È stata accolta la richiesta di patteggiamento a tre anni di reclusione per il 72enne arrestato lo scorso marzo in seguito alla morte del figlio, avvenuta dopo una violenta discussione familiare. La vittima è Stefano Argentina, 44 anni, deceduto il giorno successivo al ricovero presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi.
I fatti risalgono a un litigio particolarmente acceso tra padre e figlio, scoppiato nei pressi dell’abitazione di famiglia, in contrada rurale a Francavilla Fontana. Durante il confronto, l’uomo più giovane fu colpito con alcune coltellate. Trasportato in ospedale, morì il giorno dopo.
Angelo Argentina, il padre, era stato arrestato con l’accusa di omicidio. Il pubblico ministero Alfredo Manca, oggi in servizio alla Procura di Lecce, dispose l’esame autoptico, dal quale emerse che il decesso non era riconducibile direttamente alle ferite da arma da taglio, bensì a un arresto cardiaco. Dalle indagini fu inoltre accertato che la lite era nata per un malinteso legato all’utilizzo dell’automobile di famiglia, usata nei giorni precedenti dal figlio, il quale aveva problemi di dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti.
La difesa del 72enne, affidata all’avvocato Massimo Romata, ottenne inizialmente la concessione degli arresti domiciliari. In seguito alla riqualificazione del reato da omicidio a lesioni personali gravissime aggravate, il legale presentò istanza di patteggiamento a tre anni di reclusione, richiesta che ha ricevuto il parere favorevole della Procura. Nel frattempo, l’imputato era tornato in libertà.
Il 16 dicembre scorso, la giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, ha accolto la richiesta, definendo il procedimento con la pena concordata di tre anni di reclusione, con motivazione contestuale.