
di Giancarlo Sacrestano
Il 6 Novembre 1943 il podestà di Francavilla Fontana, presa visione dell’ordine impartito dal capo del Governo, Maresciallo Pietro Badoglio, e delle istruzioni del prefetto di Brindisi, si impegnava ad ospitare 500 profughi provenienti dalla linea del fuoco, a provvedere al loro vitto utilizzando i fondi dell’ECA, ad avviare gli uomini validi al lavoro e costituire comitati per l’assistenza morale e quant’altro occorreva per alleviare le condizioni in cui si trovavano le popolazioni colpite dalla guerra.
Pertanto convocava per il giorno 9 i componenti del Comitato profughi, istituito per venire incontro ai profughi del Molise e dell’Abruzzo che in seguito alle “recenti azioni belliche nemiche”erano rimasti privi delle loro case. Nella relazione redatta dalla Commissione di assistenza, datata 11 novembre e indirizzata al Podestà, si indicava che le famiglie degli sfollati erano 87, per un totale di 433 individui, di cui degli 84 uomini validi 63 erano occupati e 21 disoccupati; mentre delle 88 donne valide 14 erano occupate e 74 disoccupate.
La quasi totalità degli sfollati era rappresentata da agricoltori, pochi erano gli artigiani (sarti, calzolai, meccanici, barbieri). I bambini erano 73. I profughi avevano pochi indumenti tessili e pochi utensili da cucina. Per l’accoglienza mancavano gli “effetti letterecci”cioè lenzuola, coperte soprattutto per vecchi e bambini; mentre difettava completamente il riscaldamento. Le condizioni igienico-sanitarie erano carenti, in quanto vi era la presenza di insetti, non essendo possibile disinfettare gli indumenti e gli oggetti personali secondo le opportune prescrizioni dell’ufficio sanitario. Non veniva assicurato lo stesso alloggio a tutti i componenti della famiglia Inoltre vi erano due famiglie provenienti da Ateleta, comune in provincia dell’Aquila (Abruzzo), alloggiate a San Biagio, a cui mancavano dei componenti della famiglia (in tutto 5 bambini), destinati in altri luoghi. Inoltre, non era possibile rintracciare 8 famiglie di cui mancavano le informazioni circa l’occupazione dei componenti di esse.
Il Podestà il 15 Dicembre del 1943 inviava, a sua volta, una relazione alla Prefettura di Brindisi e informava di aver provveduto alla sistemazione dei profughi del Molise nella ex caserma dei CC.RR. (Carabinieri Reali) ed in alcune case private. Ai profughi era garantita l’assistenza sanitaria, a mezzo del medico G.D., il quale tutte le mattine visitava sul posto i profughi e provvedeva al ricovero di qualche ammalato nell’ospedale civile. Il Podestà si stava attivando per ottenere dalla Sanità Marittima di Taranto effetti letterecci per vecchi bambini e invalidi, un carro botte di disinfezione per sottoporre a disinfestazione gli indumenti personali di tutti i profughi. Infine aveva provveduto Alla caduta del fascismo e dopo l’ armistizio dell’ 8 settembre 1943, si ebbe l’avanzata della VIII armata inglese sul territorio italiano.
A Francavilla giunsero profughi abruzzesi che abbandonarono le loro terre (dove ancora combattevano i tedeschi) e che successivamente vennero sistemati nei locali comunali, presso le famiglie o nei locali privati vicini alla città. Questo fu anche il periodo in cui giunsero , oltre i comandi militari della VIII armata , anche quelli del LI Corpo d’armata che trovarono alloggio rispettivamente presso il palazzo del barone Argentina (requisito dalle autorità militari) e presso l’ex collegio Ferdinandeo, dove venne deliberata la costituzione del I Raggruppamento Italiano di Liberazione. Il 21 Dicembre del 1943 nella città si ebbe lo scoppio di un deposito di mine militari che provocò la morte di nove militari e due civili. Alla fine del conflitto il tragico bilancio contava 157 caduti francavillesi che comprendevano ufficiali di vario grado, solda ti e un partigiano.
Nel 1944 si intrapresero le prime iniziative democratiche, come l’elezione dei primi sindaci facenti parte del Comitato di Liberazione Comunale tra cui si ricorda Cesare Teofilato, antifascista. All’interno dell’attività politica città di Francavilla, i più attivi erano il partito socialista e quello comunista. A Francavilla la liberazione fu festeggiata l’8 maggio nel tardo pomeriggio con un corteo in cui sfilarono insieme tutti i partiti aderenti al Comitato di Liberazione. La sera stessa, dopo la manifestazione, si verificarono alcuni disordini tra fascisti e antifascisti che provocarono la morte dei comunisti, Cosimo Carrieri. e Cosimo Pesce e, il giorno seguente, dopo una notte di tensione, dei due fratelli Francesco e Salvatore Chionna, interni al partito fascista. Su questi gravi eventi il Comitato di Liberazione Provinciale di Brindisi fece la seguente dichiarazione riportata nella Gazzetta del Mezzogiorno del 22.5.1945: “Il C.L.P. di Brindisi , edotto dei gravi incidenti verificatisi in Francavilla Fontana la notte del 9 maggio scorso – mentre li deplora profondamente – addita come causa determinante degli incidenti stessi la mancata epurazione dei più compromessi elementi fascisti.
E nel biasimare ancora un volta le deficienze e la imprevidenza davvero gravi delle Autorità provinciali che erano già a conoscenza della tesa situazione delineatasi in Francavilla…. rileva l’insufficienza delle forze dei Comandi di Polizia e dei Carabinieri, l’inopportunità del provvedimento preso dalla Magistratura di Brindisi per l’escarcerazione di elementi fascisti senza preventiva comunicazione agli organi di Polizia. E conseguentemente, richiede una adeguata inchiesta onde accertare chiaramente le responsabilità e suscitare i provvedimenti atti a garantire l’ordine nella giustizia e nella libertà – tanto necessario al consolidamento della democrazia.”. Nel 1946 ci furono le prime elezioni politiche e il referendum istituzionale in cui la popolazione si espresse con 8337 voti a favore della monarchia e 3342 per la repubblica. Nell’autunno, nelle elezioni amministrative, ci fu la vittoria dell’Unione Democratica Cittadina. Fu eletto sindaco Vincenzo Barbaro che aveva raccolto intorno a quella lista la maggioranza dei francavillesi. (Il persente articolo è stato estratto dal “laboratorio storico di Francavilla Fontana all’indirizzo http://www.itisff.it/dip_eln/progetti/Francavilla_Fontana_1943-48.pdf) La sedicesima puntata domenica 1 dicembre 2013