Case popolari: tra abusivi e morosità da 60mila euro

di Lucia Pezzuto per IL7 Magazine

A Brindisi ci sono 2500 alloggi popolari di proprietà dell’Arca Nord Salento, l’agenzia regionale che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica, a fronte di un canone mensile di appena 25 euro vi sono cittadini che hanno accumulato morosità per oltre 60mila euro, tradotto: non hanno mai pagato l’affitto della casa. Oggi l’Arca Nord Salento conta una morosità come residuo attivo nella gestione amministrativa dell’ente che varia dai 14 ai 15 milioni di euro, un buco nero dovuto ai furbetti che non solo non pagano il dovuto ma spesso ricorrono ad espedienti per falsificare la dichiarazione dei redditi al fine di ottenere i benefici residenziali. Arca Nord Salento possiede un patrimonio immobiliare su tutta la provincia di Brindisi che conta 5382 alloggi, solo su Brindisi possiede 2500 abitazioni gran parte regolarmente assegnate, altre 150 occupate abusivamente. Quella dell’emergenza abitativa è da sempre per la città di Brindisi un problema atavico, il Comune dal canto suo ha un patrimonio immobiliare che in ogni caso non soddisfa le richieste, già negli anni ’80, sempre l’amministrazione comunale, per far fronte alle numerose richieste riuscì attraverso un protocollo d’intesa a ottenere dallo Iacp, oggi Arca Nord, una serie di immobili da destinare proprio all’emergenza abitativa. Oggi è in fase di costruzione al quartiere Paradiso, zona Torretta, una serie di palazzine che contano 50 appartamenti ma a fronte di questo sono ancora molte di più le richieste di alloggi popolari. “Siamo consapevoli che ogni qualvolta assegniamo un alloggio- dice il direttore di Arca Nord Salento a Brindisi, Vittorio Serinelli- difficilmente tornerà in possesso dell’agenzia. Vuoi perché l’alloggio passa da padre in figlio, vuoi per una serie di espedienti che vengono utilizzati. Ma il vero problema in tutto questo sono le morosità che pesano come un macigno sulle nostre casse e far quadrare i conti e al contempo garantire i servizi diventa piuttosto difficile”.

Le morosità raggiungono numeri da capogiro
Le morosità accumulate dai cittadini si aggirano in media intorno ai 30,40 mila euro ma gli importi negli anni sono destinati a crescere. Vi sono anche casi eclatanti di cittadini morosi che devono all’Arca Nord sino a 60, 63mila euro. “Davanti a cifre così spropositate si può solo fare una conclusione- dice Serinelli- qui c’è gente che non ha mai pagato il canone e non parliamo solo di una persona assegnataria ma di tutte le altre che nell’arco degli anni si sono succedute”. Insomma intere generazioni che all’interno di uno stesso nucleo famigliare, pur avendo avuto il beneficio di una casa popolare a canone agevolato, non l’ha mai pagato. “Un canone di 25 euro al mese significa neppure un caffè al giorno- aggiunge il direttore Serinelli- sfido io a trovare qualcuno che non possa permettersi un caffè al giorno. E’ pur vero, ed io l’ho visto con i miei occhi, che vi è gente davvero che non possiede nulla. In quel caso esiste un fondo sociale all’interno della legge regionale 22 che va incontro proprio a questo tipo di persone”. In questo momento Arca Nord ha un accertato annuo che varia dai 5milioni ai 5milioni e 800 mila euro, ma un buon 30% è moroso. “A noi mancano introiti per morosità pari a 14,15 milioni di euro che è andata ad accumularsi nell’arco degli anni-sottolinea Serinelli- L’agenzia non ha mai permesso che questi importi vadano in prescrizione, noi puntualmente ogni due anni rinnoviamo il contratto e sollecitiamo il pagamento. Negli anni abbiamo fatto una serie sensibilizzazioni che purtroppo non hanno portato a niente. Con la legge di riforma , la 22 che ha riformato il mondo dell’edilizia pubblica della regione Puglia, sono state previste alcune forme di coinvolgimento diretto da parte dell’utenza con lo scopo di sensibilizzare l’utenza affinchè senta proprio il patrimonio e lo rispetti”.

