Abbiamo, anche dalle pagine di questa rivista, seguito con una certa apprensione le sorti del Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi, una struttura di assoluta eccellenza, gestita da personale altamente qualificato in dotazione alla Santa Teresa spa, che, per una serie di vicissitudini burocratiche (legate alla famigerata Legge Delrio sul riordino delle Province, ma che, ahimè, più che ordine ha portato disordine e scompiglio nella gestione della Cosa Pubblica, minando alla base anche la sopravvivenza di centri di eccellenza come quello di Brindisi) rischiava seriamente di chiudere in via definitiva i battenti, privando il territorio di un servizio pubblico importante come è la tutela della Fauna selvatica di cui la provincia messapica è particolarmente ricca, come abbiamo avuto modo più volte di constatare, documentare e testimoniare.
Scongiurato, almeno per il momento, il rischio chiusura, sono trascorsi esattamente sei mesi da quando, il 26 marzo 2019, in una affollata conferenza stampa tenutasi presso il salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi, alla presenza anche di numerose scolaresche, il Presidente Riccardo Rossi annunciò la riapertura del “Centro territoriale di prima accoglienza della fauna selvatica in difficoltà”che ha come obiettivo primario proprio il ricovero e l’assistenza degli animali selvatici del territorio provinciale che abbiano effettivamente bisogno di aiuto.
Abbiamo sentito al riguardo la dott.ssa Paola Pino d’Astore, valente biologa, che di questo Centro, oltre ad esserne la responsabile fin dall’origine, ne rappresenta l’anima e la continuità.
Paola sei sicuramente la persona più adatta per trarre un primo consuntivo di questi primi sei mesi di attività del Centro Fauna della Provincia di Brindisi. Ce ne vuoi parlare?
“Si, in effetti si è trattato della riapertura del servizio pubblico dedicato all’assistenza della fauna selvatica in difficoltà che, con orgoglio posso dire, è stato garantito direttamente dalla Provincia di Brindisi, a partire dal 2001, investendo fondi provinciali, risorse umane, sedi operative, a Brindisi e Ostuni, con specifiche attrezzature e materiali, risultando un raro esempio del genere in Italia.
Poi con la Legge Delrio sul riordino delle Province, vi è stata una riduzione significativa dei fondi statali all’Ente Locale ed il passaggio di competenze alla Regione. La Provincia di Brindisi ha mantenuto (in gestione dal 2007 alla sua partecipata, la Santa Teresa S.p.A.), il Centro Fauna Selvatica fino ai primi mesi del 2017, dopodichè vi è stata necessariamente l’interruzione delle attività. Durante il periodo di sospensione del servizio, il precedente Presidente di Provincia, Avv. Domenico Tanzarella e l’attuale Presidente, Ing. Riccardo Rossi, hanno mostrato grande attenzione e sensibilità, adoperandosi per la riapertura del Centro Fauna, a cui si è giunti tramite la stipula di una specifica convenzione con il competente Ufficio della Regione Puglia.
Quindi si è ripartiti con l’assegnazione di fondi regionali e con la rinnovata ed entusiasmante collaborazione con l’Osservatorio Faunistico Regionale, al cui interno opera il Centro Recupero Selvatici della Regione Puglia, con sede a Bitetto (Bari).
Ritornando sul campo, con il servizio operativo, è avvenuto qualcosa di sorprendente: molte persone hanno accolto con sollievo e gratitudine la ripresa delle nostre attività, dimostrando di aver sempre apprezzato il lavoro svolto a beneficio della fauna selvatica bisognosa di cure. Le nostre sedi, a Brindisi ed Ostuni, sono facilmente raggiungibili e molte persone, con ragazzi e bambini, hanno avuto la possibilità di visitarle, osservando le attività svolte.
Fino ad oggi, già numerose decine, sono i casi di intervento su esemplari di avifauna in difficoltà, specie selvatiche appartenenti ai gruppi degli aironi, delle anatre, dei rapaci notturni e diurni, dei gabbiani ed altri uccelli marini, dei passeriformi (Cardellino, Verdone, Passeri sp., ecc.), degli uccelli urbani (Tortora dal collare orientale, Rondoni). Tra i mammiferi, abbiamo ricoverato Volpi, Lepri europee e Ricci europei. La riapertura è coincisa con i mesi più importanti e delicati per il rinvenimento di animali in difficoltà, ovvero la migrazione primaverile ed il periodo riproduttivo.
In particolare, da questa primavera, è capitato, per la prima volta rispetto agli anni precedenti, di essere contattati da gruppi di ragazzi, tra i 12 e 14 anni, che di loro iniziativa, senza l’aiuto di adulti, si sono dati da fare per soccorrere ad esempio una Tortora, un Assiolo, una Civetta, trovati in difficoltà nei centri urbani. Il loro spontaneo e sincero interessamento fa ben sperare per il futuro delle nuove generazioni, sicuramente più attente verso ciò che vive attorno a loro!”
Dal momento che a chiunque, in qualsiasi momento, può capitare di imbattersi in un animale selvatico ferito o, comunque, in evidente difficoltà, puoi riassumere quali sono le norme comportamentali a cui attenersi per aiutare e non danneggiare, queste creature, specie laddove, per una qualsiasi ragione, ci siano difficoltà a poter richiedere l’immediato intervento del personale specializzato del Centro fauna selvatica?
