriori indugi dalla prossima Amministrazione. Opereremo in direzione di una costa fruibile e attrattiva, ma certamente non cementificata attraverso nuove iniziative dirette alla speculazione edilizia. A ciò aggiungeremo la valorizzazione dei nostri parchi naturali di Sbitri e di Punta del Serrone, nonché il rilancio dell’intero complesso di Materdomini e la riqualificazione degli stabilimenti balneari”.

Per Massimo Ciullo candidato della Destra la questione Acque Chiare deve necessariamente trovare la sua soluzione nell’approvazione del PUG (Piano Urbanistico Generale). “Piano che io e la mia coalizione – dice il candidato della Lega – ci siamo impegnati a definire in consiglio comunale entro 12 mesi dell’insediamento. È ovvio che tecnicamente bisognerà procedere con la trasformazione ad area residenziale e quindi al cambio di destinazione della parte residenziale. Ad ogni modo senza approvazione del PUG non c’è soluzione positiva per Acque Chiare”. Lo stesso vale secondo Ciullo per il Piano della costa. “Per questo bisognerà ripartire da alcuni punti fermi- dice ancora – il rapporto 60/40 tra disponibilità pubblico/privato; la definizione esatta della dividenda demaniale tenendo conto della falesia e quindi della erosione costiera con la conseguenza di dover procedere ad espropri per garantire i parametri di legge.

E comunque il Piano della Costa dovrà rispettare e tutelare gli stabilimenti balneari esistenti prestando attenzione ad evitare la cementificazione della costa optando per la riqualificazione e la valorizzazione delle aree”.
Ferruccio Di Noi, candidato sindaco di Impegno sociale, si augura che la Cassazione possa ritenere i proprietari degli immobili di Acque Chiare acquirenti inconsapevoli come affermato dal Giudice del Sequestro. “Riteniamo infatti gli acquirenti che hanno contratto mutui e rogitato – dice Di Noi – ignari della peculiarità dell’intervento, questo anche per evitare che gli stessi possano approntare cause ai danni del Comune in quanto la sentenza di Appello rilevava alcune responsabilità a carico dell’Ente”.
Per quanto riguarda lo sviluppo della costa il candidato sindaco di Impegno sociale si dice contrario ad ogni forma di speculazione selvaggia ed illegale “ma al tempo stesso – aggiunge – non possiamo assistere all’abbondono ed alla mancata realizzazione di strutture sulla costa che porterebbero ad un incremento del turismo e dell’occupazione. Purtroppo Brindisi continua a perdere l’ennesima occasione di sviluppo e rilancio di un settore fondamentale per al crescita della città”.
Riccardo Rossi candidato sindaco di centrosinistra parla di valutare la possibilità di applicare il Condhotel come accaduto in altre realtà. “Sulla vicenda del villaggio Acque chiare – dice Rossi – si è in attesa di una sentenza della Cassazione che deve dirimere un problema giuridico di ordine generale: si può procedere alla confisca di un bene senza una condanna del proprietario? Ricordiamo che nel caso di Acque chiare è intervenuta la prescrizione per i proprietari delle villette. E’ evidente che ogni decisione sul destino del villaggio sarà fortemente condizionata dalla sentenza che verrà emessa. Possiamo dire però che in ogni caso occorrerà rivedere il contratto di programma tra Comune e Regione per stabilire insieme alla Regione come affrontare la vicenda. Verificando in che modo si possa aggiornale la convenzione prevedendo anche la possibilità introdotta dalla nuova normativa sui Condhotel che prevede la convivenza tra funzione residenziale ed alberghiera”.

Nel programma di Rossi il turismo è uno dei punti principali. “Nel piano – spiega- prevediamo la massima fruibilità della costa senza aggredirla con cementificazione, ma valorizzando il paesaggio, prevedendo azioni di contrasto all’erosione e favorendo la conversione degli stabilimenti balneari alle nuove normative, così come l’apertura di spiagge pubbliche libere ed attrezzate”.
E sulla valorizzazione della costa punta anche il programma del candidato sindaco dei 5 Stelle Gianluca Serra. “Sulla questione di Acque Chiare si attende una decisione giudiziaria definitiva che deciderà sulla possibilità di confiscare anche in caso di prescrizione dei reati contestati ai proprietari – spiega il candidato grillino – Qualora la confisca fosse ritenuta incompatibile con la prescrizione dei reati, gli immobili sarebbero restituiti al costruttore (ora alla Curatela Fallimentare) ed ai proprietari. Potrebbero completarsi le procedure di vendita, per chi ha sottoscritto il solo preliminare, e ciò sarebbe praticabile anche con la curatela fallimentare, grazie all’art. 72 Legge Fallimentare. Il Curatore fallimentare potrebbe alienare anche il rustico dell’albergo. Qualora fosse confermata la confisca, il rischio di abbattimento sarà comunque scongiurato dall’acquisizione della proprietà dell’area in capo al Comune di Brindisi”.
In entrambi i casi però, sottolinea Serrà, l’Amministrazione Comunale deve, nell’ambito del PUG e del Piano della Costa, prevedere il dovuto carico urbanistico su tale zona.
“Nel caso di conferma della confisca si dovrà individuare una destinazione “di pubblica utilità” – aggiunge Serra- dell’intera area previa ricognizione dell’effettivo stato dell’intera area. Una ipotesi potrebbe essere quella di un villaggio di ricerca ovvero villaggio sportivo nell’ambito di un parco agrario-turistico”. Per quanto riguarda il Piano della costa Serra propone di trasformare l’area in un parco agrario costiero a vocazione turistica in cui integrare Cala Materdomini ed il parco di Punta del Serrone; ciò da collocare nel Piano Paesagistico Territoriale Regionale Ambito 9 “Piana di Brindisi” ove si reperirà la finanziabilità.
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