Reteservizi, dopo gli arresti arriva anche il sequestro dei beni

Dopo i dodici arresti per presunte mazzette arriva anche un provvedimento di sequestro di beni e disponibilità finanziarie da 370mila euro nei confronti della società di raccolta e smaltimento di rifiuti, la Reteservizi Srl, attorno alla quale sarebbe ruotato il giro di tangenti agli amministratori pubblici (sono coinvolti due sindaci e due vicesindaci) nel settore degli appalti. La guardia di finanza di Ostuni (Brindisi) ha eseguito infatti una verifica fiscale sull’azienda, rilevando che gli amministratori avevano occultato al fisco, secondo l’accusa, materia imponibile per 2 milioni di euro e ed evaso l’Iva per oltre 600mila euro. Sono indagate 3 persone per reati tributari, perpetrati attraverso la presentazione di dichiarazioni fraudolente alterate sia dall’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti che mediante l’occultamento di documenti contabili.
A carico delle 3 persone indagate è stato emesso dal gip di Brindisi un provvedimento di sequestro per equivalente: i sigilli sono stati apposti a disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di oltre 60 mila euro e di 15 automezzi, strumentali all’attività di impresa, per un valore complessivo di oltre 310 mila euro.