Rifiuti ospedalieri sbarcati in maniera illecita nel porto di Brindisi: sequestrata la nave salva-immigrati

I rifiuti accumulati durante l’attività di soccorso di migranti sarebbero stati smaltiti come semplici rifiuti speciali attraverso la raccolta indifferenziata e non invece come rifiuti ospedalieri pericolosi a rischio infettivo: anche il porto di Brindisi rientrava nel circuito del traffico illecito smascherato dalla guardia di finanza di Catania e che ha portato al sequestro della nave dell’ONG Aquarius, più volte ormeggiata alla banchina di Sant’Apollinare dopo le operazioni di soccorso ad extracomunitari.
Sequestrati nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi degli sbarchi anche 460 mila euro a carico di alcuni agenti marittimi e delle Ong coinvolte: Medici senza frontiere – Centro operazionale Belgio Missione Italia e Medici senza Frontiere, centro operazionale Amsterdam.
Contestualmente sono stati notificati dalla Guardia di Finanza di Catania gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 24 indagati.
Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle somme di denaro, è stato convalidato dal Gip di Catania, che ha anche disposto il sequestro preventivo della nave Ong “Aquarius” attualmente ormeggiata a Marsiglia in Francia.
Dalle indagini è emerso che gli appartenenti alle Ong avrebbero concordato con gli agenti marittimi operanti nei vari porti italiani di smaltire sistematicamente rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, derivati dall’attività di soccorso dei migranti a bordo della nave Aquarius, classificandoli fraudolentemente come rifiuti speciali e conferendoli in modo indifferenziato insieme ai rifiuti solidi urbani delle città in cui si effettuavano gli sbarchi di clandestini.
Tra gli altri erano conferiti nelle discariche urbane, anche in quella di Brindisi, gli indumenti indossati dai migranti, potenzialmente fonti di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio. A bordo dell’Aquarius sono stati infatti segnalati frequenti casi di scabbia, HIV, e infezioni del tratto resporatorio quali tubercolosi e meningiti. Inoltre tra i rifiuti proibiti c’erano anche siringhe usate, flebo e altro materiale sanitario.
Oltre a Brindisi i traffici illeciti sarebbero avvenuti A Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania.
(Foto Brindisi Time)