“Prima di ogni cosa è bene ricordare che deve essere evidente la difficoltà del selvatico, perché ad esempio si rischia (a secondo delle circostanze) di rendere inutilmente orfani giovani esemplari sani di rapaci notturni (Gufo comune, Barbagianni, Civetta, Assiolo) o di altre specie. Se in quel momento non si ha la possibilità di contattare il Centro Fauna Selvatica, per prelevare l’esemplare dal luogo del ritrovamento è bene usare un tessuto, attorno a cui avvolgerlo, facendo attenzione a becco ed artigli, soprattutto se l’uccello ha movimenti attivi (penso al becco robusto di un Gabbiano reale o a quello di un Airone cenerino). Se si tratta di un mammifero, soprattutto adulto, come Volpe, Tasso e Faina è bene non rischiare di essere morsi e quindi è indispensabile in questi casi contattare il personale del Centro Fauna. Ogni selvatico che è ferito o fratturato, ma vigile, è spaventato dalla presenza dell’uomo-soccorritore (esempio: gestualità, concitazione, tono della voce, rumori ambientali come quelli dell’auto, ecc..). Presumibilmente l’esemplare incontra l’uomo per la prima volta nella sua vita e potrebbe reagire per paura e difesa.
In ogni caso, per trasportare un selvatico appena raccolto fino alla consegna nelle sedi del Centro Fauna, il contenitore migliore è lo scatolo di cartone, proporzionato rispetto alle dimensioni dell’animale soccorso, forato ai lati e chiuso. In questo modo l’esemplare riduce lo stress ed evita di procurarsi ulteriori danni”.
Che rapporto si è instaurato con le associazioni ambientaliste ed animaliste presenti nel territorio di Brindisi?
“Da molti anni, ovvero dall’avvio del Centro Fauna Selvatica, la Le.P.A. (Lega Protezione Animali), il WWF e la L.I.P.U., in quanto associazioni di volontariato nate per sostenere la tutela ambientale ed animale, hanno sviluppato un rapporto di costante collaborazione per la segnalazione ed il recupero di selvatici in difficoltà. Conoscono il lavoro svolto dalla Provincia-Santa Teresa S.p.A. e tale condivisione, maturata nel tempo con fiducia e trasparenza, ha coinvolto anche altre associazioni come l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e gli Amici di Snoopy (Ambiente ed animali). Più volte le associazioni si sono espresse, con istanze formali e tramite mass–media, verso la Regione Puglia per la riapertura del Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi, essendo state, tra l’altro, testimoni del disagio creato dall’assenza di questo specifico servizio dell’Ente pubblico, ben radicato nel territorio brindisino.
La condivisione con i volontari è un’esperienza che continua con la riapertura della struttura provinciale, sia nel momento concitato del recupero di una creatura selvatica in difficoltà, che nel momento del ritorno in natura degli esemplari riabilitati, contestualmente alla conoscenza della varietà di habitat naturali di cui è molto ricco il nostro territorio (boschi, lagune costiere, acque interne)”
Come Centro territoriale della provincia di Brindisi operate in stretta collaborazione e dipendenza con il Centro regionale che ha sede a Bitetto, che rapporti ci sono fra le due strutture ed in quali casi “dirottate” gli animali a tale centro?
“Il rapporto è molto stretto. La normativa vigente (art. 6 – L.R. 59/2017) prevede che il Centro Recupero Selvatici Regionale ha, ad esempio, il compito di coordinare le attività dei Centri Territoriali presenti in Puglia, come quello della Provincia di Brindisi, ed inoltre di ricevere da questi, esemplari di selvatici per il ricovero nella loro grande ed articolata struttura tecnica di Bitetto, dove opera l’Ufficio amministrativo dell’Osservatorio Faunistico Regionale e la Direzione sanitaria del Centro, che da molti anni è affidata al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. Dal Centro Fauna della Provincia di Brindisi sono trasferiti al Centro Regionale soprattutto esemplari di specie selvatiche bisognose di lunga degenza, oppure casi particolari da approfondire insieme allo staff incaricato, potendo contare su professionalità e risorse sia amministrative regionali (Osservatorio Faunistico e Ufficio Servizio Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali) che universitarie (Sezione di Patologia Aviare del Dipartimento di Medicina Veterinaria).
Un’ultima domanda, senz’altro meno scontata e tecnica rispetto alle altre: tenuto conto della passione che ci metti nel soccorrere, curare e restituire alla libertà centinaia di animali, ti è mai capitato di affezionarti a qualcuno di essi, magari cresciuto da cucciolo o da pullo, al punto tale che dopo averlo liberato hai sentito, oltre alla consueta gioia e soddisfazione, anche una stretta al cuore o un pò di nostalgia?
“Subito dopo il rilascio in natura di un uccello o di un mammifero selvatico accudito da noi, la sensazione è unicamente quella del profondo sollievo nel vedere il singolo esemplare che, trasportato a fine degenza nel suo specifico habitat, freme per riprendere la vita naturale allo stato libero. E’ questione di attimi ed è subito un battito di ali in cielo e corse di zampe veloci sul terreno.
Come Centro Fauna, è un privilegio prendersi cura, per il più breve tempo possibile, di creature che per la prima volta incontrano l’uomo. Sono creature da rispettare sempre nella loro selvaticità. Nostalgia no, ma grande emozione, ogni volta, si!”