Gli avvocati scioperano, il processo d’Appello per l’omicidio di Melissa slitta di un mese e mezzo

Lo sciopero degli avvocati non risparmia uno dei processi più attesi dell’anno: quello d’Appello contro Giovanni Vantaggiato, l’autore della strage del Morvillo Falcone. La prima udienza, in programma questa mattina a Lecce, è stata spostata di un mese e mezzo: si tornerà in aula il 5 maggio prossimo, nell’imminenza del secondo anniversario dell’omicidio di Melissa Bassi e del ferimento delle sue compagne. Per norma le astensione degli avvocati non riguardano i processi con detenuti ma è stato lo stesso Vantaggiato a dare l’assenso al rinvio del dibattimento. Una circostanza questa che prolunga probabilmente la sofferenza dei familiari della ragazza uccisa e di tutta una comunità segnata da quel drammatico evento. Il procuratore generale, Giuseppe Vignola, ha espresso amarezza per il rinvio dell’udienza.

La Corte d’assise d’appello di Lecce, presidente Rodolfo Boselli, giudice relatore Antonio Del Coco, ha preso atto dell’istanza e ha disposto il rinvio. C’erano i genitori di Melissa Bassi in aula, questa mattina. Puntuali e determinati come sempre. Il padre Massimo ha detto poche parole, le stesse che ha ripetuto ogni qualvolta ha affrontato, insieme alla moglie Rita, la vicenda processuale: “Siamo qui per avere giustizia per Melissa, perché la sentenza venga confermata”. Quando gli è stato chiesto un commento sulla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa ha risposto: “Da quando Melissa non c’è più, per noi ogni giorno è uno strazio. La facessero a noi la perizia psichiatrica”.

Il processo si svolgerà nell’aula-bunker allestita nel carcere di Borgo San Nicola dove Vantaggiato è detenuto dal giorno dell’arresto e in cui è rinchiuso in una sezione di massima sicurezza lontana dagli altri detenuti. In primo grado è stato condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno per 18 mesi. Per salvarlo dal carcere a vita il suo legale, Franco Orlando, si gioca l’unica carta possibile: quella di una perizia psichiatrica che possa certificare almeno una parziale incapacità di intendere e di volere nel momento in cui Vantaggiato premettere il telecomando che innescò l’esplosione. E’ prevedibile che tutta la partita si giocherà appunto sull’ammissibilità della perizia (che la Corte d’assise di Brindisi non ha concesso). L’accusa, oltre che dal pg Vignola, è rappresentata da Antonio Maruccia.