Dopo 4 anni la banchina del Seno di Levante liberata dai 110 metri della Ionian Spirit

Dopo oltre 4 anni, un lungo tratto di banchina di via del Mare è finalmente libero: ha lasciato il porto con un nuovo nome e, si spera, una nuov a vita la Ionian Spirit, il traghetto di 110 metri che era ormeggiato alla banchina della stazione marittima. Dal 17 settembre 2012 era bloccato nel porto di Brindisi, e solo nello scorso mese di aprile era stato venduto all’asta.
La nave dell’armatore greco Agoudimos, che finì sotto sequestro per iniziativa dell’equipaggio, è ora di proprietà della SeaMed di John Prudentino che se l’è aggiudicata in tribunale per un milione 175 mila euro. L’asta era partita da 900mila euro.
La nave, che faceva la spola con Valona, fu bloccata nel porto di Brindisi, dove scattò il sequestro finalizzato al recupero delle somme. La procedura è andata avanti finché la Ionian non è stata messa all’asta.
La nave nel dicembre 2008 aveva preso il posto della “Kapetan Alexandros A” sulla Brindisi – Valona. Nel marzo 2011 ha fatto parte delle navi impiegate per l’evacuazione dei lavoratori stranieri dalla Libia a seguito dello scoppio della guerra civile.
Caso vuole che anche l’altra nave concorrente sulla linea sia stata noleggiata per lo stesso servizio, causando le proteste a Valona, rimasta senza collegamenti per l’Italia. Tali noleggi, molto remunerativi per l’Armatore, non sono sufficienti a risollevare le sorti della compagnia, che ha grossi problemi economici. Il 26 marzo 2012 viene sequestrata una prima volta dall’Autorità portuale di Brindisi, per dei crediti non pagati, sebbene pochi giorni dopo la magistratura sospenda il sequestro della nave e, nel maggio 2012, venga anche decretata l’illegittimità del sequestro conservativo ordinato dall’Autorità portuale ai danni della “Ionian Spirit”.
Questo non succede quando, al termine della stagione estiva, la nave il 17 settembre si ferma di nuovo, stavolta anche per azione dell’agente portuale della compagnia. Da allora la nave è ferma a Brindisi, praticamente abbandonata.
Tale situazione porta anche degli strascichi umanitari: i marittimi, rimasti a bordo per non perdere il diritto agli emolumenti, rimangono senza provviste, e fuori dalla nave viene esposto uno striscione con una richiesta di aiuto; il 5 gennaio 2013 anche i marittimi ottengono il sequestro conservativo della nave a garanzia dei propri stipendi. A fine gennaio 2013 Agoudimos non assicura più il pagamento di energia elettrica e provviste, per cui si mobilita la macchina della solidarietà, che vede in prima fila Caritas diocesana di Brindisi e Croce Rossa, oltre allo stesso agente marittimo che fornisce un generatore per fornire corrente alla nave; nel mese di febbraio 2013, quindi, 18 dei 24 membri dell’equipaggio ottengono il diritto di sbarcare.
La situazione paradossale di crisi fa sì che l’armatore non possa provvedere neppure al costo dei biglietti di rientro dei marittimi, dei quali solo undici riescono a rientrare ad aprile 2013, quindi gli altri alla spicciolata finché a bordo non rimangono solo un montenegrino ed un greco, custode giudiziale della nave. Infine, a settembre 2013, anche l’ultimo dei marittimi torna a casa, lasciando la nave sotto la custodia dell’agente marittimo, in attesa del proprio destino. Un destino che da ieri è cambiato.

(Nella foto in alto la banchina del seno di Levante finalmente libera, in basso la Ionian Spirit per oltre quattro anni ormeggiata in porto)