Scuola «Giovanni XXIII», genitori chiedono 2 anni con le maestre

di Daniela Napoletano per IL7 Magazine

Sono sul piede di guerra i genitori dei cinquanta alunni della scuola materna “Giovanni XXIII” in viale Aldo Moro, nei pressi dell’ex Hotel Mediterraneo, a causa della delibera del 14 dicembre scorso con cui il commissario Santi Giuffrè stabilisce la dismissione di questa unica scuola d’infanzia comunale rimasta aperta a Brindisi a partire dall’1 luglio 2018.
In verità non sarebbe una novità questa, nel senso che già le altre scuole comunali sono state chiuse, ad esempio la Pietà, o la San Francesco D’Assisi, una legge regionale invita infatti i Comuni a ridurre le spese e ad affidare interamente l’istruzione alle strutture statali. Pertanto il commissario, come ha spiegato nel corso di una conferenza stampa, ha solo “messo in atto una decisione presa da qualche passata amministrazione, e poiché il Comune di Brindisi è tra quelli che sopporta maggiori spese, è utile questo taglio”.
Ma i genitori della “Giovanni XXIII” chiedono che i loro figli vengano trattati come gli altri che hanno frequentato le scuole comunali poi chiuse: “E’ stata data la possibilità di concludere il ciclo, alla Pietà addirittura otto sezioni, e poi non sono state prese più le iscrizioni perché la struttura in questione sarebbe stata chiusa”, interviene uno dei genitori, Gianluca Perez, che si fa portavoce di tutti gli altri. “Tra due anni i nostri bimbi finirebbero, perché a noi viene riservato un trattamento diverso? Sia noi genitori che le maestre siamo venuti a conoscenza della spiacevole novità solo attraverso un articolo. Abbiamo chiesto un incontro al commissario per spiegare il nostro punto di vista, in modo che ci si possa venire incontro. In fondo parliamo di bambini, che stanno benissimo con le loro maestre, perché dare questo trauma per non avere un po’ di tolleranza? La sede è comunale, ci saranno 20-30mila euro di spese l’anno, non di più. Inoltre vorrebbero spostare queste maestre, che tra due anni vanno in pensione, su altri uffici, con altre mansioni a loro anche poco note. Chiediamo almeno che ci vengano lasciate queste maestre, siamo disposti a convivere in altre realtà, ma almeno accanto alle maestre Gianfranca, Margherita e Ada. Il commissario Giuffrè invece non ci riceve”.
Il 25 gennaio scorso i genitori hanno incontrato Nicola Zizzi, del Settore Politiche Educative, alle ore 16, presso la biblioteca della scuola Crudomonte, la sede più vicina alla Giovanni XXIII: “Sembrava di essere a un Open Day, come se stessero lì solo per prendere iscrizioni, non per ascoltare le nostre ragioni. Noi volevamo spiegazioni, chiedere tempo, ottenere almeno le nostre maestre, non c’è stata data possibilità”, prosegue il genitore brindisino.
Successivamente il commissario Giuffrè ha delegato il suo sub commissario, Agostino Galeone, affinché si occupasse di questa vicenda. I genitori lo hanno incontrato nel suo ufficio lunedì 29 gennaio, alle ore 12, ma non si è venuti a capo di nulla: “Il dottor Galeone, che è stato gentilissimo e comprensivo nei nostri confronti, non era in grado di fornirci dettagli o rispondere alle nostre richieste perché ha ottenuto questo incarico all’inizio di gennaio, quindi non conosce a fondo la situazione della scuola Giovanni XXIII”.
Dunque ancora una volta i genitori chiedono un incontro al commissario che pare abbia loro risposto nel corso di una conferenza stampa: “Ho solo applicato un qualcosa che era stato stabilito da diverso tempo…..e la struttura non è assolutamente destinata a parcheggio, come si sta vociferando”.
Ma i genitori brindisini vogliono vederci chiaro, sono disposti ad arrivare alla stampa nazionale pur di tutelare i diritti dei loro bambini: “I nostri figli sono come gli altri di quelle strutture comunali chiuse: tutti hanno terminato il ciclo laddove l’hanno cominciato. Chiediamo altri due anni di tolleranza o che ci lascino le nostre maestre in qualche altra struttura, se proprio necessario; sarebbe un ulteriore disservizio impiegarle in qualche altro ufficio, che non sia l’insegnamento, non avrebbero il tempo di imparare il nuovo mestiere che poi andrebbero in pensione”.
Altro elemento, a cuore dei genitori, la professionalità appunto di queste maestre: “La Crudomonte è la scuola più vicina alla mia abitazione”, conclude Gianluca Perez, “ho scelto la Giovanni XXIII per la bravura di queste maestre e abbiamo potuto appurarla, sono riuscite a scolarizzare bambini che provenivano da situazioni disagiate, traumatizzanti. In fondo in questa scuola si iscrivono bambini provenienti da tutte le zone della città. Non è un caso. Come potremmo, noi genitori, essere disposti a che questo lavoro encomiabile delle maestre venga interrotto? Maestre che, a dispetto di ciò che dice ingiustamente qualcuno, non si sono mai assentate perché – nonostante l’età, come viene detto – non soffrono di alcun acciacco!!!”.
I genitori attendono risposte ufficiali da parte del commissario straordinario Santi Giuffrè, non attraverso conferenza stampa o articoli, convinti che non ci sia una motivazione reale dietro tutto questo, ma solo “un puntiglio o un interesse politico”. Ma loro non ci stanno, soprattutto sulla pelle dei loro bimbi.