I dati per quartiere
Il quadro che emerge dagli ultimi dati in possesso dell’agenzia è piuttosto chiaro, i conti non tornano perché i cittadini, benché beneficiari di questo canone agevolato, non pagano. I quartieri sui quali insistono le morosità sono: Commenda, Paradiso e Sant’Elia. Gli stessi dove si colloca l’intero patrimonio immobiliare di Arca Nord. I numeri raccontano che vi sono cittadini morosi per qualche migliaia di euro ma ve ne sono altri che raggiungono cifre impressionanti: 58mila euro, 60mila euro e persino 63mila euro. La maglia nera spetta in assoluto al quartiere Sant’Elia ad un inquilino, del quale, per motivi di privacy, non facciamo nome, ma che ha raggiunto quota 63mila euro. Non è da meno un altro inquilino in via Sicilia, quindi quartiere Commenda, che ha raggiunto quota 60mila euro. Seguono a ruota, sempre al quartiere Commenda via Marsica con 50mila euro e via Camillo Monaco con 35mila euro. In questi casi stiamo parlando di singoli soggetti e degli importi dovuti, ma se per ogni quartiere si sommano tutte le morosità si raggiungono cifre da capogiro e si può comprendere perché poi l’agenzia sia in difficoltà. Per dare ancora qualche numero, questa volta cumulativo di tutte le somme dovute tra le palazzine in piazza Stano, al quartiere Paradiso, vi sono morosi per un totale di 10.595 euro, sempre al Paradiso in via De Ferraris le morosità sono 34.197 euro, segue piazza Botticelli con 27mila euro. Al quartiere Sant’Elia, grazie anche al moroso da record con 63mila euro, le morosità complessive superano i 200mila euro. Il quartiere Commenda si difende, si fa per dire, con un importo che tra via Camillo Monaco, via Marsica, via Sicilia e piazza del Salento non supera, ma di poco, i 200mila euro.
Con queste cifre non è difficile comprendere perché si sia accumulato negli anni un disavanzo di 14milioni di euro, va da sé che i morosi in uno stesso nucleo famigliare possono essere diversi.

Le tecniche per occupare le abitazioni
“La tecnica per mantenere l’assegnazione della casa è semplice- svela Serinelli- quando muore ad esempio il capo famiglia l’abitazione in automatico viene intestata alla moglie. Dieci volte su dieci, quando questo accade c’è la richiesta di coabitazione da parte di uno dei figli. Così quando sarà deceduta la madre l’immobile passerà al figlio, la legge prevede i parenti nell’ordine del primo grado. Ora se è moroso il padre, sarà moroso anche il figlio. Abbiamo intere generazioni di morosi e le quote dovute all’agenzia salgono”. E’ un circolo vizioso da cui non se ne esce più soprattutto quando si chiede a queste famiglie di saldare il dovuto. Avendo un canone così basso, nell’ordine dei 25 euro, non sono disponibili alla rateizzazione delle morosità perché la rata già di per sé supera le loro disponibilità economiche. Questo è denaro che l’Arca Nord fatica a recuperare e sono appartamenti di cui al tempo stesso non riesce a rientrare in possesso. La legge in questo caso tutela l’inquilino non abbiente e non si riesce a sfrattarlo. A tutto questo si aggiungono anche le occupazioni abusive, oggi Arca Nord ha 150 appartamenti su Brindisi occupati abusivamente. Anche qui c’è una tecnica collaudata: “Sfondano la porta e occupano l’appartamento, quando andiamo a verificare c’è sempre una donna incinta- spiega il direttore- davanti a questo neppure la polizia locale può intervenire. Lo stato di gravidanza e l’imminente arrivo di un bambino non ci consente azioni di alcun tipo. Ma dopo qualche settimana, anche qualche mese se si va a controllare la stessa abitazione è occupata da tutt’altra gente”. Quindi la tecnica è quella di utilizzare la presenza di una donna in stato di gravidanza per eludere le azioni coatte e consentire successivamente il subentro di altri inquilini. Anche qui con l’andare del tempo le situazioni di irregolarità restano tali e nessuno interviene più.

L’inchiesta giudiziaria
Non tutti riescono a nascondersi dietro la condizione di indigenza vi sono casi in cui la magistratura ha preso in mano la situazione ed ha aperto una serie di inchieste. Stiamo parlando delle false dichiarazioni dei redditi rese per beneficiare delle residenze popolari. L’ultima inchiesta aperta in ordine di tempo ha visto finire nel mirino della guardia di finanza di Ostuni, 67 persone hanno dichiarato il falso attraverso le autocertificazioni per ottenere riduzioni del canone. 400mila euro è stato il mancato introito per Arca Nord Salento.
“Non è la prima volta che chiediamo questo tipo di verifiche – spiega il direttore Serinelli- Sei comuni della provincia sono stati interessati da una verifica della Guardia di Finanza nel 2014. All’epoca sono state rinviate a giudizio 61 persone per dichiarazioni mendaci con un mancato introito per canoni per 400mila euro. Nel 2016 ancora sugli stessi comuni e ne sono stati rinviati a giudizio 67 con un mancato introito di 450mila euro. E’ in corso un’altra verifica della tenenza di Fasano e Pezze di Greco. E’ nostra intenzione procedere ad una verifica anche su Brindisi”. Le verifiche partono dall’agenzia , dunque, che nel corso degli anni ha notato una serie di discrepanze nei conteggi dei canoni, non potendo approfondire da sé ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine affinchè si potessero fare una serie di controlli incrociati che alla fine sono sfociati in inchieste giudiziarie. “Dal 2014 c’è questa forma di collaborazione con la guardia di finanza- dice Serinelli- perché in realtà queste verifiche dovrebbe farle la polizia locale, spesso abbiamo chiesto l’intervento dei vigili ma poi ci dicevano che mancava il personale, quindi abbiamo deciso di rivolgersi alla guardia di finanza. Ancora oggi in stato di dissesto, in quattro cinque anni , siamo riusciti a recuperare una mole non indifferente, riteniamo con il prossimo bilancio 2019 usciremo dal dissesto. Quindi attraverso una verifica puntuale , contenimento delle spese,recupero delle morosità pian piano riusciremo a uscirne fuori”.

