Di Marina Poci per il numero 421 de Il7 Magazine
Hanno lavorato senza soluzione di continuità, i Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Brindisi e del Distaccamento di Ostuni, alla ricerca di Oronzo Epifani, 63 anni, l’uomo disperso nel violento nubifragio che ha colpito la Città Bianca e le marine limitrofe nel tardo pomeriggio del 2 ottobre: alla fine l’uomo è stato individuato privo di vita nella tarda mattinata del 3 ottobre, in una zona impervia tra la statale 379, all’altezza di Costa Merlata, e il mare in tempesta. A trasportarlo sin lì, un canale di scolo delle acque piovane. Era a poca distanza dal luogo in cui aveva abbandonato la sua Mercedes per cercare di mettersi in salvo, una volta resosi conto che sarebbe stato rischioso restarvi all’interno.
Al momento del nubifragio, Epifani era sulla strada complanare tra Gorgognolo e Costa Merlata, a bordo del veicolo che, trascinato dalla forza dell’acqua e del fango, è stato ritrovato in una scarpata. Poco prima del ritrovamento del corpo, erano stati rinvenuti il giubbotto, una scarpa, il borsello e i pantaloni dell’uomo.
La moglie, che viaggiava su una Punto a poca distanza, era stata soccorsa dai pompieri prima che la macchina fosse completamente invasa dall’acqua, che in pochi secondi aveva comunque già raggiunto le portiere. Tra i due coniugi, pochi istanti prima della scomparsa di Epifani, vi sarebbe stata una telefonata in cui il marito, allarmato perché sentiva di stare per essere travolto dalla piena, avrebbe raccomandato alla moglie di fermare l’auto e mettersi in salvo. Una telefonata che, con ogni probabilità, ha salvato la vita della donna.
Molti famigliari di Epifani sono rimasti sul posto a seguire le ricerche, ostacolate da nuove piogge e dal vento sferzante e intensificate con un elicottero Drago, i cani molecolari e l’ausilio del personale del Soccorso Acquatico e Fluviale e della Unità di Crisi Locale (UCL), la postazione mobile che funge da centro di comando e coordinamento per i Vigili del Fuoco in caso di emergenza sul territorio. La zona, presidiata anche da Carabinieri e agenti della Polizia di Stato, è stata mappata in modo capillare e tutti i terreni circostanti sono stati battuti a tappeto.
La pioggia torrenziale che si è abbattuta sulla città, causando allagamenti e disagi alla circolazione, ha riguardato in particolar modo il quartiere a ridosso della stazione ferroviaria, i cui binari sono stati completamente sommersi, trasformandosi rapidamente in un canale: su tutta la dorsale adriatica la circolazione è rimasta bloccata per ore, mentre il parcheggio antistante allo scalo, il sottopassaggio e le sale d’attesa sono rapidamente diventati un lago.
Per tutta la serata e la notte tra il 2 e il 3 ottobre, i Vigili del Fuoco, con altre squadre, sono stati impegnati senza sosta per soccorrere automobilisti, liberare strade sommerse e ridurre i danni provocati dal fango.
Criticità eccezionali si sono registrate a Villanova, colpita da una grandinata di rara intensità (addirittura in alcune zone si sono misurati sino a 50 centimetri di grandine sull’asfalto) e da una tromba marina avvistata a chilometri di distanza. A proposito della marina ostunese, il meteorologo Michele Conenna, ricordando quanto i fenomeni estremi stiano diventando sempre più frequenti e intensi, anche in periodi insoliti, ha documentato “chicchi di ghiaccio grandi e fitti”, che hanno dato l’impressione di una “nevicata fuori stagione”.
Secondo le prime rilevazioni, tra le 16:00 e le 19:00 si sono abbattuti fino a 70 millimetri di pioggia.
I comuni di Carovigno, Oria, Mesagne e Brindisi sono stati tra i più colpiti, con strade invase da fiumi di fango e acqua, abitazioni al piano terra allagate e notevoli disagi per la circolazione. In alcuni casi, la grandine ha formato uno strato compatto che ha reso difficoltoso non solo il transito dei veicoli, ma anche quello dei pedoni.
Le forze dell’ordine e la Protezione Civile sono tuttora impegnate a monitorare le situazioni più a rischio, mentre si segnalano interventi continui di messa in sicurezza e di soccorso a famiglie rimaste temporaneamente isolate, soprattutto quelle residenti nelle zone di campagna, in cui la bomba d’acqua ha provocato l’esondazione di alcuni canali minori e danni ingenti alle coltivazioni.
Nel fine settimana è atteso un ulteriore crollo delle temperature, che dovrebbero attestarsi su valori invernali a causa dell’ingresso di aria fredda dai Balcani.