
Cinque ordinanze di demolizione sono pronte per altrettanti stabilimenti balneari della costiera a nord di Brindisi perché totalmente o in parte abusivi. Alla fine di dicembre il Comune di Brindisi ha notificato ai titolari degli stabilimenti altrettanti atti di “ripulsa”alle richieste di condono edilizio presentate lo scorso anno. Dal 2 marzo scatteranno le ordinanze di demolizione che dovranno essere eseguite entro due mesi sotto il controllo della polizia municipale di Brindisi.
Non solo Lido del Sole, dunque, sottoposto due giorni fa a sequestro da parte della Capitaneria di Porto per abusi edilizi. La chiusura definitiva potrebbe scattare per cinque stabilimenti balneari della litoranea nord del capoluogo che erano già stati segnalati all’inizio della scorsa stagione e che poi avevano ottenuto in extremis l’autorizzazione ad aprire con l’impegno di effettuare i lavori nel corso dell’inverno per presentarsi in regola. Ma i titolari si sono limitati a presentare richieste di condono che non sono state accolte.
Così qualche giorno fa il settore Urbanistica del Comune di Brindisi ha inviato al Settore Attività produttive e al comando della polizia municipale l’elenco degli stabilimenti a rischio: i vigili dopo il 2 marzo notificheranno le ordinanze di demolizione, e dunque le Attività produttive negheranno qualsiasi nullaosta per la riapertura estiva .
Questi gli stabilimenti che dovranno essere in parte o totalmente demoliti: lido “L’arca di Noè” di Vincenzo Elefante, lido Arena di Giuseppa Elefante, lido San Benedetto di Maria Miccoli, lido Del Sole di Giuseppa Soleti, lido Sant’Anna di Francesco Cariulo.
Le ordinanze di sequestro dovrebbero essere eseguite dalla polizia municipale ma non è escluso che, così come avvenuto a lido Del Sole, sia la Capitaneria di porto a porre prima i sigilli. Lido del Sole ricade per altro nell’oasi di Torre Guaceto.
“Avevo invitato, nel loro stesso interesse, i proprietari a mettersi in regola”, ricorda l’ex assessore all’Urbanistica, Lino Luperti. “Ma evidentemente hanno pensato che si trattasse di semplici capricci dell’amministrazione invece che del desiderio di ridare dignità a una costa le cui spiagge sono piene di baracche e costruzioni abusive”.