Barletta, parrucchiere scomparso: cinque indagati per omicidio aggravato dal metodo mafioso


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La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha notificato nella tarda serata di ieri, 30 aprile, i primi avvisi di garanzia a cinque persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio con l’aggravante del metodo mafioso di Francesco Diviesti, il barbiere di 26 anni scomparso da Barletta il 25 aprile scorso, il cui corpo, semicarbonizzato, è stato trovato il 29 aprile nelle campagne tra Minervino Murge e Canosa. L’’identità del cadavere, tuttavia, sarà confermata soltanto a seguito dello svolgimento dell’autopsia (che sarà effettuata con ogni probabilità nella giornata di domani, 2 maggio, dalla dottoressa Sara Sablone dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari) e dall’esame del DNA.
Le persone attinte dalle informazioni di garanzia sono tre barlettani, un uomo di Minervino Murge e un uomo di nazionalità albanese.
Secondo le prime emergenze investigative, il 26enne è uscito di casa intorno alle 20.30 del 25 aprile e, a mezzanotte dello stesso giorno, è stato visto entrare nel barber shop dove lavorava con suo padre: le telecamere di sorveglianza del negozio, infatti, lo hanno immortalato mentre lasciava sul posto il monopattino. Dopodiché, del ragazzo si perdono le tracce.
Le forze dell’ordine stanno anche indagando su una rissa avvenuta qualche giorno prima vicino a un bar, rissa che potrebbe essere il movente della sua scomparsa e dell’epilogo della vicenda. Non è escluso che Diviesti possa essere stato ucciso in un luogo diverso da quello dove è stato trovato: a riprova dell’ipotesi, vi sarebbe il provvedimento di sequestro di una villa che si trova a poca distanza dal rudere nel quale è stato rinvenuto il corpo, nella quale gli inquirenti avrebbero prelevato alcuni oggetti utili alle indagini.
Marina Poci