Evaso con il braccialetto elettronico dal condominio di piazza Raffaello pochi istanti dopo l’omicidio: caccia di polizia e carabinieri al sospettato numero uno per la morte di Tedesco

di GIANMARCO DI NAPOLI

Il braccialetto elettronico continua a suonare da chissà dove. E polizia e carabinieri a dare la caccia all’evaso che però potenzialmente è anche un omicida. Andrea Romano, figlio poco più che ventenne di Gino “Ramarro”, era recluso nel suo appartamento al civico 22 di piazza Raffaello, al rione Sant’Elia, munito di braccialetto alla caviglia. Stava scontando una condanna definitiva per rapina.

L’allarme alla sala operativa della questura, con la quale il dispositivo elettronico antievasione, è scattato negli stessi momenti in cui – sabato all’ora di pranzo – nelle scale di quel condominio veniva colpito a morte Mino Tedesco e ferito gravemente il figlio Luca.

Quando una volante della polizia è giunta sul posto pochi istanti dopo infatti, gli agenti si sono trovati a fronteggiare una situazione ben diversa da quella di una possibile evasione.

Andrea Romano, un mare di precedenti penali sin da quando era minorenne, specializzato nelle rapine, era stato arrestato esattamente un anno fa a Forlì per una serie di rapine. Tra i quattro giovani che finirono in manette quel 13 novembre 2013 c’era anche Alessandro Coffa, proprio lo stesso giovane che i carabinieri hanno poi arrestato sabato sera per concorso in omicidio.

L’ulteriore aspetto inquietante della vicenda è che entrambi abitano nella stessa palazzina, al numero 22 di piazza Raffaello. E nello stesso palazzo abitano altri pregiudicati.

Ora la caccia a Romano è formalmente legata all’evasione. Il braccialetto elettronico sostituisce la detenzione in carcere e fuggire equivale a scappare da un penitenziario. Ma è chiaro che su di lui convergono sospetti concreti che abbia avuto un ruolo nell’omicidio di Mino Tedesco e nel ferimento del figlio.

Essendo trascorsi alcuni giorni dal delitto, nel caso in cui dovesse essere catturato, Romano riuscirebbe quanto meno a evitare la prova stub che serve (nell’immediatezza dei fatti) a rilevare particelle di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti. Ma è chiaro che la contestualità degli eventi e la sua fuga lo mettono in cima alla lista dei sospettati.

Sono migliorate intanto le condizioni di Luca Tedesco, il giovane per il quale si era temuto per la vita a causa della gravità delle ferite riportate. Luca non sa ancora che il padre è morto. Per Mino Tedesco il magistrato ha disposto l’esame autoptico. Il corpo sarà poi riconsegnato alla famiglia per i funerali.