Via Appia, Brindisi fuori dalle vere celebrazioni

di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine

A Brindisi, per la terza edizione dell’Appia Day, verranno realizzati dei depliant, in inglese e francese, che racconteranno la presenza dell’Appia Antica in città. La distribuzione è prevista presso gli info-point, in occasione della giornata di accoglienza dei croceristi del 14 Maggio.
Dal tramonto sino alle ore 23 delle giornate 13 e 14 maggio le colonne romane, simbolo della Via Appia, si illumineranno di ocra e blu a simboleggiare il mare e la terra.
Sulla facciata del Nuovo teatro Verdi, saranno proiettate immagini tra le quali quella dell’evento nazionale “Appia Day”.
Lunedì 14 maggio, presso la sede comunale di Palazzo Guerrieri, verrà realizzato un laboratorio con le scuole per riprodurre il capitello della Colonna terminale della via Appia.
Si capisce benissimo che le iniziative si inseriscono in un tempo di estrema precarietà finanziaria per tutti, anzi, che le stesse sono sostanzialmente buone a qualsiasi scopo e che per bisogno le si annovera tra quelle destinate a celebrare qualcosa di molto, ma molto più importantre. Il rischio di cadere nel pressapochismo è altissimo, la possibilità che si getti nello sconforto le piccole speranze di quei giovani che credono in Brindisi.
Sbirciando tra le iniziative nel cartello nazionale e già registrate sul sito ufficiale dell’iniziativa, si scopre che ad Oria, per esempio, è prevista tra l’altro, una passeggiata da Masseria Santa Croce Superiore – nel territorio di Francavilla Fontana a Oria. Un percorso di oltre 6 chilometri da fare in bicicletta, a cavallo, con calessi ed auto d’epoca. Nulla di eccitante, ma evvivaddio qualcosa di più di un semplice effetto luminoso.
Più ci si allontana dalla realtà brindisina, più si comprendono evidenze che da vicino neppure si percepiscono.
Diceva Abramo Lincoln: Il futuro arriva un giorno alla volta. Accade cos+ che il 13 di maggio arrivi qualche giorno dopo lo scorso sabato 5 maggio, quando presso la Reggia di Caserta si è tenuto il workshop “verso il Forum Appia”. Un confronto aperto a enti, istituzioni, associazioni che a vario titolo si prendono cura dell’antica consolare e dei luoghi che sono in stretta relazione con essa.
Il workshop, si apprende dalle note degli organizzatori è stato occasione di presentazione degli eventi che si terranno tra Roma e Brindisi durante l’Appia Day del 13 maggio, ma anche e soprattutto per ragionare di “Appia Net”, una rete relazionale finalizzata a supportare lo sviluppo dell’Appia in chiave turistico-culturale.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Touring Club Italiano, Legambiente e CoopCulture, in linea con i principi della Convenzione di Faro, la città portoghese dove si è firmata la convenzione europea che disegna un nuovo modo di approcciare al grande bacino delle risorse culturali. Principio ispiratore del trattato già ratificato da 21 paesi su 47 del consiglio d’Europa è l’idea che la conoscenza e l’uso del patrimonio, fanno parte del diritto del cittadino di partecipare alla vita culturale come definito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il testo presenta il patrimonio sia come risorsa per lo sviluppo umano, il miglioramento della diversità culturale e la promozione del dialogo interculturale, sia come parte di un modello di sviluppo economico basato sui principi dell’uso sostenibile delle risorse, esaltando i processi di partecipazione e sussidiarietà con le comunità e i cittadini
Hanno preso parte un centinaio di partecipanti, provenienti dai territori di Lazio, Campania e Puglia. Tra gli altri sono intervenuti i sindaci e i delegati dei Comuni di Brindisi, Fondi, Latina, Benevento, Francolise, Gravina, S. M. Capua Vetere, Caserta e Capua, che hanno offerto interessanti gli spunti e proposte per il progetto di riqualificazione dell’antica Regina Viarum.
Dal dibattito è apparsa chiara e sentita “l’esigenza di storicizzazione del percorso, attraverso la quale rintracciare denominatori comuni, utili a riprogettare i territori attraversati dall’antica via e sfruttarne, in modo sussidiario, le risorse” – ha affermato Giovanna Barni, Presidente di CoopCulture. “Ciò che emerge è che ci troviamo dinanzi ad una occasione del tutto nuova per discutere di territorio, in maniera trans-regionale ed è pertanto necessario ricorrere a modelli innovativi di cooperazione e integrare le politiche locali creando occasioni di partenariato di più ampia portata” – ha sostenuto da Alberto Fiorillo, portavoce di Legambiente e coordinatore di Appia Day.”
Franco Iseppi, Presidente del Touring Club ha dichiarato: “Il contributo che Touring Club può offrire al progetto dell’Appia è quello che discende dalla sua naturale vocazione ed esperienza come servitore civile delle Istituzioni, come facilitatore culturale e punto di riferimento morale del turismo, e cioè che sull’Appia si può procedere in maniera più efficace se si agisce per sottrazione, nella direzione del recupero del tracciato dell’antica via e dell’identità ad essa legata”.
Vista così, la storia assume valenze inaspettate o forse più semplicemente sottratte alla dinamica per cui sono nate.
La convenzione di Faro accorda le politiche di valorizzazione europee su uno spartito – come scriverebbe uno che sa – che tiene conto dei processi in atto di democratizzazione della cultura e di “open government”, poiché vede nella partecipazione dei cittadini e delle comunità la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo al benessere e alla qualità della vita.
A ben pensare, Brindisi ed i suoi abitanti, ricopre da due millenni la funzione di punto cardine di un processo culturale che si è fatto economico ed ha generato finanche mutazioni genetiche nei brindisini.
Ad oggi, non due depliant o un occhio di bue da modesto effetto speciale, possono essere in grado di colmare il bisogno di una città capitale culturale della Regina Viarum.
Nessuno si avvide della risultante di un tuffo nelle acque del porto di Paolo Rumiz sul finire dell’agosto del 2016, che dopo aver percorso la via Appia a piedi, vi si gettò con grande godimento suo, ma compiendo l’atto di battesimo del definito esproprio da Brindisi di una titolarità soltanto millantata. Di ritorno a Roma, Rumiz raccolse le adesioni per un progetto che l’allora Ministro per i beni culturali, volle fare proprio e che oggi coinvolge le regioni attraversate dalla antica via consolare. A dirigere per il tratto pugliese, il presidente della Regione. A Brindisi nessuno.
E dire che Brindisi aveva il dovere di assumere il ruolo di protagonista che le compete, oggi resta esercizio inutile. Non è questo lo spazio per ricercare e denunciare responsabilità, che hanno definito per Brindisi, l’identità di parassita di decisioni di altri, ma lo spazio per dennciare la differenza abissale tra noi e chi dalla Via Appia, sa già cosa guadagnare.