Il senso di sicurezza della Polizia e il “Cirque du soleil”

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

La situazione della pubblica sicurezza a Brindisi è molto preoccupante. Le due sparatorie, con relativi ferimenti, avvenute nel giro di poche ore, una delle quali per altro in un orario e in una zona in cui avrebbero potuto essere coinvolti bambini, rappresentano solo gli ultimi segnali di una criminalità che è in fermento, probabilmente alla ricerca di nuovi pericolosi equilibri interni. E si sa che la determinazione dei criteri gerarchici, in certi ambienti, non viene di certo stabilita con elezioni per alzata di mano.
Alle sparatorie, e alle numerose rapine che negli ultimi mesi hanno colpito piccole e grandi attività commerciali, privati cittadini e turisti, si deve aggiungere la preoccupante presa di possesso da parte di bande di giovinastri di intere zone della città, con frequenti aggressioni ai danni di ragazzi che spesso diventano il “passatempo” di questi malviventi in miniatura. Come è accaduto sabato scorso nel Centro della città. Provocando paura nei ragazzi, terrore nei loro genitori e una grave sofferenza anche per i titolari di attività commerciali e per i residenti che vivono in quelle zone (in questo numero raccontiamo di cosa succede in piazza Santa Teresa di sera).
C’è stata una polemica sulla rapidità d’intervento della polizia nella terribile e vigliacca aggressione da parte di un branco di questi giovani delinquenti sul lungomare di Brindisi ai danni di un paio di ragazzini. Noi siamo convinti che le forze dell’ordine facciano tutto il possibile per fare fronte alle richieste d’aiuto, compatibilmente anche con un numero di agenti inferiori a quelli che sarebbero necessari, situazione che comporta difficoltà nell’organizzazione dei turni e ridimensionamento del numero delle Volanti sulla strada.
Ciò che però appare da un po’ di tempo eccessivo e probabilmente inopportuno, vista la preoccupante situazione dell’ordine pubblico, è il tentativo di spettacolarizzare l’immagine della polizia brindisina come se per rasserenare i cittadini fosse sufficiente mostrarla come una sorta di sorridente associazione culturale i cui componenti si occupano di tutelare la sicurezza ma nel frattempo riescono anche a organizzare e a partecipare a spettacoli e manifestazioni sportive, sempre sotto i riflettori della tv, possibilmente in diretta, meglio se con il background personalizzato con i loghi della questura alle spalle degli intervistati.
Nel corso dell’ultima Festa della polizia, svoltasi nel piazzale della Questura, è stato montato un tosello identico a quello utilizzato per le feste patronali mentre acrobati volteggiavano nell’aria a decine di metri d’altezza.
Un tempo le Feste della polizia erano occasione di bilanci e riflessioni. Venivano premiati gli agenti più coraggiosi e determinati (e ce ne sono ancora oggi), il questore tracciava le linee guida e annunciava gli obiettivi da raggiungere e quelli già traguardati. Il tutto in un clima di rigore istituzionale quale compete all’autorità nazionale di pubblica sicurezza.
Invece, questa atmosfera di ludica serenità mal si coniuga con i fatti gravi che avvengono per strada anche se il questore Maurizio Masciopinto, in un’intervista rilasciata a “Quotidiano”, ha dichiarato che “Questa è una città tranquilla”.
Senza dubbio per renderla tale sarebbe necessaria qualche operazione di polizia in più (ma basta, per favore con le foto sorridenti accanto ad auto rubate recuperate tra i cespugli) e qualche spettacolo in meno. Mantenere un profilo basso e prendere i cattivi è più rassicurante per i cittadini rispetto alle evoluzioni da “Cirque du soleil”.