Sono stati molti in tutta la Puglia gli eventi che, nel trentunesimo anniversario della morte, avvenuta il 20 aprile 2023, hanno rinnovato la memoria del venerabile don Tonino Bello.
Nella giornata di ieri, nel seminario di Ugento, recentemente ristrutturato dopo lavori durati circa dieci anni, è stato inaugurato un museo che raccoglie testimonianze della sua vita e dei suoi scritti: qui il giovane don Tonino studiò per diventare sacerdote e, successivamente, per circa vent’anni, fu responsabile della formazione dei giovani seminaristi, che conservano intatto il ricordo dell’esempio di testimonianza cristiana lasciato loro dal teorico della “Chiesa del grembiule”, a servizio dei fragili e degli emarginati (senza tetto, tossicodipendenti, immigrati, indigenti, vittime di guerra).
Un momento di preghiera sulla sua tomba, seguito da una messa, si è tenuto nella sua Alessano, mentre a Molfetta, città nella quale visse da vescovo amatissimo, le celebrazioni le suo dies natalis sono coincise con la cerimonia di premiazione del concorso letterario che porta il suo nome e, dopo una messa nella Cattedrale, una conferenza lo ha ricordato accanto a padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa Nostra a Palermo a distanza di qualche mese.
Pacifista convinto (celebre il suo motto, attualissimo, “In piedi, costruttori di pace”, monito agli uomini di potere per cercare soluzioni di mediazione nelle crisi politiche in ogni angolo del mondo), nel 1992, quando, già malato di cancro, si imbarcò da Ancona insieme a centinaia di pacifisti e, una volta arrivato a Spalato, raggiunse a piedi una Sarajevo assediata dai Serbi durante la guerra dei Balcani.
Marina Poci
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