Italo Vitale, tra numeri e mare: l’addio allo storico prof del Monticelli

di Daniela Napoletano per IL7 Magazine

Docente storico del Liceo Scientifico Monticelli, negli ultimi anni, prima di andare in pensione, il prof Italo Vitale, di matematica e fisica, aveva chiesto il trasferimento presso l’Istituto Magistrale “Palumbo” per puro desiderio di cambiamento. E’ stato proprio uno dei suoi colleghi della scuola di via Achille Grandi, don Adriano Miglietta, a celebrare il funerale del docente brindisino scomparso alla fine dell’estate (martedì 29 agosto 2017), all’età di 83 anni.
La messa di commiato è stata celebrata nella chiesa di San Benedetto, a pochi passi dall’elegante abitazione del prof Vitale, in via Carmine 80, indipendente, con numerose rifiniture e dettagli in legno, alcuni realizzati dalle meticolose mani del prof. Italo Vitale.
Infatti non era solo docente di matematica e fisica, conoscitore alle perfezione di tutte le leggi scientifiche, ma era un uomo dalla grande manualità (ne sanno qualcosa i soci della Lega Navale di Brindisi), scrittore di poesie in dialetto, con due grandi passioni: il mare e le sigarette.
Italo è figlio unico di Flora De Virgilis e del musicista Angelo Vitale, direttore d’orchestra e musicista, che per il suo opporsi al regime fascista fu mandato al confino a Saluzzo. Lo zio di Italo, anche lui musicista, pare sia stato il compositore di “Mannaggia lu Rimu”, le cui note sono state utilizzate proprio nei giorni scorsi al momento dell’accensione delle luminarie per la festa di San Teodoro.
Italo, dalla singolare intelligenza, e anche fascino – dicono – dopo la maturità classica, ha studiato al Politecnico di Torino. Dopo aver superato 21 esami, dovette lasciare tutto e tornare a Brindisi per problemi familiari. Si dedicò alla pesca, pochi come lui erano capaci di scendere a certe profondità in mare, e questa diventò la sua professione, spesso era chiamato a intervenire nei villaggi Valtur per la sistemazione delle tubature.
Nel frattempo conobbe a un matrimonio, dove lui fu testimone, Rosetta Portolano, la bellissima ragazza bruna, alta, snella, che è stata incoronata per prima Miss Puglia, lei era lì perché si sposava una sua nipote. I due si persero di vista, Rosetta raggiunse la sorella in Toscana, ma un giorno Italo piombò lì. Dopo due mesi si sposarono, quindi nacquero Floretta, poi Angelo 49 anni, ingegnere presso un’azienda di Barcellona dove vive con la moglie.
Italo ha lasciato i due nipoti, figli di Angelo, Isabella di sei anni e Milo di quattro.
Il figlio Angelo dice: “Io ho il carattere della mamma, ma la passione per le materie scientifiche di mio padre, e anche mio figlio Milo ha questa propensione.
“Con mia sorella ci domandiamo come mai noi due siamo così abbastanza normali – sorride Angelo Vitale – i nostri genitori sono entrambi dei folli, mio padre è stato una persona che ha seguito sempre le sue passioni, vivendo con un pizzico di anarchia e mia madre folle quanto lui, lo ha sempre seguito. Pensa che ci portavano ovunque col mare in tempesta”.
Per Angelo, e la mamma che gli è seduta accanto Rosetta Portolano, 86 anni, sempre donna distinta e ben curata, è un piacere ripercorrere il passato e descrivere le “follie” di Italo: il mare era la sua vita, lo conosceva alla perfezione, e non lo temeva neppure quando era infuriato, niente lo fermava, e con la sua imbarcazione si portava dietro moglie e figli. “Per me e mia sorella le onde erano le nostre montagne russe, non avevamo paura, ormai eravamo abituati”.
A un certo punto però Rosetta convinse Italo che non potevano vivere di solo mare e pesca, con lui poi…… che fumava tre pacchetti di sigarette al giorno. Così lui si rimise sui libri, si iscrisse alla facoltà di Fisica di Lecce, dove gli furono convalidati solo cinque dei 21 esami di Ingegneria, e col suo amico, Gigi Papadia, diventato più tardi il padrino del figlio Angelo, si laureò e lavorò contemporaneamente. Arrivarono le prime supplenze in provincia, Mesagne, Ceglie, e le lezioni di ripetizione a casa, interrotte solo quattro anni fa circa, quando sono subentrati importanti problemi di salute. “Lui ha pagato la sua ultima bravata.
Aveva 74 anni, gli balenò l’idea di partire da solo in Grecia, con la sua imbarcazione di 13 metri. Lì si sentì male e si salvò grazie all’intervento del suo amico medico Giovanni D’Errico che lo soccorse”. Da allora Italo Vitale non ha più goduto di ottima salute, pian piano non ha più potuto raggiungere la Lega Navale, il suo mare, però non ha mai voluto vendere le sue amate barche.
Come insegnante era sui generis, ma ha lasciato un grande ricordo nei suoi studenti che lo ricordano non solo come professore di matematica e fisica, ma anche come un caro amico.
In questi giorni Angelo, nei cassetti del suo papà, sta trovando di tutto, poesie, articoli di giornali e tantissime lettere di ex studenti che lo adoravano, letteralmente.
“Acquistò la barca ad Alassio in Liguria, mi telefonò e mi disse che si apprestava a circumnavigare l’Italia, rotta Brindisi. Lo supplicai di aspettarmi, che li avrei raggiunti il prima possibile, ebbi problemi a lavoro ma non potevo lasciarli soli. Era solo con mia madre e partimmo per la Corsica senza consultare le previsioni del tempo. Fu un’avventura, ci dirigemmo verso la Corsica col mare in tempesta. Qualche anno prima nel Golfo del Leone, più a ovest, si era consumata la tragedia del Parsifal, dove nove persone avevano perso la vita, travolte da un’onda di dieci metri. Poi dalla Corsica, all’Isola d’Elba, quindi Civitavecchia, lì fui costretto a ritornare al lavoro, e loro da soli circumnavigando la penisola approdarono finalmente a Brindisi”.
A Italo Vitale, negli ultimi tempi, costretto a rimanere nelle quattro mura di casa, è mancato molto il mare; alla fine non riusciva più a camminare e aveva dimenticato – per fortuna – l’altra sua inesauribile passione, i tre pacchetti di sigarette.
Una telefonata interrompe la piacevole conversazione nel raffinato salotto di casa Vitale con Rosetta e Angelo; loro avrebbero continuato a parlare per ore, del resto gli argomenti non sono affatto esauriti.

