Monumento, quella fiamma votiva che doveva essere eterna

di Giovanni Membola

Doveva essere una fiamma perenne, a perpetua memoria degli immortali eroi dell’invitta Marina d’Italia. Fu accesa domenica 18 luglio del 1965 durante la cerimonia di inaugurazione dell’Ara Votiva nel piazzale antistante il Monumento al Marinaio d’Italia per mano dell’allora ministro della difesa Giulio Andreotti, ma è stata spenta poche settimane dopo, e riaccesa solo in rare occasioni.
La cerimonia è ricordata nelle cronache del tempo come una giornata memorabile che si svolse in un clima di “fervida spiritualità”, un evento molto partecipato alla presenza di importanti autorità civili, militari e religiose e da tanti cittadini sempre sensibili alle vicende dalla Marina Militare. Il ministro Giulio Andreotti, durante la sua breve permanenza, presenziò a diverse manifestazioni. Subito dopo l’arrivo, avvenuto alle ore 10.30 con un volo speciale, fu accompagnato dal presidente della commissione parlamentare alla difesa on. Giulio Caiati e dal sottosegretario di stato alla difesa on. Mario Marino Guadalupi nei locali del Dopolavoro della Marina Militare, dove consegnò agli anziani del lavoro una serie di diplomi e sessantasei medaglie (32 d’argento e 34 di bronzo). Il gruppo si spostò poi nel piazzale inferiore del Monumento al Marinaio dove – alle 11.45 – ebbe inizio la cerimonia dell’inaugurazione dell’ara votiva, con la celebrazione della messa al campo officiata dall’arcivescovo ordinario militare mons. Pintonello. Al termine del rito, subito dopo la Preghiera del Marinaio e la benedizione dell’ara, il ministro Andreotti accese quella che doveva essere la fiamma perenne, il momento più suggestivo dell’intera manifestazione. “La fiaccola che d’ora innanzi brillerà nella notte su quest’ara, ricorderà ai naviganti ed ai cittadini la meravigliosa consegna di ‘non dimenticare’ – affermò durante l’allocuzione il capo del dicastero – è un tributo doveroso e gentile verso i morti ed i loro congiunti.” Infatti l’ara votiva fu voluta non solo come opera di valorizzazione del Monumento al Marinaio d’Italia, ma soprattutto come rinnovata testimonianza del sacrificio di coloro che in pace ed in guerra immolarono sul mare la loro vita per la Patria Alla cerimonia parteciparono anche l’on. Abate, l’on. Carlo Mugnozza Scarascia e il sen. Antonio Perrino, insieme a tutti i principali rappresentanti locali: Vitantonio Palma in qualità sia di presidente dell’amministrazione Provinciale che di presidente del comitato promotore, il sindaco Luigi Capone, il questore Paolo Panzera e il prefetto Ciro Conte, a cui giunsero numerosi telegrammi di ringraziamento per l’organizzazione e la riuscita dell’evento. Tra i presenti anche il Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giurati ed altri importanti rappresentanti delle Forze Armate. A fare da cornice alcune unità della Squadra Navale ormeggiate nel seno di ponente, ovvero le navi Garibaldi, Impavido e Etna, visitate da un gran numero di brindisini al termine del raduno, e ad “aggiungere alla manifestazione una significativa nota di colore, di entusiasmo e di commozione” la banda della Marina Militare, che nel pomeriggio ebbe un concerto in piazza della Vittoria.
La cerimonia continuò all’interno della cripta del Monumento al Marinaio con lo scoprimento di due lapidi sulle quali sono incisi i nomi delle 126 medaglie d’oro alla memoria della prima e seconda guerra mondiale. Andreotti ripartì per Roma con lo stesso volo alle ore 15.00 dopo aver partecipato alla colazione offerta dal prefetto Conte. Il menu prevedeva un cocktail di gamberetti in salsa aurora, ravioli mantecati alla panna, dentice del mare nostro in bellavista con salse di maionese, tartara, olio e limone, roastbeef all’inglese con pomodori e insalata mista, dessert semifreddo Martell – Corvoisier, macedonia al maraschino, vini tipici del Salento (bianco e rosato), acqua minerale e moka.
Durante l’intera giornata le bandiere nazionali furono esposte sui pubblici uffici e fu disposta la chiusura delle strade cittadine sul percorso del Ministro. Un’altra curiosità: alla raccolta di fondi per la creazione dell’ara votiva parteciparono anche due piccoli comuni della provincia di Pavia, Canneto Pavese e Montescano, che offrirono un assegno di 5.000 lire ciascuno. Non mancarono le polemiche. Con una missiva a firma del presidente dell’Ente Prov. del Turismo Norberto Rolandi, fu accusata la Rai per aver trasmesso poche immagini dell’evento, ovvero solo quelle del momento dell’accensione della fiamma “e non della cornice suggestiva dell’ambiente, così da poter far vedere ai telespettatori, ed ammirare, uno dei gioielli panoramici più belli della nostra Italia”.

Si ringrazia per la collaborazione l’Archivio di Stato di Brindisi e la Biblioteca “A. De Leo”.