Liberati 8 falchetti «francavillesi» soccorsi dai cittadini e curati nel Centro Fauna Selvatica


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Di Alessandro Caiulo per il numero 414 de Il7 Magazine
Ormai si sta trasformando in un appuntamento fisso quello che, nel cuore dell’estate, porta alla liberazione di un bel numero di giovani falchetti della specie Falco naumanni, meglio conosciuti come Grillai, nelle settimane precedenti rinvenuti in strada da cittadini di Francavilla Fontana – ma anche in altri centri limitrofi come Oria e Ceglie Messapica – ed incapaci di prendere il volo perché ancora immaturi, per cui erano stati presi in cura dal Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi-Santa Teresa spa.
Come non ha mancato di evidenziare, con soddisfazione, il Presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, ci si trova di fronte ad un esempio virtuoso di efficiente collaborazione tra i cittadini, i Comuni con le loro Polizie Locali e il Centro Fauna Selvatica Provinciale che da oltre venti anni si occupa con successo del ricovero, delle cure e del successivo rilascio in natura di una gran quantità di animali selvatici – uccelli e mammiferi delle più diverse specie presenti nel nostro territorio – rinvenuti in difficoltà.
Va tenuto presente che quello che viene svolto dal Centro Fauna è un servizio pubblico gratuito effettuato da personale specializzato, deputato ad intervenire quando un animale selvatico si viene a trovare in una oggettiva condizione di pericolo o di sofferenza. Tale, cioè, da rendere necessario l’intervento dell’uomo perché possa rimettersi in sesto ed avere una possibilità di sopravvivenza. Si tratta di una condizione che può essere causata dai più diversi fattori, collegati o meno all’attività umana, quali, per rimanere ai più comuni, ferite causate da impatti con autovetture o da colpi d’arma da fuoco, malattie, forte disidratazione e/o denutrizione, avvelenamento, tentativi di predazione da parte di altri animali o, quando si tratta di individui particolarmente giovani e non ancora autosufficienti. Spesso si tratta di valutazioni che è in grado di dare solamente un occhio esperto nei casi in cui bisogna decidere se l’animale in questione possa essere o meno in grado di sopravvivere se lasciato a sé stesso. In definitiva, quanto più sono basse le possibilità di sopravvivenza, tanto più è necessario l’intervento del Centro Fauna. A volte, ad esempio, un animale può sembrare in stato di difficoltà ma, magari, si tratta solamente di un uccello migratore che, stanco di un lungo viaggio, si è posato per terra per rifiatare e recuperare le forze, prima di riprendere il viaggio. Per questo è bene che il cittadino, prima ancora di intervenire, sia pure animato da buone intenzioni, e cercare di catturare l’animale contatti il Centro Fauna per spiegare la situazione ed avere le indicazioni più corrette sul da farsi.
Tornando ai nostri Falchi grillai “francavillesi”, c’è da registrare da alcuni anni a questa parte, una grande opera di sensibilizzazione operata dall’assessore comunale con delega al Benessere Animale, l’avv. Numa Ammaturo, che oltre che fornire le indicazioni utili per i casi in cui intervenire, ha persino allestito, all’interno della sede municipale, una postazione facilmente raggiungibile dai cittadini per agevolare la consegna al Centro Fauna di quei giovani falchetti ancora inabili al volo che, nati nel centro storico della Città degli Imperiali, per una qualche ragione siano finiti per strada e non è più possibile restituire in sicurezza alle cure dei propri genitori.
Accadeva spesso, in passato, che quando, nella prima parte dell’estate, venivano rinvenuti per strada pulli ancora con abbondante piumino residuo oppure giovanissimi esemplari che avevano provato a compiere, senza molto successo, il loro primo volo, questi, per non essere lasciati per strada in balia di cani, gatti ed automobili, venivano raccolti e tenuti in casa da gente che, pensando di agire nella maniera giusta, cercava di prendersene cura, senza avere però né la competenza né i giusti mezzi per nutrirli adeguatamente, inconsapevole di violare le leggi, anche penali, in materia di detenzione di animali selvatici. È, infatti, tassativamente vietato possedere animali selvatici in quanto appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato e la violazione è ancor più grave se, come i falchi e tutti i rapaci in generale, appartengono a specie protette. Altro errore che veniva commesso in buona fede era quello di consegnarlo o segnalarlo ad organi o associazioni non competenti a prelevarlo ed occuparsene o, peggio ancora, continuare a tenerlo in gabbia, anche da adulto, senza alcuna intenzione di rilasciarlo libero.
