Partorì e annegò la neonata nel water: ballerina pugliese rinviata a giudizio a Padova


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Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Padova, Claudio Marassi, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Sergio Dini nei confronti di Melissa Machado Russo, la 30enne italo-brasiliana originaria del Barese che, la notte tra il 28 e il 29 novembre 2024, annegò la neonata che aveva dato alla luce pochi istanti prima nel water della foresteria del night club di Piove di Sacco in cui lavorava come ballerina di lap dance.
Machado Russo risponderà di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela (e sarà giudicata dalla Corte d’Assise, rischiando l’ergastolo) e non di infanticidio, che prevede una pena massima di 14 anni.
Dopo aver partorito, la donna avvisò una collega, che – una volta giunta sul posto – si trovò davanti ad una scena da film dell’orrore: il pavimento imbrattato di sangue, un pezzo di cordone ombelicale sparso per il bagno, un paio di forbici e il cadavere di una neonata, ancora ricoperto di materiale placentare, a testa in giù nel water, con il cranio visibilmente deformato.
Come confermò l’autopsia, la piccola, lunga 51 centimetri per tre chili e mezzo di peso, era nata viva e sana.
I periti psichiatrici che hanno esaminato Melissa Machado Russo in incidente probatorio ne hanno sancito l’assoluta lucidità e la piena coscienza degli atti compiuti sia al momento del parto che nei mesi precedenti, pertanto sono caduti nel vuoto i tentativi della difesa di appellarsi al vizio – totale o, almeno, parziale – di mente.
L’imputata si trova attualmente a casa dei genitori a Cassano delle Murge (Bari) con obbligo di dimora.
Marina Poci
(foto da Il Messaggero)