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Aggressione a un’equipe del 118 a Foggia: sei sanitari feriti dopo la morte di una donna

Serata di tensione e violenza a Foggia, dove un gruppo di operatori del 118 è stato aggredito durante un intervento di soccorso a una donna colta da arresto cardiaco, poi deceduta nonostante i tentativi di rianimazione:
l’episodio è avvenuto nella serata di sabato 18 ottobre.
Secondo quanto ricostruito, la richiesta di aiuto è giunta alla sala operativa del 118, che ha inviato sul posto due ambulanze, ciascuna con un equipaggio composto da soccorritori e un infermiere.
Resisi conto della gravità della situazione, gli operatori hanno immediatamente avviato le manovre di rianimazione cardiopolmonare, utilizzando anche il defibrillatore e seguendo costantemente le indicazioni di un medico in servizio presso la centrale operativa. Il massaggio cardiaco è stato eseguito per circa 58 minuti, ma purtroppo la donna non si è ripresa. Nel frattempo, sul luogo è arrivata anche una terza ambulanza con un medico a bordo.
Alla notizia del decesso, i familiari della donna avrebbero reagito con rabbia, inveendo contro il personale sanitario e lanciando oggetti contro le ambulanze. Una delle vetture è stata gravemente danneggiata ed è ora fuori uso. I sei operatori – il medico e cinque tra infermieri e soccorritori – hanno riportato una prognosi di dieci giorni per stress emotivo.
Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato, che ha avviato le indagini sull’accaduto.
“Il protocollo è stato eseguito correttamente – spiega il direttore della centrale operativa del 118 (nonché direttore del dipartimento di emergenza urgenza) Stefano Colelli. La donna era in arresto cardiaco e il personale ha eseguito correttamente tutte le pratiche di rianimazione cardio-polmonare”.
La Asl di Foggia ha annunciato in una nota che denuncerà alla magistratura l’aggressione subita dal personale sanitario: “Agli operatori del 118 che hanno operato in condizioni estremamente difficili e delicate esprimiamo la nostra piena solidarietà e il nostro ringraziamento per il lavoro svolto con professionalità e dedizione. La violenza, in qualunque forma, non può e non deve mai essere tollerata. È inaccettabile che chi ogni giorno presta soccorso ai cittadini debba temere per la propria incolumità. La sicurezza degli operatori sanitari è un diritto irrinunciabile: chi soccorre non è un bersaglio”.
Nella nota la direzione del Dipartimento Emergenza-Urgenza e la Direzione Sanitaria hanno sottolienato anche di “aver già acquisito e analizzato gli audio relativi alle comunicazioni intercorse durante l’intervento. Gli operatori del 118, nel rispetto dei protocolli, hanno utilizzato il defibrillatore e praticato il massaggio cardiaco, proseguendo le manovre salvavita per 58 minuti.
Marina Poci