Carovigno, le foto di Malavolta in mostra al Castello Dentice di Frasso

Giovedì 12 Luglio sarà inaugurata a Carovigno, presso il castello Dentice di Frasso, la mostra fotografica di Francesco Malavolta, fotogiornalista impegnato da circa 20 anni nella documentazione fotografica dei flussi migratori, che sarà presente alla serata per raccontare il suo lavoro degli ultimi anni ai confini dell’Europa e nel mezzo del Mediterraneo. Si inserisce nell’ambito delle iniziative per la giornata mondiale del rifugiato, che ricade il 20 Giugno, Arci Brindisi ha organizzato una serie di eventi che si terranno nei Comuni in cui sono presenti ProgettiSprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e circoli.
“Abbiamo ritenuto importante l’organizzazione della mostra in questo delicato momento socio-politico- dicono gli organizzatori – per poter dare la possibilità di comprendere cosa succede davvero dall’altra parte del filo spinato e a bordo delle navi, mostrando cosa sta accadendo realmente LI: le foto di Malavolta sono documenti che spingeranno i visitatori ad andare oltre lo schermo della tv o degli smartphone, principali mezzi di trasmissione delle “informazioni”, in quanto le immagini ci restituiscono attimi di realtà di una umanità considerata solo emergenza e propaganda”.

La mostra, organizzata da Arci Brindisi con il patrocinio del Comune di Carovigno, sarà inaugurata a partire dalle ore 20:00 e sarà visitabile fino a domenica 19 Agosto, i ragazzi accolti nel progetto SPRAR per tutta la sua durata ne saranno i “custodi”. La mostra sarà replicata in date da comunicare di volta in volta, in altri comuni dove gli SPRAR e i circoli arci sono presenti

Francesco Malavolta è un fotogiornalista iscritto all’OdG della Calabria, impegnato da vent’anni nella documentazione dei flussi migratori che interessano il nostro continente. Le foto presentate a in occasione , rappresentano una sintesi degli ultimi 10 anni di lavoro che sono stati segnati da un intensificarsi senza precedenti delle migrazioni stesse. Un lavoro svolto in un contesto spazio-temporale in costante mutamento che lo ha portato a viaggiare dallo Stretto di Gibilterra al Mar Mediterraneo, a Lampedusa, dalla Grecia e le sue isole alla Turchia fino alla cosiddetta “rotta balcanica”. Collabora da sette anni con la Comunità Europea, in particolare con l’agenzia FRONTEX (oltre 50 missioni ed unico fotografo dell’agenzia europea), agenzia di stampa internazionale come Associated Press, nonché organizzazioni internazionali quali UNHCR e OIM, MOAS . Al centro del suo lavoro ci sono quei popoli in movimento che segue a partire dall’esodo degli albanesi in fuga durante gli anni 90 testimoniando così quello che va considerato un tratto peculiare della natura umana: la migrazione, il movimento, lo spostamento. L’umanità infatti è da sempre in movimento e questo movimento assume tratti tanto più drammatici quanto più si cerca di ostacolarlo, ripiegando su paure e posizioni illogiche e anacronistiche.

Francesco Malavolta reca testimonianza non solo delle migrazioni in sè, ma anche del loro evolversi con una peculiare attenzione verso i loro protagonisti. Ogni scatto, un racconto. Ogni racconto, una storia. Ogni storia, un tentativo di salvare la peculiarità della Vita ritratta sfuggendo alla logica spersonalizzante che presenta le migrazioni come “fenomeni idraulici” e anonimi. Le sue foto testimoniano inoltre la tenace determinazione di questi viaggiatori per necessità che abbandonano la propria vita e il proprio paese nella speranza di salvarsi e costruire una vita più degna. Nei suoi scatti troviamo quindi una umanità dolente che continua a lottare senza soccombere alle ingiuste umiliazioni cui viene esposta, una umanità caparbia che un passo alla volta guadagna centimetri di libertà