Non ci stancheremo mai di ripetere che solo il preparato personale del Centro Fauna è in grado di fornire precise indicazioni, che variano da caso a caso, per garantire il prioritario benessere animale, distinguendo tra giovani pronti all’involo che non è necessario prelevare in quanto si trovano in condizioni di sicurezza e pulli che, al contrario, hanno bisogno del ricovero nella struttura faunistica di Ostuni fino al momento del ritorno alla vita libera. Questa è una valutazione che non può compiere chicchessia ma solo chi è dotato della giusta competenza ed è istituzionalmente deputato a farlo. Ben venga, pertanto, la collaborazione dei cittadini, ma sempre nel rispetto della legge e della dignità dell’animale selvatico che, in quanto tale, deve essere libero per natura e la cui libertà può essere limitata, per il più breve tempo possibile, solo per gravi ragioni legate alla sua stessa sopravvivenza.
Grazie alla campagna di conoscenza e sensibilizzazione operata dall’Assessorato all’Ambiente ed al Benessere Animale, di concerto col Centro Fauna della Provincia di Brindisi, le cose negli ultimi anni sono cambiate in meglio ed il livello di collaborazione fra cittadini ed istituzioni ha fatto si che a svariate decine di piccoli grillai destinati a morte certa, è stata concessa una nuova possibilità di vita, consentendogli di riunirsi ai consimili per poter con loro affrontare, già ad agosto, il viaggio verso l’Africa.
L’occasione per approfondire ancor di più la conoscenza di questo falchetto, lungo appena una trentina di centimetri e con una apertura alare poco più che doppia, ci è stata data dal gradito invito a partecipare, nel pomeriggio di venerdì 25 luglio, alla liberazione di ben otto giovanissimi esemplari di grillai, soccorsi, in diversi frangenti nel centro urbano di Francavilla Fontana da solerti cittadini che hanno avuto la sensibilità di non girarsi dall’altro lato, ed hanno collaborato al loro soccorso chiedendo, direttamente o attraverso il personale della Polizia Locale, l’intervento della dott.ssa Paola Pino d’Astore, la biologa responsabile del Centro Fauna Selvatica, la quale, una volta accertatane la inidoneità al volo e la circostanza che i genitori erano ormai impossibilitati ad occuparsene ed essendoci una situazione di effettivo pericolo anche in ragione del rischio connesso al traffico veicolare nella zona del rinvenimento, li ha fatti trasferire nella sede di Brindisi o presso la struttura di contrada San Lorenzo ad Ostuni, dove sono stati accuditi, nutriti e curati in vista del loro rilascio in natura non appena ritenuti in grado di poter provvedere a se stessi.
E, infatti, dopo alcune settimane di cure anche questi otto giovani falchetti erano pronti per il gran giorno, vale a dire quello della loro restituzione alla vita libera, per cui ci si è dati appuntamento, un’ora prima del tramonto, presso una spianata in mezzo ad un oliveto, in Contrada Cadetto Superiore, un paio di chilometri a nord di Francavilla Fontana, sulla via che conduce a Ceglie Messapica, per poter assistere al loro primo volo libero. Il tutto alla presenza oltre che di alcune delle famiglie che avevano prestato soccorso, anche dell’assessora Numa Ammaturo, di due delle agenti della Polizia Locale impegnate nella tutela degli animali e dell’amministratore della Santa Teresa spa, l’avv. Giovanni Luca Aresta.
Tanti anche i bambini presenti, che hanno contribuito a creare un clima di festa attorno a questo evento comunque gioioso e che hanno ascoltato con estremo interesse ciò che la dott.ssa Pino d’Astore aveva da raccontare riguardo questi animali e l’importanza di provvedere quanto prima alla loro liberazione, in modo da consentire loro di unirsi agli adulti che già sono in procinto di compiere il lunghissimo viaggio alla volta dell’Africa, dove trascorreranno i mesi autunnali ed invernali, prima dell’auspicato ritorno dalle nostre parti nella prossima primavera.
Visibile l’emozione di quanti, grandi o piccini, hanno provveduto con le loro stesse mani a lanciare verso il primo volo libero gli uccelli da loro stessi salvati o, più semplicemente, hanno assistito dal vivo alla scena: il forte battito d’ali e, guidati da un irrefrenabile istinto, il volo veloce e deciso verso l’ambiente campestre con sullo sfondo il centro abitato di Francavilla Fontana che, dalla piccola altura in cui eravamo, si stagliava all’orizzonte. Ad eccezione di un soggetto che, dopo aver compiuto una spettacolare virata, si è diretto, senza indugio, verso Ceglie Messapica.
