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Trani, pesca illegale di datteri di mare: 25 arrestati e 10 ai domiciliari per disastro ambientale

Venticinque persone finite in carcere e dieci ai domiciliari: è questo il bilancio dell’imponente operazione coordinata dalla Procura di Trani contro la pesca abusiva dei datteri di mare, un’attività vietata da anni perché provoca gravi danni all’ambiente marino.
L’ordinanza cautelare, firmata dal Giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante, ipotizza diversi reati, tra cui anche il disastro ambientale per la devastazione dei fondali provocata dall’estrazione del mollusco.
L’inchiesta, che vede complessivamente 57 indagati, è nata dalle indagini su un pescatore-contrabbandiere che avrebbe costruito una vera e propria rete di commercio illegale. I datteri, venduti anche a 100 euro al chilo, venivano acquistati da ristoranti e privati della zona, compresi clienti di rilievo.
Dopo due anni di pedinamenti e intercettazioni, gli investigatori sono riusciti a ricostruire una catena di approvvigionamento articolata che coinvolgeva pescherecci, commercianti del mercato ittico di Molfetta e anche natanti privati a Giovinazzo. Tra gli acquirenti figurerebbero noti ristoratori della zona, accusati di aver comprato datteri per inserirli nei propri menù nonostante il divieto assoluto.
Durante l’operazione, condotta dai militari con il supporto della Polizia di Stato, sono stati effettuati sequestri di pescherecci, box di vendita di pesce e somme di denaro ritenute provento della vendita illegale.
Gli arresti hanno interessato diverse località del Barese: Bari, Barletta, Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Terlizzi e Margherita di Savoia.
Inoltre, sono stati notificati 11 divieti di dimora e tre obblighi di dimora.
Il dattero di mare, specie protetta, può essere raccolto solo distruggendo porzioni di roccia calcarea, con conseguenze devastanti per l’ecosistema marino. Proprio per questo la legge ne vieta la pesca, la detenzione e la commercializzazione. L’operazione della Procura di Trani rappresenta un colpo durissimo a un traffico illegale tanto redditizio quanto distruttivo per l’ambiente.
Marina Poci