“Affare farmacie”: l’inchiesta della Procura potrebbe ribaltare anche il verdetto del Tar

Potrebbe avere ricadute anche sul versante della giustizia amministrativa la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Brindisi a carico dell’ex sindaco Vincenzo Della Corte, del presidente dell’Ordine dei farmacisti di Brindisi Gabriele Rampino e di altri 15 tra dirigenti e consiglieri comunali di Francavilla Fontana, imputati per aver favorito lo Rampino con l’approvazione della nuova pianta organica delle farmacie.
A ipotizzarlo sono gli avvocati dei due farmacisti danneggiati da quella delibera. Dopo aver perso il primo ricorso davanti al Tribunale amministrativo, potranno ora ricorrere in secondo grado davanti al Consiglio di Stato forti delle verità contenute nel provvedimento della Procura di Brindisi.

Non che ve ne fosse estremo bisogno, dal momento che il Tar, pur avendo ritenuto “non assolutamente illogiche o irragionevoli le scelte effettuate dal Comune di Francavilla Fontana”, ha comunque riconosciuto, scrivono i legali dello studio Astolfi e associati di Milano “la fondatezza degli argomenti dei nostri ricorrenti”.

Ora però, per il loro arco, gli avvocati dei farmacisti Maria Teresa Bungaro e Francesco Cannalire, hanno qualche freccia in più da poter scoccare in Consiglio di Stato. A fornirle, appunto, la giustizia penale.

Nella sua richiesta di rinvio a giudizio il pm titolare dell’inchiesta ha bollato come “false” le attestazioni contenute nella delibera, nei punti in cui si sostiene la necessità di realizzare le nuove farmacie nella zona già servita da Bungaro e Cannalire, perché demograficamente idonea e poco servita.
Di più: dall’inchiesta emerge non solo che la relazione dell’Ordine dei farmacisti che dava il via libera alla delibera poi approvata dal Consiglio fu scritta, sul suo computer, dallo stesso Rampino che poi se ne sarebbe avvantaggiato, ma anche che quest’ultimo sentii telefonicamente il sindaco prima e dopo il voto.

Elementi che il Tar non conosceva al momento del suo pronunciamento favorevole al Comune di Francavilla. Ma il Consiglio di Stato sì, con le immaginabili conseguenze del caso.