Al termine abbiamo rivolto qualche domanda alla dott.ssa Paola Pino d’Astore.
Come mai questi falchetti da alcuni anni a questa parte sembrano trovarsi perfettamente a loro agio in un contesto fortemente urbanizzato come il centro storico di Francavilla Fontana ed anche di altri comuni limitrofi?
“Iniziamo con il dire che si tratta di una specie, protetta da Convenzioni Internazionali e dalla Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE, denominata Falco Grillaio (Falco naumanni), noto ai cittadini come falchetto per le sue ridotte dimensioni, che ogni anno migra dall’Africa sub-sahariana per raggiungere le aree di nidificazione nord-africane, asiatiche e dell’Europa meridionale. In Italia nidifica principalmente in Basilicata e in Puglia e da qualche anno sta scegliendo anche i centri urbani di Francavilla Fontana, Ceglie Messapica ed Oria, dove i Grillai depongono le uova e crescono i piccoli nelle cavità degli edifici storici, variante urbana delle pareti rocciose naturali. Ci si accorge della loro presenza dai voli echeggianti e striduli degli adulti e poi dal ritrovamento a terra tra le vie del centro storico di pulli e giovani, non ancora pronti all’involo. È un falchetto insettivoro che si nutre prevalentemente di insetti alati come i grilli (da cui il nome italiano) e le cavallette. Per ogni ritrovamento interviene il Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi – Santa Teresa S.p.A. che valuta caso per caso le azioni da compiere a tutela dei singoli individui”.
Vuol dire che la cosa giusta da fare non è sempre quella di portarli via dal centro urbano in cui sono stati trovati?
“Esattamente. Mentre in ambiente naturale ovvero le pareti rocciose degli ambienti rupestri come quelli del Parco Nazionale dell’Alta Murgia o delle gravine dell’arco ionico tarantino, i giovani ai loro primi voli si posano sul terreno o sulla roccia circondati da vegetazione mediterranea, nei centri urbani si ritrovano sul marciapiede o per strada rischiando di essere investiti ed è questo il momento in cui i cittadini si accorgono della loro presenza. In alcuni casi, grazie alla collaborazione sul posto di persone affidabili, attente e disponibili a seguire le nostre indicazioni, è stato possibile mettere in sicurezza giovani Grillai già involati su terrazzi idonei nel centro storico, dando loro il tempo di migliorare il volo e mantenendo soprattutto il contatto diretto con il nucleo famigliare e quindi con gli esperti adulti –genitori naturali. Invece nei casi in cui si è trattato di pulcini con le prime penne e ricoperti di piumino bianco, allora è stato necessario il ricovero nelle strutture attrezzate del Centro Fauna Selvatica, dove sono stati assistiti fino al momento del rilascio in natura. E’ una specie gregaria e i giovani crescono insieme nelle voliere a tunnel, sufficienti per allenarsi al volo. Una volta liberi potranno migrare assieme verso i quartieri africani di svernamento della specie. Per tutto il lavoro svolto finora ringrazio di cuore Davide, Fabio, Alessandro, Piero e Lorenza e tutti i cittadini che nei mesi estivi, frenetici ed intensi per il gran numero di uccelli e mammiferi selvatici rinvenuti, contattano ed aiutano il Centro Fauna Selvatica nelle due sedi di Brindisi e di Ostuni”.
Cosa rimane di tutto questo grande impegno che ci mettete per ogni caso che vi viene sottoposto e viene portato alla opportuna soluzione?
“Resta l’essenza stessa del Centro Faunistico, quale struttura tecnica e servizio pubblico gratuito per tutta la cittadinanza. Ovvero, essere una possibilità in più per ogni selvatico rinvenuto in difficoltà, con l’obiettivo di restituirlo alla vita naturale secondo il ciclo biologico della specie; rispondere alle azioni compassionevoli di chi trova all’improvviso un animale selvatico e si impegna nel primo soccorso, con lo stupore di imparare qualcosa di nuovo sulla biologia di specie animali casualmente incontrate; contribuire alla conoscenza scientifica riguardante la salute dell’ambiente, degli animali e dell’uomo, attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari; il Centro Recupero Animali Selvatici della Regione Puglia; l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata; il Servizio Veterinario dell’ASL di Brindisi; l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Ozzano Emilia. Ma sopra ogni cosa resta il rispetto della vita di ogni essere vivente”.