Pesci di tutti i colori e di tutte le dimensioni (“mi chiedono lo squalo, ma non so ancora se lo realizzerò”), stelle marine, meduse, tartarughe e un gigantesco polipo dallo sguardo sornione che sembra essere il custode del variopinto mondo acquatico abitante da qualche giorno in via Luca Antonio Resta, nel centro storico di Mesagne: circondati da ciuffi della tipica flora dei fondali oceanici, gli animali del mare popolano l’affresco su strada opera del giovane artista locale Steven Parpanesi che, sul provvisorio strato di bitume posato dagli operai AQP in una delle arterie principali del cuore antico della città messapica, ha disegnato e dipinto con bombolette spray la sua personale interpretazione dell’habitat marino.
Divelta la caratteristica pavimentazione di chianche per poter effettuare i lavori di rifacimento della rete idrica e fognaria, a Mesagne si è presentata l’esigenza di rendere fruibili (a residenti, gestori di attività commerciali e turisti) le vie che non è stato possibile ribasolare a seguito del ritardo dovuto anche alla sosta causata dall’emergenza sanitaria: ragione per la quale l’Acquedotto Pugliese ha realizzato una base asfaltata lunga circa 70 metri, ritenuta necessaria dall’amministrazione comunale per evitare che dissesti statici, polvere di tufo ed eventuale fanghiglia compromettano l’estate mesagnese, già partita in ritardo rispetto agli altri anni. La soluzione, è appena il caso di dirlo, è temporanea e durerà soltanto per qualche settimana. Malgrado ciò, tra maggioranza e opposizione (preoccupata che si alteri il decoro storico della zona) si è scatenata una guerra mediatica che presumibilmente troverà requie soltanto ai primi di settembre, quando le chianche di via Luca Antonio Resta torneranno al loro posto e l’opera di Parpanesi sarà smantellata. Sulle polemiche politiche che hanno animato il dibattito mesagnese a seguito della decisione del sindaco di portare un angolo di mare nel centro storico, l’artista glissa “Non voglio parlare di politica, ma so che non tutti sono stati d’accordo quando il sindaco Toni Matarrelli mi ha chiesto di realizzare quest’opera. Però tengo a dire che molti di coloro che erano scettici, venendo di persona a osservare la strada in questi giorni, hanno cambiato idea e si sono complimentati con me”. Lo dice con un pizzico di malizia e con tutto l’orgoglio dei suoi 22 anni che, quanto a esperienze drammatiche e a maturità, valgono almeno il doppio.
Parpanesi ha lavorato (e continuerà probabilmente sino a venerdì 10) realizzando a tinte vitaminiche e con un tratto favolistico degno del migliore cartone animato Disney l’opera che è, insieme, atto di riconoscenza per la città che l’ha accolto undicenne e struggente dedica d’amore alla sorella Kimberly, mancata qualche mese fa (“Kimberly sarebbe impazzita di gioia! Amava i colori vivi e brillanti e il senso di libertà che ispira il mare. Era molto orgogliosa di me, è sempre stata la mia prima ammiratrice. Bastava che disegnassi anche una linea o un cerchio e lei vedeva chissà quale opera d’arte”, ricorda commosso).
“Sono originario di Magenta, in provincia di Milano, ma sono cresciuto a Mesagne. Attualmente vivo a Brindisi, ma spero di riuscire a trasferirmi presto qui”.
Ciò che ha cambiato la sua difficile vita è stato l’incontro con Giuseppe Milanese (presidente di Confcooperative Sanità e della cooperativa OSA – Operatori Sanitari Associati, azienda che opera nel sociale con circa 4.000 lavoratori e 47.000 assistiti): “Esiste qualcosa di più importante di un padre? Se ci fosse, Giuseppe Milanese sarebbe per me quella cosa: è stato ed è ancora esempio, punto di riferimento, fonte di incoraggiamento. Se non mi sono perso per strada, lo devo a lui”, racconta con lo sguardo carico di rispetto e gratitudine. “Adesso lavoro come tecnico manutentore nella rssa Villa Bianca di Mesagne ma, da appassionato tatuatore, vorrei aprire uno studio in cui poter realizzare tatuaggi, perché sento che è quella la mia strada. Vorrei un locale enorme, in cui mettere a disposizione di chi non può permetterselo alcune stanze per aprire altre attività. Estetisti, parrucchieri, chiunque abbia bisogno di uno spazio e non ha la possibilità economica, troverebbe un sostegno. La vita mi ha insegnato che per vincere bisogna fare squadra”.
Seduto a sorseggiare un caffè in un bar vicino al “cantiere” durante una pausa della realizzazione del lavoro, Parpanesi viene continuamente avvicinato da amici, conoscenti, semplici curiosi venuti a osservare dal vivo l’opera le cui foto stanno facendo il giro del web, arrivando anche su testate nazionali: pacche di incoraggiamento, complimenti, desideri di passanti, soprattutto bambini, a cui, quasi sempre, fatica a dire di no (“A dire la verità, una bambina mi ha chiesto una farfalla… Sono perplesso, non ha molto a che fare con il mare”, sorride, dispiaciuto di non poterla accontentare). In tutto questo viavai di gente che resta incantata davanti agli animaletti marini che paiono saltare fuori dall’asfalto per andare incontro a chi li scruta, il giovanissimo Steven incassa persino il plauso della straordinaria pittrice iperrealista Angioletta De Nitto, mesagnese di fama internazionale passata per caso nel centro storico che, con la discrezione e il senso della misura che la distinguono, si accosta a Parpanesi stringendogli la mano e generosamente gli sussurra: “È semplicemente bello. Sei stato bravo. Tornerò a visitarlo quando l’avrai completato”.