Il ricordo dei suoi studenti
Che uno studente, trascorsi tanti anni ormai, chieda preoccupato su facebook se qualcuno abbia notizie del prof Vitale, che da tanto non si vede più in giro, e che qualcun altro allarmato si riprometta di andare a citofonare a casa, e che un’intera classe, appresa la triste notizia, tenga a cuore di dedicare all’amato docente alcune righe, la dice lunga su ciò che è stato a Brindisi il prof Italo Vitale.
La classe V C, dell’anno scolastico 1990-91, del Liceo Monticelli, in particolare ha vivissimo il ricordo del prof brindisino: Luisa Montagnaro sottolinea: “Era una persona dedita alle sue due passioni: sigarette e pesca. Era molto schivo, ma un orso buonissimo”.
Milena Saponaro dichiara: “Per me è stato e resterà un mito di prof e di uomo! Una figura chiave nella mia vita! ’Saponaro … non fare ca…te, tu devi andare a Torino al Politecnico’. E in un momento cruciale di decisione sul mio futuro cosa feci? Seguii il suo ‘consiglio’. Non so se sia stata la scelta più giusta per me ma una cosa è sicura: quello che ho oggi, la mia famiglia, il mio lavoro … la mia vita è strettamente legata a quella decisione! Quindi posso solo dire GRAZIE prof!!!!”.
Francesca Musaio: “Ricordo i disegnini con la faccia di ciuccio con il fiore in bocca dopo averci chiamati trogloditi!!! (quando non capivano qualcosa)”.
Maria Mano: “Ricordo quando ci ‘scumò’ che non correvamo nell’ora di educazione fisica e se la cantò con la prof perché doveva stare più attenta. Non ce l’aveva con noi… si prese la pizzicata con lei… e sorrideva sotto i baffi….
“E poi quando spense la sigaretta tra le mani e se la mise in tasca perché entrò il preside, quando cancellava la lavagna con le sue mani da gigante buono, quando mi sorrideva e mi guardava con quegli occhi da padre benevolo e mi diceva ‘signorina Mano…..’ , quando ci chiamava ‘carogne’…. io lo porterò sempre con me… e quando penserò a lui avrò sempre e solo un sorriso nel cuore….”.
Alessandro Nisi: “Ricordo una battuta: durante un consiglio di classe il prof di religione disse che voleva parlare di spiritualità durante la sua ora; la prof di biologia replicò ‘beh, è una cosa importante, tutti dobbiamo sapere chi siamo’; interviene il prof di filosofia ‘nessuno lo sa!’, ribatte Vitale ridendo ‘vi lu dicu io ce cosa sontu quiddi dae’ ( riferito a noi)”.
Luana Leccese: “Il ricordo di te non potrà svanire mai sei stata una persona che usava l’altruismo come pane quotidiano non potremo scordarti mai riposa in pace.
Michele Martello: “Il prof Vitale l’ho conosciuto molto meglio dopo il liceo. Andai a trovarlo qualche volta per salutarlo ed ho scoperto un uomo di grande umanità, di saldi principi e profondi valori.
Anch’io ricordo l’episodio della sigaretta spenta in mano e i disegni delle teste di ciuccio sui compiti in classe…
Ancora Luana Leccese: “Di lui ricorderò sempre quando annunciò che voleva smettere di fumare la sigaretta e prima passò al sigaro e poi alla pipa”.