Omicidio Galeandro, arrestato un francavillese: sarebbe il secondo killer

Era diventata una figura scomoda per la gestione del traffico di stupefacenti a Pulsano e dintorni, in provincia di Taranto, e così un gruppo criminale decise di eliminarlo con un’azione efferata e pianificata in tutti i particolari. In questo modo fu portato a termine il 22 luglio dell’anno scorso l’omicidio di Francesco Galeandro, 22 anni, pregiudicato. Dopo i primi tre fermi di indiziato di delitto, eseguiti il 27 settembre scorso, a carico di uno dei presunti esecutori materiali, del presunto mandante e di un presunto favoreggiatore e custode delle armi, poi convalidati e tramutati in altrettante ordinanze cautelari, oggi è toccato ad altre sei persone. I carabinieri del Comando provinciale hanno arrestato Giuliano Parisi, 36 anni,  (foto) residente a Francavilla Fontana (Brindisi), operaio, pregiudicato, considerato insieme a Vito Nicola Mandrillo, già arrestato, uno degli esecutori materiali dell’agguato. 

 Il presunto ideatore, finanziatore e mandante dell’omicidio, Maurizio Agosta, era stato già catturato. Arrestati anche Antonio Serafino, 73 anni, pensionato, pregiudicato di Pulsano, Giuseppe Giaquinto, 28 anni, operaio di Pulsano, con precedenti, Vincenzo Caldararo, 46 anni, operaio di Crispiano, pregiudicato. Dopo i primi fermi i carabinieri hanno proseguito le indagini per individuare il secondo killer: Galeandro, infatti, era caduto sotto il fuoco di una pistola calibro 9×21, ma anche di munizioni calibro 7.62 per kalashnikov. Un agguato così efferato, messo in atto mentre la vittima era in movimento con la propria auto, doveva essere stato organizzato da un gruppo più ampio. 

 A premeditare e a portare a termine l’agguato, per ottenere il controllo criminale della zona, sarebbero stati Agosta, Mandrillo, Giaquinto, Parisi, Caldararo e Serafino. La fase preparatoria sarebbe stata molto accurata e condotta militarmente con incontri preparatori, individuazione e procacciamento delle armi e sopralluoghi. I due sicari avrebbero atteso la vittima per ore nascosti nella vegetazione fitta. Della custodia delle armi si sarebbe occupato Giovanni Pernorio, già arrestato a settembre, mentre nelle ore e nei giorni successivi all’omicidio i killer avrebbero goduto di una efficace protezione che li avrebbe sottratti ad esami quali lo stub per individuare la polvere da sparo su corpo e indumenti. Di questo sono accusati Andrea e Giovanni Rizzo, figlio e padre, entrambi residenti a Taviano, in provincia di Lecce, rispettivamente commerciante incensurato di 27 anni, il primo e operaio pregiudicato di 48 anni, il secondo. Secondo l’accusa, avrebbero offerto ospitalità ai due killer in fuga, nella propria abitazione di Taviano. I provvedimenti, gli ultimi due ai domiciliari, sono stati eseguiti dai carabinieri a Crispiano, Francavilla Fontana, Taviano e Roma su disposizione del gip del tribunale jonico Vilma Gilli che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Antonella De Luca.