Imprenditore minacciato, condannato il boss Bruno e due suoi scagnozzi

Cosimo Maggiore, l’imprenditore di San Pancrazio Salentino la cui vita è stata irrimediabilmente condizionata dalla sua coraggiosa scelta di denunciare i suoi estorsori ha ottenuto un parziale riconoscimento dalla giustizia: Andrea Bruno, il boss della Scu che spedì due suoi sgherri a prelevare l’imprenditore per farlo portare al suo cospetto e minacciarlo affinchè si rimangiasse le sue denunce è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. Due anni di reclusione per i suoi due “ambasciatori”, Salvatore Gennaro e Vito Maci, entrambi di San Pancrazio, proprio come la vittima.

La vicenda si verificò nel 2007 e da allora, secondo quanto egli stesso ha raccontato e nonostante la protezione assicurata formalmente dallo Stato, Maggiore ha di fatto smesso di lavorare e di vivere una vita normale.

L’imprenditore, minacciato con un coltello e ferito all’addome e all’avambraccio affinché ritirasse la denuncia nei confronti di due estorsori, non solo non fece un passo indietro ma ebbe il coraggio anche di denunciare Andrea Bruno, l’intoccabile boss di Torre Santa Susanna.

Nel processo di oggi, Maggiore – che si era costituito parte civile contro i suoi aguzzini – ha ottenuto una provvisionale di diecimila euro. Poca roba in confronto a una vita rivoluzionata e nella quale, nonostante tutto, ha mantenuto con coerenza la propria posizione. Anche oggi era in aula per guardare negli occhi Andrea Bruno.