Emma consegna una lettera al Papa aspettando la verità sulla morte di mamma Viviana

Ciao papa Francesco, ti voglio bene. Prega per me, mio fratello Edoardo, mia sorella Emilia, il mio papà Giacomo e il mio angelo mamma Viviana. Emma”: lei sorride mentre consegna il bigliettino scritto con la calligrafia incerta di una bambina di sei anni nelle mani del pontefice che percorre in carrozzella un tratto dell’immensa aula Paolo VI del Vaticano. Emma ha solo sei anni, ma è destinata a crescere in fretta, forse più rapidamente dei suoi coetanei, nonostante il papà Giacomo Cofano stia cercando di farle vivere con spensieratezza questo periodo difficilissimo. Emma a dicembre ha perso la mamma, Viviana Delego, con la quale aveva condiviso amorevolmente quel pancione che cresceva con i due fratellini che stavano per venire al mondo. Ora è il suo angelo.
Emma e il papà, insieme a don Donato Liuzzi, il parroco del loro paese, Pezze di Greco, sono volati a Roma per incontrare il papa. Bergoglio aveva avuto la sensibilità di telefonare a Giacomo il giorno di Natale per testimoniargli la sua vicinanza: il suo dramma, la morte della moglie avvenuta nell’ospedale Perrino di Brindisi qualche giorno dopo aver dato alla luce Edoardo Maria ed Emilia Maria, lo aveva colpito profondamente. Così come la generosità di Giacomo che aveva scelto comunque di ringraziare con una lettera i sanitari del reparto di Rianimazione per l’impegno, anche umano, con cui avevano tentato di salvare la moglie. E così questa volta lui e la figlioletta Emma sono andati a incontrarlo di persona.
A invitarli e a volere che sedessero in prima fila al passaggio del Papa è stato il direttore dell’Istituto Superiore di Formazione “Lombardi”, Michelangelo dell’Edera, attraverso il circolo tennis di Brindisi e il maestro Bobo Ciampa. Era l’udienza speciale che apriva il primo Simposio internazionale di Tennis e Padel in programma al Foro Italico di Roma. Erano presenti maestri e atleti provenienti da tutto il mondo.

Così Emma ha potuto consegnare il bigliettino nelle mani del Papa. Francesco si è intrattenuto qualche secondo con la bambina e tutto ciò è stato di estremo conforto per Giacomo e di grande emozione per don Donato che osservava la scena dal grande schermo. Emma ha chiesto a Bergoglio di pregare per loro.
In attesa che anche la giustizia dia un senso a ciò che è accaduto.
Sul piano delle inchieste amministrative e penale infatti è calato un silenzio che al momento non ripaga l’estrema cautela con la quale i famigliari di Viviana Delego, affidandosi all’avvocato Paolo D’Incecco, hanno scelto sin dal primo momento di seguire le verifiche disposte dai massimi vertici sanitari.
“Emerge un quadro preoccupante dal punto di vista organizzativo che ha portato a quella che si potrebbe definire la tempesta perfetta a causa del susseguirsi di una serie di errori”. È quanto scrissero gli ispettori regionali inviati dall’assessore Rocco Palese.

Sul caso era stata annunciata dal sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato anche un’ispezione ministeriale. Della quale non si è avuto mai conferma. Viviana Delego morì nel reparto di Rianimazione del Perrino dopo un parto cesareo e una forte emorragia che richiese la trasfusione di 17 sacche di sangue, secondo quanto trapelato da ambienti della sanità brindisina.
La Asl chiuse la vicenda con un comunicato in cui si assicurava che la puerpera aveva avuto tutta l’assistenza possibile e che, malgrado gli sforzi dei sanitari, non era stato possibile evitarne il decesso, a causa delle gravi condizioni in cui la donna versava, aggravatesi di ora in ora sin dal momento dell’accesso in pronto soccorso avvenuto il 17 dicembre.


A far scattare l’ispezione fu la relazione stilata da Giuseppe Manca, primario della Chirurgia del Perrino, chiamato a eseguire l’isterectomia alla paziente dal ginecologo di servizio. Nel rapporto del chirurgo è scritto che il ginecologo aveva chiesto il suo intervento avendo valutato “la situazione estremamente difficoltosa e non essendo in grado di trattarla”.
Inoltre, viene rilevato che all’arrivo della puerpera nel reparto di Ginecologia, erano assenti contemporaneamente sia il primario (poi sottoposto a procedimento disciplinare), sia la sua vicaria, quest’ultima per malattia.
“Casi come questo li conoscono molto bene i giudici che valutano il danno biologico – scrisse la Asl – e nella maggior parte delle volte finiscono sotto la lente di ingrandimento meccanismi organizzativi, mancanza di procedure e di standardizzazione, qualche volta negligenza, carenze degli organici o tecnologiche.
Si tratta di elementi che sommati portano a gravi conseguenze, Inoltre, la conformazione dell’ospedale di Brindisi obbliga i pazienti a spostamenti di parecchi piani – rende noto la Asl – e questo è un fatto che, sommato a un errore nella catena decisionale e organizzativa precedente, può diventare fatale. Anche quel minuto in più può essere di vitale importanza”.

Il commissario straordinario dell’Asl di Brindisi Giovanni Gorgoni due mesi fa aveva annunciato di aver disposto la redazione di un piano organizzativo delle azioni correttive, come richiesto dalla Regione Puglia. “Il piano sarà a cura di professionisti interni con l’affiancamento del Crris (Centro Regionale per il Rischio in Sanità) di Aress Puglia e andrà a completare la verifica già effettuata dal servizio di Rischio clinico aziendale». «Ho dato tempi strettissimi: deve essere tirato fuori un piano d’interventi nel giro di un mese.
Analizzando la relazione della Task force regionale, la prima ricognizione del rischio clinico dell’Asl di Brindisi, eventualmente se dovessero essere necessari altri approfondimenti interni, si dovrà – aggiunse il commissario straordinario dell’Asl di Brindisi Giovanni Gorgoni – mettere insieme tutto per far emergere le cose che sono mancate e come vanno aggiustate». «Questo per la redazione. Poi per la realizzazione dipenderà se ci saranno interventi che richiedono investimenti, e quindi avranno determinati tempi, se si tratta di formazione del personale o se c’è da redigere nuove procedure o aggiornare delle vecchie ci saranno altre valutazioni temporali».

Parallelamente agli accertamenti amministrativi si attendeva anche la conferma dell’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Brindisi della quale, al momento, la famiglia di Viviana non ha avuto alcuna notizia, nonostante i vari esposti che hanno avviato l’iter obbligatorio per l’azione giudiziaria di accertamento. Ma non si hanno notizie ancora di notifiche di eventual informazioni di garanzia. La speranza del marito Giacomo è che si proceda al più presto effettuando verifiche non solo su quanto accaduto all’ospedale Perrino, ma alcuni giorni prima della tragedia all’ospedale di Acquaviva delle Fonti dove per due volte Viviana fu accompagnata dopo essersi sentita male. Fu rimandata a casa. Probabilmente si era ancora in tempo per salvarle la vita.