
Editoriale di GIANMARCO DI NAPOLI per il7 Magazine
A San Pietro Vernotico sta accadendo qualcosa che non ha precedenti in provincia di Brindisi, e probabilmente in Puglia, se non addirittura in Italia, nella pur articolata e variegata storia delle vicende criminali che hanno segnato l’ultimo mezzo secolo. A San Pietro Vernotico c’è una piccola salumeria in una stradina del centro storico che in poco più di un anno e mezzo ha subìto ben quattro attentati: due dinamitardi, uno incendiario e un altro a colpi d’arma da fuoco.
L’ultimo è avvenuto all’una di notte di martedì, quando era già il Primo maggio e le vie del paese erano ancora percorse dal popolo della notte. Una bomba di fabbricazione artigianale, ma di alto potenziale, ha sventrato una delle due saracinesche del negozio d’alimentari, danneggiando la struttura muraria dell’ingresso e scheggiando anche la vetrina della rivendita di auto che si trova dall’altra parte della strada.
La sequenza degli attentati era stata aperta proprio da una bomba, la sera del 17 ottobre 2022: una dinamica identica. Era il primo episodio: si pensò a un atto intimidatorio del racket delle estorsioni. Dopo quattro mesi, il 6 febbraio 2023, si passò al liquido infiammabile: benzina contro la saracinesca e incendio. Ma non era finita: trascorsero pochi giorni e questa volta furono esplosi una decina di colpi d’arma da fuoco che crivellarono l’ingresso della salumeria.
Già dopo il secondo attentato la vicenda era apparsa molto strana. Quando un’attività commerciale diventa più volte obiettivo degli attentatori, soprattutto in brevi frazioni di tempo, diminuiscono le possibilità che ci si trovi dinanzi a intimidazioni del racket (il quale per altro a San Pietro Vernotico negli ultimi anni non ha mai fatto sentire la propria presenza in maniera così evidente) e le indagini si concentrano sulle vittime, le quali a volte hanno interessi non proprio trasparenti.
Ma non è il caso della famiglia Marangio. Si tratta di commercianti assolutamente limpidi, i cui unici interessi sono concentrati sulla qualità dei prodotti e sul rapporto fiduciario con i clienti.
E’ chiaro dunque che l’ossessiva e gravissima campagna di intimidazione (e di danneggiamento, anche economico) portata a termine contro la salumeria non ha nulla a che vedere con interessi della criminalità, né tantomeno è una forma di ritorsione nei confronti di chissà quali affari oscuri dei titolari. I quali lo ribadiamo: sono solo onesti commercianti.
Evidentemente le motivazioni sono altre e probabilmente ancora più inquietanti e pericolose di quanto la vicenda- già di per sé preoccupante – non lasci immaginare. Il paese è piccolo e le voci corrono. Tra le ipotesi al vaglio sin dal primo momento dai carabinieri c’è quella di una rabbiosa vendetta nei confronti della famiglia Marangio da parte di qualcuno che evidentemente non si dà pace per qualcosa che è avvenuto al di fuori di quel negozio e scatena la sua violenza – per il momento – provocando danni alla salumeria. Qualcuno che ha disponibilità di ordigni esplosivi, di armi e che non esita a utilizzare anche il fuoco. Qualcuno che potrebbe decidere, nella sua folle rabbia, di andare oltre, passando a un livello superiore di violenza.
Nelle ore successive al terzo attentato (quello a colpi di pistola) i carabinieri arrestarono un ragazzo di vent’anni che venne trovato in possesso di un ordigno esplosivo costituito da due candelotti con miccia, uniti con del nastro adesivo del peso di 60 grammi ciascuno e di materiale per l’accensione dell’ordigno. Non si sa se e in che modo il giovane fosse collegato agli attentati avvenuti in via Carrozzo perché non è mai stato indagato per quegli episodi. Sta di fatto che per poco più di un anno, fino all’altra notte, sembrava che la catena si fosse spezzata. Ma non è così.
E ora è il caso che le istituzioni e le forze dell’ordine prendano immediatamente le contromisure: per prevenire nuovi attentati e per garantire la stessa incolumità dei commercianti finiti in questo vortice di violenza inaudita e non più tollerabile.
Poco più di 24 ore prima dell’attentato, nella sala consiliare del Comune di San Pietro Vernotico, a qualche centinaio di metri da via Carrozzo, era stata presentata la quarta edizione di una gara podistica, promossa dall’Associazione nazionale Magistrati del distretto di Lecce che si svolgerà in nome della legalità proprio a San Pietro. Una vera marcia contro la criminalità che quest’anno è dedicata in particolare alla violenza di genere.
Ecco, per dare un senso concreto a questa manifestazione, sarebbe opportuno fare in modo che a San Pietro torni presto la serenità e che sia interrotta per sempre questa catena di attentati che fino a questo momento hanno evidenziato la difficoltà delle istituzioni in questo caso di tutelare i cittadini onesti e la pubblica incolumità.