Insomma, la very important person dell’estate mesagnese è lui, questo ragazzone schietto e apparentemente burbero che, per il tempo di una stagione, ha trasformato in mare una delle direttrici principali della movida mesagnese, quella che dalla ariosa piazza Commestibili conduce in zona Porta Piccola (sede di un locale gestito, tra gli altri, dal frontman dei Boomdabash, Angelo Rogoli, che ha definito avanguardista l’arte di Parpanesi e ha lodato la collaborazione di altri ragazzi che vivono nel centro storico nell’esecuzione dell’opera).
Il più attivo di questi collaboratori è stato il 26enne Riccardo Scialpi, orgoglioso residente di San Cipriano e amico fraterno di Steven da quando erano molto piccoli. “Io ho soltanto steso con il rullo lo sfondo azzurro, l’artista è Steven”, si schermisce il giovane, che si è assunto l’ingrato compito di sorvegliare i passanti, invitandoli a non camminare sull’asfalto appena dipinto (“Purtroppo la gente manca di senso civico. Nonostante ci siano i nastri a delimitare i bordi dell’opera, chiunque passa da qui ci passeggia sopra, facendo giustamente alterare Steven, che vede calpestato il lavoro prima ancora che sia finito”).
Tra i tanti animali presenti, il più “passeggiato” e il più fotografato pare essere il grande polpo che brandisce tra i tentacoli un’insegna in legno con la scritta “Rebecca”. Quando gli viene chiesto chi è questa donna, Parpanesi si scioglie in un sorriso tenerissimo: “Rebecca è la figlia di sette anni di un mio carissimo amico e collega di Villa Bianca. È stata qui durante il primo giorno di lavori e mi ha chiesto di disegnare un polipo, il suo animale marino preferito, indicandomi il punto preciso dell’opera in cui voleva che lo posizionassi. Il suo nome sull’asfalto è un inno all’amicizia”.
Mentre racconta di sé e dell’opera che sta realizzando, il telefono gli squilla continuamente: “È incredibile quello che sta succedendo. Le foto stanno circolando e sto ricevendo chiamate da Bari, da Lecce, da altri comuni della provincia di Brindisi. Ho avuto i complimenti persino dei miei parenti di Milano, anche se non ho idea di come la notizia sia arrivata sino a lì! I miei amici e mia madre sono contenti per me e questo mi rende molto orgoglioso. All’inizio non ero certo di accettare l’incarico, temevo che fosse una responsabilità più grande di me. Poi mi sono tranquillizzato. Ringrazio l’amministrazione comunale per la fiducia che mi ha dimostrato affidandomi un lavoro così importante e per non avere messo limiti alla mia creatività. All’inizio avevano idee diverse, forse optavano per delle strisce pedonali colorate. Poi gli ho inviato qualcosa di mio e sono stati entusiasti. Sono molto felice delle soddisfazioni che quest’opera mi sta dando, anche se non è ancora finita. A proposito, è molto tardi, devo ricominciare, altrimenti non riuscirò a completarla nei tempi che mi ero dato”.
Parpanesi si alza dalla sedia del bar e in un balzo raggiunge l’asfalto che sta dipingendo. Srotola nuovo nastro biancorosso da cantiere per rinforzare i confini della strada, fruga nel cesto delle bombolette spray, indugia su quale scegliere, osserva la lunga striscia di bitume per capire dove collocare gli animali restanti. “Per favore, niente foto o riprese mentre lavoro. Mi distraggo e divento intrattabile”, intima a passanti e giornalisti questo sorta di madonnaro 2.0, che al posto dei gessi usa le bombolette spray e al posto delle immagini sacre regala a chi transita in via Resta la bellezza della natura espressa con la gioia incontenibile dei suoi anni vissuti pienamente. In lontananza si sente qualcuno dire a gran voce “fate passare”. È un residente della zona, che sgomita per aprirsi un varco tra la gente e poter rientrare nella sua abitazione. “Mai vista così tanta folla in questa via! Ieri sera, per aprire la porta di casa, ho dovuto chiedere il permesso a quanti stazionavano ai bordi della strada. A metà circa di via Resta c’è un’edicola votiva dedicata alla Madonna: ecco, nemmeno per la Madonna abbiamo mai avuto tanti pellegrini”, scherza l’attempato signore.
Mentre è quasi mezzogiorno, Steven impugna una bomboletta arancione e nel cuore antico della città dei Messapi il suo estro contemporaneo si scatena: “Ho sempre avuto la passione per il disegno, ho un passato da writer, ho frequentato per due anni il liceo artistico, dipingo su tela, disegno su tutto quello che mi ritrovo davanti. Ma non dipingerò mai più su strada, questa sarà la mia prima e ultima opera di questo tipo. Resterà unica nel suo genere, com’era unica e indimenticabile mia sorella Kimberly”.