Mafia a Bari, «terrorismo» nella Bat e rapine a Fasano: tre ombre sul G7 / EDITORIALE

di GIANMARCO DI NAPOLI

Quando, lo scorso anno, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, scelse la Puglia, e in particolare l’area compresa tra le province di Brindisi, Bari e Bat, per lo svolgimento del Gruppo dei Sette (G7), il forum intergovernativo dei sette maggiori Stati economicamente avanzati della Terra, sicuramente fu spinta dal desiderio di accogliere capi di Stato e di governo, oltre al presidente del Consiglio Europeo e alla presidente della Commissione Europea, in una delle regioni più belle della Penisola, apprezzata dai turisti di tutto il mondo, ormai più della Sardegna. Un’operazione di marketing internazionale legittimata dalla scelta di Borgo Egnazia, ossia il resort di Savelletri preferito dalle star di tutto il mondo, come quartier generale per il vertice.
Nessuno avrebbe potuto prevedere che proprio nell’imminenza del G7, in programma dal 13 al 15 giugno, la zona della Puglia individuata per lo svolgimento degli incontri tra i potenti del mondo sarebbe stata interessata da eventi criminali che seppur non collegati tra loro rendono ancora più complessa la gestione della sicurezza, la cui macchina era pur stata avviata da tempo: Bari, il capoluogo di regione, con la mannaia del possibile scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e con un omicidio che fa temere una recrudescenza della guerra tra clan. La Bat (Barletta-Andria-Trani) segnata da una sorta di psicosi da bomba iniziata con la misteriosa valigetta abbandonata nella stazione di Trani e proseguita con una serie di allarmi quasi quotidiani. La zona di Fasano, cuore del G7, segnata negli ultimi giorni da scorribande di rapinatori armati che si sono spinti sino alla masseria confinante con Borgo Egnazia.
La macchina della sicurezza si è mossa da tempo nelle tre province. Come accade in questi casi, da mesi è in corso un lavoro di bonifica preventiva che inizia con l’individuazione di personaggi, vicini a organizzazioni estremiste o anarchici, che potenzialmente potrebbero creare problemi. E’ un lavoro che viene svolto dalla Digos, ma anche dagli uffici “politici” delle altre forze di polizia, a diretto contatto con i Servizi e il ministero dell’Interno. Particolare attenzione viene prestata alla presenza di possibili cellule islamiche dormienti e vengono monitorati con attenzione gli arrivi negli aeroporti e nei porti della Puglia.
Il piano di sicurezza è già pronto, anche se in parte segreto: verrà realizzata una zona “rossa” attorno a Borgo Egnazia di almeno 10 chilometri quadrati, che potrebbe arrivare a 30 comprendendo anche una seconda zona “gialla”. Dovranno essere protetti circa 130 gruppi di lavoro per preparare 21 ministeriali e il vertice dei capi di Stato e di governo. Oltre ai grandi leader del mondo, ci saranno circa 2000 delegati e altrettanti giornalisti, con la mobilitazione di 5000 militari a garanzia della sicurezza del vertice.
Una grande nave da crociera dovrebbe essere ormeggiata nel porto di Brindisi, forse alla banchina di costa Morena, per ospitare il grosso delle delegazioni e avere la possibilità di un presidio di sicurezza facilmente controllabile.
Nelle ultime settimane però il programma di sicurezza già avviato rischia di essere condizionato e reso ancora più complesso da avvenimenti non previsti. Il primo è costituito dalla situazione che sta vivendo Bari da un mese a questa parte, probabilmente la più complessa degli ultimi dieci anni: all’appuntamento con il G7 il capoluogo di regione si presenta con un’immagine indebolita dall’ombra delle indagini giudiziarie, della possibile infiltrazione mafiosa nel Palazzo di Città, dal fatto che il presidente della Regione, Michele Emiliano, e il sindaco, Antonio Decaro, dovranno comparire davanti alla commissione parlamentare antimafia per chiarire una vicenda che riguarda il clan Parisi. E per l’omicidio di qualche giorno fa che ha visto proprio un rampollo di quella stessa famiglia mafiosa morire sotto il fuoco dei killer.
Sarà sicuramente una coincidenza, ma la cerimonia d’apertura del G7, inizialmente ipotizzata nel Castello Svevo di Bari, com’era giusto che fosse, si svolgerà nel maniero di Barletta. La cena di benvenuto si svolgerà qui, prima del trasferimento a Borgo Egnazia. Bypassando Bari.
Ma, come si diceva, neanche la provincia a tre teste, quella di Barletta-Andria-Trani, vive un periodo di grande serenità. Qui nessun episodio particolarmente cruento, ma una serie di vicende quantomeno destabilizzanti iniziate il 25 marzo quando un foglietto di minacce fu trovato nella stazione ferroviaria di Trani, vicino a una valigetta abbandonata con all’interno cavi elettrici collegati a flaconi di liquido e a un cellulare che simulavano un ordigno biologico. Una brutta storia tutt’altro che chiarita perché chi ha piazzato i foglietti e la valigetta non è stato ancora identificato e la DDA di Bari ha aperto un fascicolo per terrorismo. Non solo, nei giorni successivi si è innescata una sorta di psicosi da bomba, l’ultima delle quali mercoledì per una valigetta abbandonata a Barletta all’esterno dello stadio.
A completare il quadro c’è l’improvvisa emergenza rapine scattata a Fasano, proprio nella zona di Borgo Egnazia: in contrada Coccaro, a meno di due chilometri da quartier generale del G7, presso un’altra masseria molto rinomata, hanno fatto irruzione banditi armati e mascherati che hanno rapinato l’incasso della serata, prima di tentare un colpo identico in un altro resort vicino. E la sera di Pasqua, ad armi spianate, altri malviventi (o gli stessi) avevano fatto irruzione nel Punto Snai a pochi metri dal municipio di Fasano.
E’ chiaro che nessuna di queste vicende può minimamente mettere a rischio i grandi del pianeta che in quei tre giorni saranno super protetti e inavvicinabili. Ma è necessario assicurare la medesima serenità alle circa diecimila persone che si sposteranno tra Bari e Brindisi in quella settimana (delegazioni, giornalisti, osservatori) e che non godranno della protezione di body-guard e dei servizi di sicurezza. E bisognerà farlo senza perdere di vista altre zone della Puglia nelle quali, approfittando della situazione, la criminalità potrebbe insinuarsi.
Non sarà un compito facile perché sulla Puglia nei prossimi due mesi saranno puntati i riflettori del mondo e non ci si può permettere di restituire l’immagine di una regione in cui la mafia, il terrorismo e la criminalità comune hanno preso il sopravvento. Sarebbe un danno enorme.