La Asl taglia sull’assistenza ai bambini disabili: nel piano di riordino ridimensionato il “Niat”

La Asl di Brindisi vuole risparmiare sull’assistenza ai bambini disabili: nel Piano di riordino redatto dal direttore generale Giuseppe Pasqualone (e attualmente al vaglio dei sindacati) è previsto che il “Niat” (Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza territoriale, inserito nel dipartimento di Salute mentale) sia declassato da Unità operativa complessa (con al suo interno due unità operative semplici)a unità operativa semplice.
Una scelta che potrebbe comportare notevoli difficoltà nell’organizzazione di un servizio che si svolge parallelamente in sei centri (Brindisi, San Pietro Vernotico, Latiano, Francavilla, Fasano e Cisternino) con 142 dipendenti che si occupano di handicap dell’età evolutiva e di psicopatologia in età evolutiva.
Il Niat è l’unico servizio sul territorio che per legge si occupa dell’integrazione scolastica dei bambini che hanno difficoltà. Sono circa 1.800 i minori con handicap seguiti per diagnosi di riabilitazione, terapia e integrazione scolastica. In totale, su tutto il territorio provinciale sono poco meno di 4.000 i minori presi in carico.
La scelta della Asl di Brindisi sembra ridimensionare il ruolo del Niat e l’assistenza ai minori portatori di handicap. Invece di incentivare le politiche sociali e quei servizi che rappresentano un investimento sull’età evolutiva per poter avere in futuro una popolazione che goda di buona salute, i tagli vengono fatti indiscriminatamente.
La proposta di Pasqualone prevede sole 76 unità operative complesse e 109 semplici di cui 26 a valenza dipartimentale. Tra queste ultime, ciò che rimarrà del Niat.