“Misciagni”, la favola che attraversa generazioni

Nella cornice del Castello Normanno Svevo di Mesagne, tra le emozioni di nonni e padri, e la curiosità dei giovani, le salaci poesie di un autentico mesagnese, Emanuele Castrignanò, hanno ripercorso le testimonianze di un’epoca che è stata.
La “Favola di Mesagne: Storia, Musica, Poesie, Culacchi” , uno spettacolo curato dall’istrionico Castrignanò, alla sua sesta edizione estiva, è stato per i mesagnesi un viaggio dalle radici dell’antica Medania, situata sulla Via Appia tra Oria e Brindisi, il porto più sicuro della Puglia adriatica, fino ai giorni nostri.
L’identificazione culturale di un popolo attraverso versi in vernacolo conditi dalla virtuosa esecuzione musicale de La Compagnia Group, ha consentito al pubblico partecipante con entusiasmo e commozione, di sapere chi eravamo aiutando le nuove generazioni a meglio comprendere ed amare la mesagnesità che fluisce nelle vene.
Diversi gli ospiti della serata: dalle straordinarie voci di Stefania Salamina e Luca Caponegro, alle vibranti note del sax di Roberto Rosato e declamazioni della giovane poetessa, Fabiana Agnello.
Ancora una volta, la storia vissuta e raccontata di Mesagne da Emanuele Castrignanò, dai vini buoni ai “culacchi”, dalla Prima guerra mondiale all’avvento del fascismo, da “lu picuezzu e le sorelle Tre Teste”, a Paulina, Don Saverio e Fioravanti, ha colto la piena essenza di chi ha vissuto e vive profondamente questa città perché come scrisse Cesare Pavese “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.