Le conseguenze
I mancati introiti nelle casse di Arca Nord non consentono alla stessa agenzia di garantire alcuni fondamentali servizi. Parliamo delle manutenzioni tanto ordinarie quanto straordinarie. Non vi sarebbero finanziamenti a sufficienza per garantire questo tipo di interventi, accade così che anche gli immobili che necessiterebbero di interventi urgenti debbano attendere prima di vedere avviato qualsiasi tipo di lavoro. “ Se non ci sono i soldi come si fa ad intervenire- dice il direttore di Arca Nord- è evidente che vi sono situazioni limite ma non ci si può lamentare se poi non paghi il canone. Senza considerare che gli stessi inquilini in questi anni non hanno avuto molto rispetto delle abitazioni. Io li chiamo i quartieri della vergogna, nel senso è chiaro che negli anni gli immobili hanno avuto problemi, ma chi ci abita non ha avuto rispetto. Dal punto di vista urbanistico i quartieri sono stati pensati in maniera lungimirante. Perché se si dà uno sguardo ad esempio al quartiere Paradiso, l’impianto urbanistico risponde ad una determinata logica, le piazzette tra una palazzina ed un’altra , le strutture di quartiere, il mercato coperto . Ma il concetto di “tanto case popolari sono” ha contribuito parecchio sulla cattiva gestione delle abitazioni”.
Serinelli racconta anche come durante questi anni abbia avuto modo di verificare di persona i comportamenti poco civili degli inquilini, emblematico è il caso di una abitazione nella vasca da bagno è stato trovato piantato il prezzemolo e il basilico. Il sanitario era stato utilizzato quale vaso per coltivare in casa.
“Penso che ci voglia una rivoluzione culturale, oggi l’inquilino deve sentirsi l’alloggio come una cosa propria, lo deve rispettare, non dico che lo deve mantenere ma certe piccole cose può farle da sé- dice ancora Serinelli- Io non posso mandare un tecnico per la sostituzione di una lampada, sarebbe controproducente, tenuto conto che negli anni con il contenimento della spesa pubblica l’agenzia non più stata destinataria di grossi finanziamenti”.
Nella ripartizione del canone di locazione una quota è destinata alla manutenzione ordinaria, se il canone non viene pagato , l’agenzia non ha introito e non può assicurare la manutenzione. Un quinto del canone, in molti dei casi, semplicemente un quinto di 25 euro. La gente però lamenta lo stato di fatiscenza di alcuni immobili e, come nel caso di via Egnazia dove il prospetto del palazzo ha cominciato a cedere, vi sono situazioni non più rinviabili.

Gli interventi sugli immobili
In questi giorni l’attenzione di Arca Nord è sugli immobili di via Egnazia , il direttore Serinelli è in procinto di assegnare l’incarico per la verifica statica del complesso edilizio, al momento solo prove di laboratorio sui materiali, poi quello al progettista. Fino al 31 dicembre 2018 saranno cantierizzati su Brindisi 14 interventi del recupero del patrimonio immobiliare per un valore di 6milioni e 300mila euro che nulla ha a che vedere con il recupero del quartiere Paradiso che invece durante il 2019 sarà interessato dal progetto di rigenerazione urbana, è un altro filone. I rioni interessati dai cantieri saranno: Commenda, Sant’Elia, Paradiso (piazza Stano), Paradiso (piazza Botticelli). I lavori consisteranno nel rifacimento dei prospetti, delle terrazze, degli impianti. Non ci saranno interventi all’interno degli alloggi ma saranno realizzati rivestimenti “a cappotto” sui prospetti e impianti per l’efficientamento energetico sulle terrazze.