Il male oscuro del pallone si porta via Manca: l’ex attaccante del Brindisi era malato di “Sla”

Il male oscuro del pallone, la terribile SLA, acronimo di Sclerosi laterale amiotrofica – rara malattia che colpisce con inconsueta frequenza i calciatori professionisti degli anni 80-90, distruggendo le cellule nervose dedicate alla stimolazione dei muscoli, facendoli atrofizzare a poco a poco e portando alla morte nel giro di pochi anni – miete una vittima anche a Brindisi e si porta via Giancarlo Manca, classe 1962, ex attaccante dai buoni piedi e dalla tecnica sopraffina, che ha conosciuto anche i campi di serie C con il Casarano di Antonio Filograna, e che proveniva dal florido vivaio della Cattedral di Cillo delle bombole, lo stesso da cui uscì fuori il suo coetaneo ed amico Massimino Vitale, e fu compagno di squadra dei vari Gioacchino Marangio, attuale allenatore del Real Paradiso, Lilli Margarito, Roberto Sirsi, Fabrizio Longo, Mimmo Perfido, Maurizio Flore, Giampiero Arsenio, Rocco Sergi, Rino Aprile e Rocco De Virgilio.

Sicuramente avrebbe meritato una carriera più prestigiosa ma lui, che aveva un carattere gioviale e solare, non se ne è mai fatto un cruccio e ricordava con piacere anche le stagioni passate sui polverosi campi di Carmiano, Montalbano e San Pietro Vernotico. Aveva scoperto di essere ammalato circa otto anni addietro e dal 2010 era bloccato a letto senza riuscire più nemmeno a parlare ed il suo contatto con il mondo esterno era affidato ad una tastiera ottica collegata ad un sofisticato computer che gli consentiva di comunicare, grazie ad un apposito software, con gli amici e con il mondo esterno.

Per consentire l’acquisto di queste costose apparecchiature si mossero il Football Brindisi 1912 e la Nitor, che organizzarono un torneo giovanile ed una gara amichevole della prima squadra del Brindisi contro la Primavera del Lecce. Nel maggio del 2012 lo andò a trovare a Villa Iris, dove era ricoverato, niente meno che il famoso cantautore Ron e quella che doveva essere una breve visita del cantante a Giancarlo si trasformò in una festa anche per tutti gli altri pazienti della struttura e per tutto il personale, in occasione di questo incontro Giancarlo Manca espresse il desiderio di sentitre dal vivo la sua canzone preferita, “Il Gigante e la bambina” che Ron eseguì per la felicità di tutti i presenti.“ Il suo carattere fiero e coraggioso, lo stesso che mostrava sul campo di gioco, ha portato Giancarlo Manca a lottare come un leone anche contro la malattia che essendo, ahimè, progressiva, non gli ha lasciato scampo.

Alessandro Caiulo