L’ombra della criminalità sugli appalti nella Centrale Enel Federico II

Appalti nella Centrale Enel di Cerano gestiti da alcune imprese collegate con la criminalità e lavori svolti in cambio di mazzette: indagine della procura di Brindisi e della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Alla base dell’inchiesta ci sarebbe un esposto di Enel Produzione. L’inchiesta, coordinata dal pm Milto De Nozza, è condotta da carabinieri e guardia di finanza. Induzione a dare o promettere utilità è una delle ipotesi di reato contestate. Ne dà notizia oggi Nuovo Quotidiano di Puglia.
L’inchiesta è legata al caso di un imprenditore di Monteroni che una ventina di giorni fa salì su un’impalcatura della centrale Enel per protestare contro il mancato pagamento di alcuni appalti, per una cifra ammontante a circa 400mila euro.
Enel Produzione, il giorno stesso della protesta, diffuse un comunicato col quale la società ha denunciava presunte irregolarità nelle procedure delle gare vinte da lui ed anche nella gestione dei lavori.
Sulla vicenda pare indagasse già l’antimafia sulla scorta dell’informativa depositata dalla Squadra mobile salentina e contenente una ricostruzione su come sarebbero stati gestiti e manovrati gli appalti per centinaia di migliaia di euro riguardanti la manutenzione della centrale Federico II.
L’ipotesi sarebbe l’esistenza di un cartello di imprese che gestisce lavori per centinaia di migliaia di euro a cui sono interessate aziende brindisine, tarantine e leccesi. E che come contropartita gli imprenditori dovrebbero versare mazzette a scadenze prefissate.