Picchiata prima di essere uccisa: la famiglia di Raffaella ora vuole solo giustizia

“La famiglia di Raffaella Presta ora vuole solo giustizia”: a dirlo e’ l’avvocato Marco Marmottini, che ha rappresentato i congiunti dell’avvocato ucciso a Perugia nel procedimento per l’affidamento del figlio della coppia.
Il legale non ha voluto “ne’ confermare ne’ smentire” la notizia – riportata da diversi organi di informazione – relativa ad una foto con il volto tumefatto della donna che questa avrebbe inviato al fratello.
L’immagine e’ stata mostrata al marito Francesco Rosi, arrestato dai carabinieri per avere ucciso la Presta, nel corso dell’udienza di convalida. “Non la ricordo – ha detto in quell’occasione l’uomo al giudice -, ma in piu’ occasioni con mia moglie ci eravamo colpiti con degli schiaffi durante delle liti”.
Secondo l’avvocato Marmottini la famiglia Presta “sta affrontando con dignita’ e soprattutto con amore per il figlio di sei anni della coppia tutta questa vicenda”. “I congiunti dell’avvocato Presta – ha aggiunto – non hanno mai detto una sola parola negativa nei confronti della famiglia Rosi”.
Nei prossimi giorni i congiunti di Raffaella Presta formeranno un pool di legali incaricati di seguire l’indagine sull’omicidio. “La verita’ comunque – ha detto ancora l’avvocato Marmottini – e’ quella che descrivono gli atti dell’indagine: una giovane donna che e’ stata colpita con due colpi di fucile in casa, mentre in un’altra stanza si trovava il figlio (che non avrebbe assistito al delitto, ndr). Una vita e’ stata stroncata – ha concluso il legale – ed e’ un fatto inconcepibile per il quale non ci sono giustificazioni”.