Si tolse la vita con la sciarpa del Casarano: chiesta archiviazione per l’istigazione al suicidio


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Avrebbe subito vessazioni da parte del convivente fino a poche ore prima di morire, ma la morte di Roberta Bertacchi, 26enne di Ruffano trovata impiccata il 6 gennaio 2024 con una sciarpa del Casarano Calcio alla pensilina del balcone della casa in cui viveva, a Casarano, fu un gesto estremo non addebitabile all’uomo: con questa prospettazione accusatoria, la Procura della Repubblica di Lecce ha chiuso le indagini, notificando il relativo avviso, nei confronti di Davide Falcone, 35 anni, sul quale pende la contestazione di maltrattamenti contro familiari e conviventi
Per l’ipotesi di istigazione al suicidio, invece, è stata chiesta l’archiviazione.
L’inchiesta, avviata inizialmente proprio per istigazione al suicidio, si è allargata in seguito a una nuova querela presentata dalla famiglia: dalle indagini sarebbero emersi episodi di violenza fisica e psicologica che avrebbero segnato profondamente la vita della giovane nei mesi precedenti la sua morte, tra ottobre 2023 e i primi giorni di gennaio 2024.
Falcone, secondo l’accusa, avrebbe instaurato un clima di terrore fatto di gelosia, umiliazioni e minacce, spesso aggravate dall’abuso di alcol. Almeno tre gli episodi di violenza fisica contestati, oltre a numerose offese e scenate pubbliche. Nel fascicolo sarebbe documentato anche un violento litigio tra i due avvenuto a dicembre 2023, in seguito al quale Bertacchi avrebbe tentato di ingerire un gran numero di farmaci.
Il culmine della violenza sarebbe arrivato la notte del 5 gennaio. Dopo averla accusata di essere la causa di un litigio tra una coppia di amici, Falcone l’avrebbe offesa pubblicamente e, una volta rientrati a casa, avrebbe continuato con calci e strattoni, tirandola per i capelli così forte da farle cadere una ciocca e dicendole, davanti a testimoni, che valeva meno di zero e che avrebbe dovuto ammazzarsi.
Poche ore dopo, venne trovata senza vita.
La famiglia non ha mai creduto all’ipotesi di un gesto volontario, sostenendo che Roberta sarebbe stata spinta alla disperazione a causa di una relazione violenta.
Falcone, già noto alle forze dell’ordine, è coinvolto anche in un altro procedimento giudiziario: per lui la Procura ha chiesto sette anni di reclusione nell’ambito del processo con rito abbreviato dell’operazione antidroga Fortezza, del 7 marzo scorso.
Ora si attende la decisione del giudice sull’eventuale rinvio a giudizio per maltrattamenti e sull’opposizione che i legali della famiglia quasi certamente presenteranno contro la richiesta di archiviazione del reato di istigazione al suicidio.
Marina Poci