Rete idrica AQP, ristoratori e commercianti: «Lavori necessari ma con cautela»

di Fabiana Agnello per IL7 Magazine

L’alba del 28 settembre porrà fine all’incubo del dissesto idro-geologico nel cuore messapico, agli intasamenti frequenti e ai forti miasmi dalle caditoie.
Ma l’apertura del primo cantiere dell’AQP che provvederà alla sostituzione della rete idrica e fognaria comporterà non pochi problemi ai commercianti, ai ristoratori e residenti del centro storico che attendono di incontrare il sindaco Pompeo Molfetta, gli assessori, Maria Teresa Saracino, con delega alla polizia locale, Roberto D’Ancona, ai Lavori pubblici, e Anna Maria Scalera, alle Attività produttive, venerdì 28 settembre.
«E’ un lavoro importante che deve essere fatto perché la situazione è diventata insostenibile» commenta Fabrizio Dipietrangelo, presidente dell’Associazione Ristoratori Mesagne.
«Nell’incontro che abbiamo chiesto al sindaco discuteremo sulle modalità di intervento, i tempi e le strade interessate dai lavori. E chiederemo di affrontare un altro grave problema: il distacco dell’erogazione dell’acqua».
Già da un paio di anni alcune attività enogastronomiche e bar del centro storico si sono muniti di serbatoi e container per mitigare i disagi nel normale svolgimento delle attività, dovuti a un decremento del flusso dell’acqua dalle ore 22.
«Chiederemo una segnaletica alternativa per la viabilità, soprattutto per chi ci raggiungerà da fuori e siamo fiduciosi che l’amministrazione ci tutelerà sotto l’aspetto della sicurezza e delle tempistiche dei lavori», conclude Dipietrangelo.
Spaventa la previsione di circa 400 giorni di lavoro continuativi alla luce di una situazione incerta che sarà meglio definita quando sarà sollevato tutto il basolato delle arterie del centro storico.
Previsione criticata dalla signora Adele Valentini, titolare del negozio “Idea Casa” in via Albricci, cui ha infastidito la frase pronunciata dall’amministrazione «E’ finita l’estate mesagnese, possiamo iniziare i lavori nel centro storico».
La signora Valentini, come altri commercianti, non ha avuto lo stesso guadagno dei ristoratori e reclama la programmazione dei lavori prevista per la stagione invernale, periodo di maggiore afflusso per la sua attività in vista del Natale. Chi assicurerà il guadagno e la copertura del carico di spesa che effettuerà a ottobre durante il meeting? La progressività dei lavori, l’inversione sei sensi di marcia le permetteranno di svolgere la sua attività principalmente in inverno? La signora Valentini propone di aprire via Geofilo ed eliminare il dissuasore, perché le auto circolano comunque laddove era stato vietato il transito, e chiede di essere ascoltata da buona cittadina rispettosa delle regole e puntuale contribuente.
«Siamo rimasti in quattro gatti» commenta la Valentini «anzi, cinque: Margherita Ignone, Massimo de Lu Putichinu, Raffaele della pescheria, Carmela della macelleria e Benito. Nel momento in cui chiuderanno il traffico veicolare, chi verrà da noi? Quei pochi che avevano l’attività commerciale nel centro storico sono scappati. E stanno facendo di tutto per far calare le serrande anche a noi. Io lavoro qui da 22 anni e se dio vorrà ci resterò fino alla pensione. Ho famiglia e non vedo il motivo per cui dobbiamo essere penalizzati».
La Valentini chiede all’amministrazione di trovare un punto di incontro, di sedersi a tavolino e discutere con buon senso i percorsi alternativi per non permettere, come ha vociferato qualcuno, di chiudere per qualche tempo le attività.
Stesso problema che si pone Roberto D’Aloisio, “Biglioncino”, storico rivenditore di frutta e verdura del centro storico: «Quando ci hanno informati degli interventi dell’AQP abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché già da parecchi mesi, anzi, anni lamentiamo problemi di fogna e allagamenti subiti sia dalla mia attività che dal bar Porta Grande. Ma siamo molto preoccupati per lo svolgimento dei lavori perché non vorremmo che fosse lesionato il nostro secolare e storico basolato; e non vogliamo chiudere le serrande dopo anni di attività. E chiediamo che gli addetti ai lavori svolgano gli interventi con cura e maestria sotto la vigilanza continua dei tecnici del comune. Gli assessori preposti, Roberto D’Ancona in primis, dovranno continuamente monitorare i lavori e creare delle passerelle pedonali come accaduto negli anni passati».
E degli anni passati si ricorda bene Walter Magrì, “Cazzillo”: il 1° aprile del 1986 un intero comparto del centro storico, per una estensione di 4 mila metri quadri, rischiò di sprofondare a causa di pavimenti ceduti e crepe nei muri portanti delle abitazioni.
Nonostante i lavori di ristrutturazione svolti negli anni 90, gli impianti di fogna, quello elettrico e idrico non furono mai più ripresi e nel 2014 si sono verificati altri crolli in via Geofilo e sulla sua prosecuzione, via Eugenio Santacesaria, con danni nelle vie limitrofe che comportò l’evacuazione dalle proprie abitazioni di alcune famiglie.
«L’impianto di rete fognaria deve essere cambiato perché da qualche mese a questa parte si è sviluppato un fenomeno di miasmi ammorbanti che danneggiano le attività e i cittadini» afferma Walter Magrì, che non manca di ringraziare l’assessore Roberto D’Ancona e la sua squadra per il pronto intervento, anche notturno, per mitigare gli effetti nauseabondi della fogna durante l’estate.
Dall’ultimo sopralluogo effettuato dall’AQP in via Eugenio Santacesaria è stato rilevato un intasamento del troncone principale della rete a seguito del quale la fuoriuscita dell’acqua della fogna si dirama nel sottosuolo creando dei fiumi sotterranei.
«Dove finisce l’acqua? La cabina dell’Enel sullo spiazzo del Burger Eat ogni tanto viene pulita e si presume sia la perdita del troncone. Il Comune fino ad ora ha fatto pressione all’AQP per togliere l’occlusione che sta al termine di via Santacesaria. E la situazione è davvero tragica perché rischia di sprofondare tutto il centro storico. Incrociamo le dita sull’andamento dei lavori e speriamo che ci sia una costante attività di vigilanza, ma che permettano anche alle attività di proseguire nella loro quotidianità».
Stesso parere espresso da Angela Marinosci, titolare dell’edicola Ciribì alla Porta Grande: «Se non lasceranno un passaggio aperto, se non costruiranno delle passerelle ed individueranno percorsi alternativi segnalandoli, ci distruggeranno».
Il 28 settembre è ormai alle porte e, pur pienamente consapevoli delle difficoltà che si dovranno sopportare, i mesagnesi confidano davvero che al termine dei lavori gli sforzi possano essere ripagati nel vedere un Centro Storico riconsegnato alla Comunità più bello (e profumato) di prima.