Paziente deceduta dopo la frattura a un polso, il primario di Ortopedia: “Non fu quella a determinarne la morte”

Dal dott. Alfonso Ambrosone, Dirigente Medico Reparto Ortopedia Ospedale Perrino di Brindisi riceviamo una nota che pubblichiamo integralmente

Egr. Sig Direttore
Le scrivo, con preghiera di pubblicare questo mio scritto, perché mi sembra doveroso fare alcuni chiarimenti in merito al titolo riportato dal suo giornale relativi alla tragica scomparsa della sig.Fanelli Ada Ines avvenuta qualche giorno addietro.
Ritengo che il sacrosanto dovere di cronaca non debba derogare all’altrettanto dovere di verità, cioè alla necessità di riportare ai Suoi lettori la realtà dei fatti.
Nei giorni successivi al decesso della sig.ra Fanelli la Sua testata riportava il seguente titolo:
“RICOVERATA PER FRATTURA DI POLSO, MUORE DOPO 5 GIORNI”
Riportare l’ accaduto con questi titoli è assai riduttivo oltre che inesatto, il messaggio che passa è che si può morire per una frattura di polso, suscitando in tal modo inevitabile allarmismo nei Suoi lettori inducendo a pensare che una frattura di polso può portare a morte o addirittura che i medici non siano stati capaci di trattare una frattura di polso. Niente di più errato e lontano dalla realtà, nessuno al mondo é mai morto per una frattura di polso, e neanche l’amputazione traumatica di una mano conduce a morte il malcapitato. Nel caso specifico, il polso della paziente presentava solo una piccola infrazione del radio, una situazione che di certo non può essere causa di morte e pertanto sarebbe stato corretto scrivere, anche per rispetto ai lettori, che la paziente deceduta aveva ANCHE una frattura del polso oltre a ben più gravi patologie croniche a carico di organi interni tanto che era stato disposto il ricovero nel Reparto di Geriatria dopo che aveva effettuato la consulenza ortopedica, a seguito della quale si era provveduto ad immobilizzare l’arto interessato.
Nel suddetto articolo, infatti, non viene mai riportato che la paziente, seppur di solo 65 anni, già da tempo soffriva di gravi patologie croniche epatiche e renali.
Sarà pur vero che fa più notizia e clamore scrivere che una paziente é morta dopo una frattura di polso ma di certo in questa maniera si fornisce ai lettori solo una verità parziale, dato che non si riporta che la stessa soffriva purtroppo anche di più gravi patologie croniche che quando si scompensano possono anche essere causa di morte. Certamente il giornalista avrà riportato nel suo articolo quanto riferito dai familiari e magari non era a conoscenza delle reali precarie condizioni di salute della paziente, ma in tal caso sarebbe stato più corretto, sempre per il già citato dovere di cronaca ma anche per il dovere di non scrivere inesattezze, contattare il Responsabile del reparto di Ortopedia (ove la paziente non è mai stata ricoverata ma ha solo eseguito la consulenza) per avere una visione più completa di quanto accaduto, ritengo sia un dovere del giornalista ascoltare sempre anche la c.d.” seconda campana”.
Mi auguro che al più presto gli accertamenti autoptici, ancora in corso, possano chiarire che l’infrazione al polso della sig.ra Fanelli non poteva assolutamente determinare la sua morte, e spero anche che quando ne riporterà la notizia non la releghi in un trafiletto secondario.
Preme infine sottolineare che con tutti i limiti e le ristrettezze imposte dal Piano di Rientro della Regione Puglia all’Ospedale “Perrino” di Brindisi si riesce a fare della buona, se non ottima, Sanità con personale che si dedica ai pazienti con sacrificio e competenza.
Spero voglia pubblicare questo mio scritto dandogli lo stesso risalto che ha dato all’articolo relativo al caso specifico.

Dott Alfonso Ambrosone
Dirigente Medico Rep. Ortopedia Osp. Perrino di Brindisi
Consigliere Nazionale Nuova ASCOTI
(Ass. Sindacale Chirurghi Ortopedici e Traumatologi Italiani)