Una rispettosa, ma ferma, presa di distanza: così l’associazione antimafia Libera, fondata e presieduta da don Luigi Ciotti, commenta la recente nomina di Viviana Matrangola, figlia della vittima innocente di mafia Renata Fonte, ad assessora regionale con deleghe a Cultura e Legalità nella “nuova” giunta Emiliano.
In una nota, l’associazione scrive: “Apprendiamo dalla stampa della nomina di Viviana Matrangola ad assessore regionale con delega alla Cultura, Tutela e Sviluppo delle Imprese Culturali, Legalità e Antimafia Sociale. Come sancito dal nostro Statuto, “Libera è un’associazione apartitica” e, pertanto, questa nomina è semplicemente frutto di una scelta personale di Viviana, che rispettiamo, ma che non equivale in alcun modo ad una presa di posizione della nostra Associazione. Vogliamo inoltre precisare che Viviana Matrangola, cui va la nostra stima come persona e familiare di vittima innocente delle mafie, non ricopre da tempo alcun incarico all’interno dell’associazione Libera”.
Matrangola, per molti anni responsabile di Libera Memoria nazionale e internazionale e come referente per i familiari delle vittime di mafia, è una delle tre nuove assessore nominate da Michele Emiliano a seguito dell’uscita dalla giunta del Movimento Cinque Stelle, determinata da una serie di vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni fedelissimi del governatore (con accuse che vanno dalla corruzione elettorale allo scambio elettorale politico-mafioso, passando per la corruzione semplice e la turbata libertà degli incanti): assieme a lei, in quello che con molti malumori (soprattutto a sinistra) e feroci critiche (da parte delle opposizioni) è stato definito “rimpastino rosa”, ci sono l’avvocata Serena Triggiani, a cui sono andate le deleghe a Ambiente, Ciclo Rifiuti e Bonifiche, Parchi, Rischio Industriale, Politiche Abitative, Crisi Industriali e Politiche di Genere e la consigliera regionale del Pd Debora Ciliento che riceve le deleghe a Trasporti e Mobilità Sostenibile, al posto della dimissionaria Anita Maurodinoia (indagata sia nell’inchiesta della Direzione Distrettuale antimafia Codice Interno, che riguarda il Comune di Bari, sia nell’inchiesta della Procura ordinaria su una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Grumo Appula del 2020 e di Triggiano del 2021).
A proposito della nomina di Matrangola, decisamente meno diplomatico dell’associazione era stato don Angelo Cassano, che di Libera è il referente regionale per la Puglia (si tratta del sacerdote che aveva sostenuto il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro nella manifestazione in cui Michele Emiliano aveva dichiarato di averlo accompagnato in casa della sorella di Tonino Capriati quando Decaro, da assessore, era stato minacciato a causa della decisione dell’amministrazione comunale di creare la ztl a Bari Vecchia): “Voglio precisare”, ha scritto Cassano, “che personalmente e come referente di Libera Puglia non so nulla di questa scelta alla Regione e nè attualmente si tratta di un dirigente di Libera. Sono schifato e addolorato di come si strumentalizza tutto. Fermo restando che si tratta di persone rispettabili a cui va la mia stima ma sono scelte personali. La stampa farebbe meglio a chiedere prima anziché creare confusione. Le mie posizioni sono chiare da sempre e non permetto a nessuno di strumentalizzarle. Ci vuole una rivolta morale, etica e culturale nella politica di questa terra e non operazioni estetiche di facciata”.
Matrangola, 51 anni, laureata in Architettura e attualmente dipendente della Biblioteca Vergari di Nardò, è, con Sabrina, figlia di Renata Fonte, l’assessora alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Nardò, eletta nel 1982 nelle liste del PRI, che fu uccisa – così come riconosciuto da una sentenza della Corte d’Assise di Lecce – perché aveva proposto una variante al piano regolatore comunale al fine di impedire la speculazione edilizia nell’area di Porto Selvaggio.
Marina Poci
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