Pedopornografia, nonostante la condanna don Legrottaglie non era mai stato destituito dalla Curia e continuava a frequentare parrocchie

Una ventina di anni fa era stato arrestato e poi condannato per atti di libidine violenta su due ragazzine che frequentavano la sua parrocchia. Oggi e’ stato nuovamente arrestato don Francesco Legrottaglie, di 67 anni, ex parroco e ora semplice sacerdote ad Ostuni: nel suo computer la polizia postale ha trovato numerosi file con materiale pedopornografico. Il religioso e’ ora ai domiciliari.

I contenuti sono stati scovati nel corso di perquisizioni compiute nell’abitazione dell’uomo. Nel 1991 don Franco era stato denunciato dai genitori delle due ragazzine che avevano subito gli abusi dal sacerdote che all’epoca era parroco. L’arresto fu fatto un anno dopo, nel 1992, quando il sacerdote era stato trasferito a Bari con incarico di cappellano militare. Dopo la condanna, il prete era stato inviato in Congo dove ha trascorso un lungo periodo in missione. Nel 2010 e’ stato poi designato dalla Curia arcivescovile e assunto dalla Asl di Brindisi con contratto di collaborazione come cappellano dell’ospedale Perrino. Scelta che aveva sollevato molte polemiche e che non era poi stata confermata: Legrottaglie, che non ha piu’ ricevuto incarichi di rilievo in seno alla Curia, e’ stato quindi trasferito in una parrocchia di Ostuni, la sua citta’ di origine. Ora c’e’ una nuova inchiesta sul suo conto, delegata alla polizia postale di Brindisi che dopo le perquisizioni ha informato dell’arresto il sostituto procuratore di turno presso la procura di Brindisi, Milto Stefano De Nozza.

Dopo il primo arresto, in tempi in cui di pedofilia in ambienti ecclesiali si parlava di rado e con una certa ritrosia, l’uomo e’ stato inviato all’estero, dove e’ rimasto a lungo, ma mai destituito. Una volta rientrato nel Brindisino ha ripreso a compiere la propria opera, pur non avendo mai piu’ rivestito ruoli di responsabilita’. Cinque anni fa fu l’allora arcivescovo di Brindisi – Ostuni a inserirlo nella rosa dei sei nominativi consegnati alla Asl di Brindisi che, secondo una convenzione, assume e stipendia con contratto di collaborazione i preti con la qualifica di “assistenti spirituali”.