Santiago: ad un passo dal Paradiso

di Daniela Napoletano per IL7 Magazine

Nel film drammatico di Tom Cruise e Demi Moore, “Codice d’onore” uscito nel 1992, Santiago è un marine della base americana che muore misteriosamente: viene condotta un’inchiesta e quindi un processo per far luce sui fatti che hanno portato alla sua scomparsa. Per l’intera durata del film si parla di Santiago, ma fisicamente Santiago non è mai stato presente, non lo si è mai visto.
E’ in un certo senso la metafora della “nascita, crescita e maturazione artistica” di Marco Muraglia, classe 1984, occhi azzurri, figlio di Maria Grazia D’Addario, insegnante, e Antonio Muraglia, maresciallo della polizia municipale, il cantautore brindisino che il 15 dicembre prossimo è tra i sedici concorrenti a Sarà Sanremo in onda su Rai Uno proprio col nome d’arte Santiago (solo sei artisti entreranno a far parte della categoria ‘Nuove Proposte’ di Sanremo 2018) cantando “Nessuno”.

Marco Muraglia, in arte Santiago, per dieci anni è stato un rapper che ha urlato la sua rabbia in giro per l’Italia, poi per diverso tempo si è dimenato alla ricerca della sua vera identità musicale, finalmente oggi è fiero di definirsi “cantautore” per un’importante casa discografica, la Universal Music Italia. E il brano composto per Sanremo è frutto del suo lavoro accanto ad Andrea Bonomo, che ha scritto per Nek o Ramazzotti, tanto per citarne qualcuno. Marco lo ha conosciuto grazie al suo manager, Edoardo Tozzi.
“A 18 anni, quando ho cominciato col rap, scelsi il nome Santiago ispirandomi al protagonista che è onnipresente, ma non c’è concretamente, di ‘Codice d’onore’”, spiega il cantautore nato al rione Santa Chiara, cresciuto al Paradiso dove abitano sia i nonni paterni che materni e poi trasferitosi lì con la famiglia, lui che a 18 anni aveva i capelli rasatissimi, mentre ora li ha lunghi. “Li ho cresciuti dal momento in cui ho deciso di ricominciare da zero, trasformandomi da rapper in cantautore, e continueranno a crescere, mai più capelli a zero”, ammette Marco, che non rinnega sicuramente i dieci anni di rap, anzi ritiene che gli siano serviti per capire il suo gran desiderio di fare musica, e – per usare le metafore che tanto piacciono a lui – finalmente, dopo tanti anni di peripezie nel mare in tempesta, solo adesso pare sia approdato sulla terraferma e voglia godersi il momento tanto atteso e conquistato con grossi sacrifici, senza scendere a compromessi con nessuno.

“Sin da bambino ho giocato in piazza al rione Paradiso, difronte all’attuale caserma della polizia municipale. Ho vissuto quel quartiere negli anni ’90 quando era davvero pericoloso”.
Qui vive ancora la famiglia di Marco, lui invece ha acquistato casa al rione Sant’Angelo, dove si rifugia ogniqualvolta scende da Milano.
Marco Muraglia ha giocato sino ad adolescente per strada al Paradiso, ma ha continuato a frequentare la scuola primaria don Milani a Santa Chiara con i maestri Mario Maggi e Bice Sasso, e la Scuola Secondaria di primo grado Virgilio al Centro per continuare a crescere accanto ai suoi amici di sempre. “Poi mi iscrissi all’Artistico, credevo che in quella scuola avrei potuto tirar fuori l’artista che sentivo essere in me, invece dopo un anno cambiai, non ero proprio in grado di disegnare e frequentai l’Alberghiero, desideravo infatti intraprendere un percorso di studi che mi avrebbe consentito di entrare presto nel mondo del lavoro”.
Infatti Marco Muraglia ogni estate andava a fare le stagioni turistiche nei villaggi, in Calabria, a Nova Siri, a Giulianova. “Da lì è nata la mia pazzia per la notte, amo la vita notturna, pazzia che non mi ha più lasciato”.

Marco è cresciuto ascoltando tutti i giorni la più bella musica leggera italiana, la sua mamma è una fan sfegatata di Baglioni, De Gregori, Battiato, De Andrè, Battisti. “Di giorno in giorno cresceva in me la necessità di fare musica, avevo 18 anni, non avevo mai studiato uno strumento quindi mi avvinai al rap, in quanto non richiedeva di avere particolari competenze strumentistiche”.
Seguono i dieci anni di rap, e fra un urlo e l’altro lo studio a Bologna come tecnico del suono, tant’è che Marco inizialmente si registra da solo, “dalla cantina a Sarà Sanremo”, dice sorridendo.
Nel 2012 l’uscita del suo primo album “Ghiaccio e Magma”, dopo due anni il secondo “Diamante”, che lui stesso definisce un connubio tra hip hop ed elettronica. Infatti i produttori di questo secondo album sono i Retrohandz, “a mio avviso sono i produttori di EDM – Electronic Dance Music -, musica elettronica, più in forma al momento in Europa, sono brindisini, grazie a loro ho conosciuto Big Fish – dj e produttore per primi dei Sottotono – , che da subito ha visto qualcosa di particolare in me, ha creduto in me e mi ha dato dei consigli giusti per sfruttare al meglio le mie capacità”.
Così a 28 anni Marco Muraglia decide di fare le valigie e trasferirsi a Milano, insieme ai due ragazzi brindisini, i Retrohandz.

“Amo Brindisi più di ogni altra cosa al mondo, ma se non fossi andato a Milano non sarei mai quello che sono diventato oggi. Arrivato lì, finalmente quello che io facevo, scrivere canzoni, era considerato un lavoro, non un hobby come qui. E ho conosciuto le persone giuste, che hanno visto qualcosa di speciale in me e mi hanno spinto a continuare, ad andare avanti, nonostante le mille difficoltà, delusioni, incertezze. Ma ogni tre quattro settimane ho bisogno di prendere il treno e scendere a Brindisi, dalla mia famiglia, dalla mia ragazza, nella mia casa, l’ho comprata anche per questo”.
Tutte queste vicissitudini sono raccontate da Marco sulla sua pagina Facebook: dalla rabbia, le parolacce, il rispondere alla gente che non lo comprendeva o peggio ancora lo offendeva, ai cambiamenti, nuove conoscenze, tormenti interiori, grandi scoperte. Ma ecco lì la sua mamma, la prima a rispondere ai suoi appelli, ai suoi post che suonavano tanto di richieste di aiuto o di sfogo, pronta a incoraggiarlo, a dirgli di andare avanti sempre, per la strada intrapresa, a non fermarsi mai.

Venerdì 15 dicembre Marco Muraglia sarà su Rai Uno con la sua canzone intitolata ‘Nessuno’: “Ho sempre sentito il bisogno di comunicare con la gente, di dire ciò che penso. Ho trovato la mia dimensione artistica finalmente, desidero presentarmi al pubblico nella mia purezza e genuinità: io sono Marco. In questa canzone dico alla gente che io da solo sono nessuno, ma insieme alla gente, in questa unione diventiamo tutti persone simili, unite”.
Marco Muraglia è felice di avere questa opportunità, Sarà Sanremo, se l’è guadagnata, più volte sottolinea senza mai essere sceso a compromessi con nessuno e vuole godersela appieno. In questa edizione la commissione musicale è capitanata dal direttore artistico Claudio Baglioni, il cantante preferito della mamma di Marco, Maria Grazia, e della zia Antonella, e Marco è cresciuto ascoltando in casa le sue inconfondibili melodie. Claudio Baglioni in persona ha rassenerato Marco all’audizione che poi ha superato: “E’ stato gentilissimo, mi si è avvicinato, mi ha tranquillizzato e ho iniziato a cantare sereno, come se lo stessi facendo per un amico. Il 15 dicembre noi sedici ce la giocheremo, ci sono cinque, sei canzoni davvero forti, ma vado fiero e convinto di potercela fare”.
Per mamma Maria Grazia e zia Antonella non ci sono dubbi: il fatto che Claudio Baglioni quest’anno sia il direttore artistico di Sanremo è un segno del destino, Santiago spopolerà e spiccherà finalmente il volo.